L’avvocato Arnone, uomo simbolo del Pd agrigentino, scrive alla Bindi:”Superficiali le tue dichiarazioni sulla questione siciliana”


Pubblicato il 08 Ottobre 2011

arnone

Cara Rosy Bindi, ad essere scandalizzato sono io. Della superficialità con la quale rilasci le tue dichiarazioni sulla questione siciliana, dimostrando, ritengo in perfetta buona fede, di avere una elevatissima capacità di ribaltare la verità“.

Con queste parole l’avvocato Giuseppe Arnone (nella foto), uomo simbolo e consigliere del Partito democratico al Comune di Agrigento, apre la sua lettera indirizzata alla presidente nazionale del suo partito, Rosy Bindi, che, a più riprese, ha  espresso disappunto per il sostegno del Pd siciliano al governo regionale guidato da Raffaele Lombardo, “così pregiudicando – ha affermato – la possibilità di un’alternativa”.

L’avvocato Arnone va giù subito pesante nei confronti della Bindi: “Tu vedi, cara Rosy, intrighi inesistenti. E taci, però, sei connivente, e convivi tranquillamente, nella stessa corrente, offrendogli continua legittimazione, con uomini come Mirello Crisafulli, che ha costruito ad Enna un sistema di potere assolutamente degradato ed illegale, da fare ‘invidia’ pure agli emuli di Salvo Lima. Già, perché Salvo Lima – al contrario di Crisafulli – non è mai stato beccato e videoregistrato dalla Polizia a colloquio con capimafia in libertà vigilata, appena scarcerati, con dieci e più anni di galera sulle spalle. Tranquillamente Crisafulli parlava con il boss Bevilacqua di tangenti, appalti, assunzioni”.

Nel suo documento, il consigliere comunale del Partito democratico agrigentino arriva a mettere in discussione anche la coerenza politica della Rosy nazionale: “Se avessimo –scrive ancora Arnone- sentito Berlusconi pronunziare questa frase a colloquio con un boss di Cosa Nostra, cara Rosy – ‘se quell’impresa vuole l’appalto deve battere un colpo, e batterlo forte’ – ti saresti strappata i capelli? E se avessimo sentito il ministro Saverio Romano dire, sempre a colloquio con il capomafia, ‘quell’appalto l’ho affidato ai fratelli Gulino, gli unici che lo possono fare’, quante mozioni di sfiducia avremmo proposto? Tutte queste frasi, cara Rosy, sono nell’intercettazione tra Crisafulli e il capomafia, fuoriescono dalle labbra del tuo capocorrente siciliano e sono riportate, con ampio commento, nel succitato libro che ti ho ‘dedicato’ e inviato già lo scorso anno”. Il riferimento del legale è alla sua recente opera intitolata ‘Chi ha tradito Pio La Torre. Rapporto per Bersani e Rosy Bindi sulla questione morale del PD in Sicilia‘, libro che nella sola Palermo ha venduto ben 5.000 copie.

Arnone si concentra poi sulla situazione del governo regionale e replica alle considerazioni esternate dalla Bindi anche in televisione: “Il governo Lombardo, recependo le battaglie della parte migliore del PD, sta realmente cambiando la Sicilia. Ha bloccato l’affaire politico – mafioso dei termovalorizzatori, da alcuni miliardi (miliardi) di euro. E, a proposito di termovalorizzatori, Crisafulli a Enna ha un rapporto intensissimo, come sanno anche le pietre e viene fuori dalle intercettazioni e dai rapporti di Polizia, con i fratelli Gulino, imprenditori tanto potenti quanto discussi. I fratelli Gulino partecipano, attraverso l’Altecoen, al mega affare degli inceneritori in Sicilia. Pur in mancanza del certificato antimafia l’Altecoen fa parte di uno dei raggruppamenti di Ati (Associazione temporanea di impresa), tutte costituite nello stesso giorno e dallo stesso notaio, che partecipano al bando di gara indetto dalla Regione Siciliana per la realizzazione di quattro inceneritori. Il presidente Lombardo con i nostri amici e compagni Cracolici, Lumia, Russo, hanno bloccato i termovalorizzatori. Crisafulli impiega tutto il suo tempo ad attaccare il governo Lombardo. E’ un caso, cara Rosy?

