Iacp Catania stupefacente! Siamo o no al “gioco delle tre carte”?di Iena Marco Benanti
All’indomani della clamorosa notizia , da parte del nostro sito, della promozione a responsabile del servizio gestione del patrimonio di un funzionario sotto processo per associazione mafiosa, ci duole registrare che nessuna presa di posizione da parte di partiti, sindacati, associazioni e quant’altro è pervenuta agli organi di informazione. Un silenzio “tombale”.Addirittura, l’assessore regionale alle infrastrutture, Pietro Carmelo Russo, contattato reiteratamente da noi per avere chiarimenti sulla spinosa questione si è reso irreperibile e, ci pare di capire, non ha nessuna intenzione di rilasciare dichiarazioni nè tantomeno di assumere alcuna iniziativa in merito a questa ennesima surreale vicenda dentro l’istituto.Evidentemente, è stato toccato un tasto molto delicato e così, di colpo, la “furia moralizzatrice” che aveva portato l’assessore ad assumere coraggiose iniziative per riportare l’istituto nell’alveo della legalità, si è bruscamente interrotta e la situazione è ritornata mestamente al punto di partenza. Cioè, ad una conduzione scriteriata e quantomeno poco trasparente da parte del commissario straordinario dell’ente, l’ing. Leone, che ostenta una sicumera ed un comportamento tale da non apparire preoccupato dell’imminente processo sulla gestione dell’ente(avrà inizio il primo marzo) e, in generale, di un suo possibile coinvolgimento nella ormai evidente pessima gestione dello Iacp. Proprio in virtù di questo discutibile atteggiamento -e visto che gli organi competenti non prendono incredibilmente nessun provvedimento- la conduzione dell’istituto continua ad essere gestita in modo spavaldamente irregolare. Infatti, malgrado da notizie riportate dalla stampa, il direttore generale Santo Schilirò Rubino abbia rassegnato le dimissioni dal suo ruolo alla vigilia di Natale – appena in tempo per autonominarsi dirigente dell’area contabile- lo stesso continua di fatto a dirigere l’ente in qualità di unico dirigente di ruolo ed in virtù del fatto che il commissario non nomina deliberatamente un direttore facente funzioni che assuma le redini del comando e tolga l’istituto dall’imbarazzante situazione in cui è venuto a precipitare . Fin qui abbiamo descritto un quadro della situazione abbastanza contorto e grottesco ma come al solito ci tocca denunciare la classica ciliegina sulla torta dell’ineffabile Schilirò. Parrebbe che nonostante le presunte dimissioni rassegnate il 23 dicembre 2011, Schilirò avrebbe continuato a firmare fino a poco tempo fa la posta in uscita verso utenti e istituzioni apponendo il suo visto sotto la dicitura “direttore generale” , in maniera palesemente illegittima, senza curarsi delle conseguenze amministrative e penali che tale modus operandi potrebbe innescare. E’ lecito chiedersi a questo punto se esistano “coperture” politiche e di altro tipo che consentono ai vertici dell’ente di poter disinvoltamente continuare a fare i propri comodi, ai danni della collettività, senza che nessuno possa impedire o mettere un freno a questa incredibile gestione di un ente pubblico.
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