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Le 40 candeline del “Film Maker”, Festival internazionale di cinema
Pubblicato il 09 Dicembre 2020
di GianMaria Tesei
Ha compiuto quarant’anni il Film Maker Festival, interessante manifestazione incentrata sul cinema indipendente e documentaristico e di ricerca, che mira ad esaltare nuovi artisti del settore (negli ultimi trent’anni sono state ottanta le pellicole prodotte) e nuove modalità espressive, quest’anno utilizzando, per godere delle visioni, la piattaforma digitale di MYmovies che ha mostrato la kermesse svoltasi tra il 27 novembre ed il 6 dicembre a Milano.
L’evento pandemico ha quindi ampliato, grazie al virtuale, la platea dei fruitori di questa manifestazione che è stata accolta negli anni più recenti dal cinema Arcobaleno ( che ha una storia di circa sessantacinque anni da cinema di seconde visioni che pian piano cresce per aderire, a partire dal 1984, anche a “Panoramica di Venezia”- evento che si svolgeva in settembre con le proiezioni dei film , in lingua originale e sottotitolati, del Festival di Venezia appena svolto- per poi diventare un multisala che ancora risente degli influssi culturali dell’iniziativa appena citata) e dal cinema Beltrade, che ha fatto della visione di film in lingua originale una sua peculiarità , apprezzatissima da un pubblico legato all’integrità dell’opera filmica nel suo aspetto originale.
A contraddistinguere il festival sono state sette segmenti (Concorso Internazionale, Concorso Prospettive, Fuori Concorso, Fuori Formato, Moderns, Teatro sconfinato, Corrispondenze) con ben più di sessanta opere cinematografiche dovute alla creatività di autori di venti nazioni differenti con masterclas, retrospettive e produzioni di sicura attrattiva.
Per quanto attiene all’interessante categoria Fuori Concorso si stagliano partecipazioni di grande valore, come quella di Luca Guadagnino con il suo ”Fiori, Fiori, Fiori!”, Fatima Bianchi, (“ L’Ouvert”), Luca Ferri (“La casa dell’amore “ e “Sì”) ed Andrea Caccia (“Zona”), con la presenza di due riferimenti assoluti quali il regista, produttore, montatore ed ingegnere del suono Frederick Wiseman e Jia Zhangke .
Il primo (Leone D’oro alla carriera nel 2014 alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ed Oscar alla carriera nel 2017), è un fondamentale maestro del cinema d’osservazione nonché l’ autore di “City Hall” (2020), premiere mondiale alla 77a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, con la quale il regista di Boston, penetra il governo sito nella sua città per fare comprendere la basilare cardinalità delle istituzioni democratiche( effigiate nel suo aspetto positivo tramite le attività svolte ed un’ importante orazione del sindaco dem Martin Walsh ed il supporto fornito alle persone bisognose da parte dei dipendenti pubblici) rese meno solide dalla presidenza Trump.
Il secondo, grande cineasta di fama internazionale in quanto regista rinomato cinese di corti, documentari e lungometraggi (tra cui “Still life”, Leone d’oro al festival di Venezia nel 2006; “24 City”, in concorso a Cannes nel 2008; “Il tocco del peccato”, per il quale ha ottenuto, sempre a Cannes nel 2013, ilPrix du scénario, ossia il premio per la miglior sceneggiatura ) è l’autore di “Swimming Out Till the Sea Turns Blue” ( del 2020 ,pellicola presente inoltre alla settantesima Berlinale Special ed in concorso al cinquantottesimo New York Film Festival), documentario che tratta la storia reale e spirituale della Cina dal 1949 ad oggi , grazie a significativi scrittori ed intellettuali che si riuniscono in un paese ( che poi è quello natio dell’autore) con tre narratori, ognuno appartenente alle tre differenti decadi, dagli anni ’50 ai ’70, che, in diciotto capitoli, tra letteratura e mondo reale, proprie visioni , storie personali e della propria nazione, asseverano la centralità della parola come mezzo per immortalare e trasmette alle generazioni successive la narrazione delle vicende del proprio paese.
L’impegno nella promozione del cinema italiano, proprio di questa kermesse, si è avvertito sin dall’inizio della manifestazione con la visione di “Guerra e Pace” di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti (già proiettato al Festival di Venezia), opera documentaristica che indaga sul rapporto, ormai stratificatosi in un lungo lasso di tempo, tra la cinematografia e gli eventi bellici. Il tutto movendo dalla prima rappresentazione filmica di momenti di guerra nel 1911 per l’invasione italica in Libia, giungendo fino ai tempi nostri, attraverso un’articolazione in quatto capitoli – passato remoto, passato prossimo, presente e futuro- in cui si svolge una cogitazione sul senso delle immagini e sul significato della guerra e del mantenimento del ricordo a vantaggio delle generazioni che ci seguiranno.
Il festival ha saputo, come ogni anno, riportare l’attenzione sul cinema indipendente ed innovativo e documentaristico e d’osservazione, la cui grande funzione, anche sociale, spesso non viene adeguatamente valorizzata e che invece assume il ruolo di fulcro per l’indipendenza della visione, la memoria e per una visione più ampia del futuro.
ELENCO VINCITORI 2020
CONCORSO INTERNAZIONALE
La Giuria composta da Luigi De Angelis (regista teatrale), Alessandro Rossetto (regista), Federica Villa (Università di Pavia) ha assegnato:
Premio FILMMAKER 2020 di 3000€ a ZIYARA di Simone Bitton
Premio della Giuria 2020 di 1500€
a AN UNUSUAL SUMMER di Kamal Aljafari
Premio Giuria Giovani 2020 di 1500€
a PURPLE SEA di Amel Alzakout e Khaled Abdulwahed
CONCORSO PROSPETTIVE 2020
La Giuria composta da Valentina Andreoli (montatrice), Micol Roubini (regista), Nicola Curzio (critico) ha assegnato:
Premio PROSPETTIVE 2020 di 1500€
a IL SECONDO PRINCIPIO DI HANS LIEBSCHNER di Stefano P. Testa
Premio della Giuria di 1000€
a IO MI FERMO QUI di Emanuele Cantò
Premio Movie People di 5000€ in servizi tecnici
a LIEDER VON ZUHAUSE di Laura Bianco.
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