Nella lettera indirizzata alla Bindi, che è anche la vice di Gianfranco Fini alle presidenza della Camera dei Deputati, l’avvocato Arnone parla anche delle prossime elezioni amministrative sostenendo che il Pd potrebbe finalmente vincere a mani basse sia a Palermo che ad Agrigento, anche grazie alla nuova legge elettorale fortemente voluta dal capogruppo all’Ars Antonello Cracolici e fatta propria dalla maggioranza che appoggia Raffaele Lombardo. Una legge, lo ricordiamo, che consente all’elettore di esprimere la propria preferenza per il primo cittadino e non permette più il trasferimento dei voti dal consigliere votato al sindaco di riferimento non votato. Adesso, giusto per intenderci, non avrà più senso accaparrarsi liste per vincere le comunali, saranno i cittadini-elettori a dover scegliere il sindaco mettendo la ics sul nome del preferito.

Nella mia Agrigento – riprende l’avv. Arnone – grazie al governo Lombardo abbiamo fatto ‘pulizia’ nelle pubbliche amministrazioni ‘infestate’ da personaggi e supermanager della Sanità cuffariana…

Questo governo Lombardo ha coraggiosamente, grazie in primo luogo ai tecnici da noi designati assessori, messo le mani nel fango dell’affarismo mafioso in materia di rifiuti, ma anche di energie alternative e di gestione delle risorse idriche. Un nostro assessore ha pure utilmente riformato la legge sugli appalti: al contrario di Brunetta a Roma, qui i nostri assessori mettono le barriere contro Cosa Nostra nei lavori pubblici”.

Il consigliere chiede quindi alla Bindi di scusarsi pubblicamente per aver ribaltato la verità siciliana e poi si dedica a ricordare le rivelazioni del superpentito Di Gati rimarcando come quest’ultimo, già quattro anni addietro, abbia ammesso di avere trasportato e consegnato personalmente le armi per uccidere Beppe Lumia. “Per sicurezza, Provenzano pretendeva armi provenienti da un’altra provincia e nuove di zecca“.

E sottolinea ancora, come lo stesso Di Gati abbia raccontato di aver partecipato, nel 1993, ad una riunione presieduta da un latitante pluriomicida che aveva per “oggetto” quello di organizzare un grande sforzo elettorale di Cosa Nostra per “impedire“, sono parole testuali “l’elezione dell’ambientalista Giuseppe Arnone a sindaco di Agrigento. Arnone avrebbe impedito a Cosa Nostra di mantenere le mani sulla città di Agrigento.” Quel Giuseppe Arnone perse le elezioni per lo zero virgola, grazie all’enorme e tangibile sforzo di Cosa Nostra, non previsto dalla DOXA che nei suoi exit poll diede per ampiamente eletto l’ambientalista.

Conclude la sua lettera ricordando alla presidente nazionale del Partito democratico quanto accaduto alcuni giorni addietro nel corso di una riunione del partito:”ho sollevato in una riunione regionale di Partito, le questioni che riguardavano i rapporti di Crisafulli con ambienti di criminalità mafiosa, a partire dalla intercettazione, sono stato fisicamente aggredito prima da Crisafulli e poi dal suo braccio destro, il segretario provinciale del PD di Enna, tale Mario Alloro. E, dopo questa lettura – conclude l’avv. Arnone rivolgendosi all’on. Rosy Bindi- certamente chiederai scusa a tutti noi, uomini e donne del Partito Democratico siciliano che, assieme al Governo Lombardo, siamo in prima fila per cambiare finalmente questa terra”.


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