Lavoro sotto l’Etna: vertenza Aligrup. Tende in piazza Università. E cassonetti pieni. Catania sprofonda nella Crisi.

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Una giornata di “ordinaria” disperazione nella “città degli amici”.di Fernando M. AdoniaUna città in Crisi. Basta solo passeggiare lungo le vie del centro percapirlo. Si parte dalla via Etnea, all’ altezza della Prefettura. Glistriscioni dei dipendenti dell’ Aligrup in agitazione sono in bella mostra trale impalcature dei palazzi in restauro. Accanto ad essi ci sono quelli degliesercizi commerciali che adornano il salotto barocco di Catania. Espressionediverse di un mondo del lavoro in caduta libera. Si va avanti. In piazzaUniversità, davanti al Rettorato, gli operati delle cooperative socio-assistenziali hanno addirittura messo le tende, nel vero senso della parola. Datre giorni e tre notti, infatti, stanno presidiando senza sosta la Piazza. Lapioggia l’hanno già assaporata, il primo freddo d’autunno pure. A dare un po’di calore ci sono soltanto le bandiere rosse dell’Unione sindacale di Base. Conloro il segretario territoriale Corrado Tabbita Siena, che nonostante lastanchezza, non ha nessuna intenzione di mollare la presa sull’amministrazionecomunale.Siamo al Duomo. Il cielo è di piombo. Il Liotro sovrasta la piazza, ma èinerme. Il palazzo degli Elefanti è blindato. I quattro portoni di legno sonochiusi. A presidiarli i vigili urbani: non entra e non esce nessuno. Siintravede qualche consigliere comunale. Anche i cancelli della cattedrale sonoserrati, come fosse una giornata di assedio. Sotto il palazzo dei Chierici cisono le camionette del reparto mobile della polizia di Stato. C’è dellaspazzatura a terra, tanta. Il motivo è semplice: ad occupare la piazza ci sonoi cinquecentosettantasei dipendenti dell’Oikos-Ipi Spa, ovvero il consorzio diimprese che gestisce il servizio di nettezza urbana nel capoluogo etneo. L’ariaè pesante. Da ieri nelle strade cittadine non si raccoglie più l’immondizia.Stanotte i lavoratori dell’Oikos si sono riuniti in assemblea a piazza CarloAlberto. Hanno deciso di manifestare davanti al Comune in attesa di risposteconcrete. A riferirlo è Giuseppe Benenato, rappresentate sindacale dellaFiadel. “Dobbiamo percepire ancora la paga di settembre ed ogni mese è lastessa storia. Il punto è – ci ha spiegato Benenato- che non abbiamo più lacertezza dello stipendio: il Comune non ha disposizione le risorse perrispettare i termini della gara d’appalto. Il sindaco -ha continuato- ci hafatto sapere che il Comune può avanzare soltanto 500 euro di acconto per ognisingolo operatore, a fronte di uno stipendio base di 1.500. Poco, troppo poco.Anche se la città è devastata della spazzatura, noi – ha concluso l’esponenteFiadel- andiamo allo sciopero ad oltranza”. Parole che fanno piombare ancoradi più Catania nella crisi. Se prima la si avvertiva soltanto, grazie aicassonetti pieni ad ogni angolo della strada, la Crisi oggi è una realtàconcreta che si vede e si sente. A naso.

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Redazione Iene Siciliane

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