Le fatiche dei villariani


Pubblicato il 11 Giugno 2020

Nei giri villariani la parola d’ordine è: minimizzare. “Una bolla di sapone”, andrebbe ripetendo Concetta Raia, moglie di Giacomo Rota, ex deputata regionale del Pd per due legislature (fatto che le garantirà a breve un congruo vitalizio) oggi segretaria regionale dello Spi, che, come sempre, più di sempre, continua a dettare la linea, nel doppio forno del partito e del sindacato. E a far sua, da subito, questa “linea” è la “bianchiana” Rosaria Leonardi, ex Cisl, assunta da Angelo Villari in Cgil e assurta nel giro di qualche anno al ruolo di vertice di segretaria provinciale ruolo che normalmente si raggiunge in decenni di attività sindacale: è una bolla mediatica che si sgonfierà appena inizia il campionato di calcio, avrebbe detto ieri a qualche sorpreso interlocutore.

E poi, le intercettazioni dell’operazione “Malupassu”, che vedono Giovanni De Caudo al telefono con un affiliato del clan Santapaola Ercolano a parlare di voti ad Angelo Villari, non dimostrano nulla. Del resto, avrebbe chiosato Leonardi – De Caudo (fratello di Carmelo De Caudo, segretario Spi provinciale e braccio destro di Rota) è solo un Rsu come tanti. Minimizzare, appunto, come chiede la Raia.

Minimizzare, nel sindacato ma anche nel partito dove però comincia a farsi strada anche la linea del complottismo giudiziario. “E’ un’inchiesta ad orologeria”, va ripetendo qualche villariano. Insomma, la magistratura, avrebbe voluto  fermare Angelo Villari che si apprestava a fare la rivoluzione. E chi osa parlare di questa faccenda, sarebbe la consegna, è fuori dal partito. Così farebbero capire i segretari dei circoli della provincia appena eletti (con modalità contestatissime) e pressoché tutti riconducibili ad Angelo Villar che, ricorda qualcuno. E dunque, parlare d’altro, far finta di nulla e sperare che la “cosa” sgonfi. Ma la cosa non sgonfia e comincia ad animare le discussioni nei corridoi di mezza Italia: Catania è sulla bocca di tutti. 

Soprattutto dopo la diretta social de “I Siciliani”, il giornale fondato da Giuseppe Fava, organizzata da Matteo Iannitti e  dedicata alla “questione morale” nella Cgil di Catania, nel corso della quale è intervenuto Riccardo Orioles, considerato “l’erede” ideale del giornalista ucciso dalla mafia nel 1984. Landini ha detto Orioles, deve intervenire e anche subito.

Non c’è alcun dibattito da fare quando la parola mafia e la parola Cgil stanno nello stesso rigo. “La Cgil di Catania – ha concluso il direttore – ha messo sulla porta il carttello chiuso per fallimento”. E così la pensa anche Dario Pruiti, presidente dell’Arci provinciale che, pur non volendo “ingerire” nelle faccende interne del sindacato, sollecita un intervento della Cgil nazionale: “Perché – dice – la Cgil ha una funzione costituzionale ed è un patrimonio di tutti i cittadini”. Nella stessa diretta è intervenuto anche Nicola Nicolosi, già segretario nazionale della Confederazione che, senza mezzi termini, ha chiesto il commissariamento.

Dalla Cgil nazionale, al momento, non arrivano segnali ma la sensazione è che qualcosa si stia muovendo. Intanto, Michele Pistone, rappresentante sindacale della StMicroelectronics e dirigente della Fiom Cgil, avrebbe chiesto la convocazione dell’organismo provinciale. Richiesta che, da quanto ci risulta, sarebbe stata accolta. All’assemblea del direttivo, che ancora non sarebbe stata calendarizzata, dovrebbe partecipare anche un componente della segreteria nazionale della Cgil.

di Iena operaia Marco Benanti.

 


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