LEGALITA’ catanese: l’assessore tocca i “forti” e il sindaco gli leva la delega


Pubblicato il 13 Marzo 2012

Manca solo l’ufficialità: a Franz Cannizzo tolte le attività produttive. Ecco cosa nasconde una brutta storia di abusivismo e di “sensibilità” particolari nel Palazzo….

di Iena Ambulante, Marco Benanti

La notizia per adesso è solo un “boatos”, ma qualcuno –magari dotato di “palla magica”- la sa già da giorni: il sindaco Stancanelli toglierà la delega alle Attività produttive all’assessore Franz Cannizzo. Ancora non c’è l’ufficialità, ma il fatto è dato per certo: la delega andrà all’assessore al Bilancio (!) Roberto Bonaccorsi. Ufficialmente, una “rotazione” dentro la giunta. E che rotazione! E a Cannizzo? Sembra che gli abbiano offerto la delega alle Politiche del lavoro. Accetterà o si dimetterà? Intanto, diciamo: tombola! Ma chi ha vinto “la lotteria”? La decisione di Stancanelli –di fatto in campagna elettorale da mesi per la ricandidatura a primo cittadino- arriva al termine di mesi molto travagliati per Cannizzo: attacchi in Consiglio comunale, dicerie contro la sua persona.

Ci sono state anche minacce. Fra Natale e Capodanno scorso, un giovane lo ha minacciato di morte, in piazza Lanza. Il “consiglio” arrivato? Di “calmare il fuoco dell’antiabusivismo in città, altrimenti…”. Era già accaduto, da altri soggetti, in altra circostanza. Cannizzo ha denunciato il tutto. Ma non è finita: in passato la sua auto è stata oggetto di “particolari attenzioni” di teppisti “anonimi”. Sarà tutta una coincidenza, ne siamo sicuri. Non diciamo che le critiche aspre in Consiglio siano collegate agli atti di violenza, ma registriamo solo l’accaduto. Siamo certi che l’assessore Cannizzo è criticabile, non sempre siamo stati d’accordo con quanto fatto, ma la coincidenza di fatti -da ultimo- è stupefacente. O meglio, facilmente spiegabile alla luce della mentalità dominante a Catania: essere forti con i deboli e deboli con i forti, buttare a mare ogni senso di giustizia e talora di pudore.

Ma cosa ha fatto di tanto male Cannizzo? E perché tanto accanimento? La “ciliegina” sulla torta è arrivata negli ultimi giorni: Cannizzo (ma l’assessore comunale alla Polizia Municipale Massimo Pesce dov’era?) ha finalmente fatto sgomberare verande e gabbiotti di rinomati bar ed esercizi per la ristorazione. In pieno centro. Apriti cielo! I nomi li facciamo noi, perché sulla stampa ufficiale di Catania –sempre attenta e inflessibile per scippatori, ladri di rame e migranti venditori ambulanti- non sono stati fatti: “Spinella” di via Etnea, “Caffè Epoca” di piazza Europa, “Fratelli Bosco” di piazza Abramo Lincoln.

Attività rinomate, nomi che contano, dai fatturati non da spiccioli. E così mentre la città leggeva sul “suo” giornale che a Catania l’ultima “emergenza” è il furto di rame, sotto il naso dei buoni catanesi perbene si “scopriva” che verande commerciali e gabbiotti in zone ad altissimo impatto viario e sociale (in pieno centro, come “Spinella” davanti alla villa Bellini!) non erano in regola. Non è stato facile arrivare a questo esito, allo sgombero: sembra che pressioni e contestazioni di ogni tipo siano “piovute” sul capo dell’assessore. Secondo indiscrezioni, poi, il sindaco, spiegandogli la decisione di togliergli la delega, gli avrebbe parlato di un “accorpamento di deleghe” (come scusa è piuttosto scadente) e anche del fatto che fra lui e alcuni consiglieri ci sarebbero stati troppi attriti. Insomma, secondo Stancanelli l’assessore dovrebbe andare necessariamente d’accordo con il Consiglio?

Ma ci chiediamo anche, visto che le irregolarità durano da anni e anni: chi ha “controllato” –o meglio chi non l’ha fatto- in tutto questo tempo? Gli assessori e i dirigenti comunali competenti, i comandanti dei vigili urbani dove sono stati in questi anni? Insomma, è come se a Roma, ai Fori Imperiali o in via Nazionale, si costruissero manufatti abusivi di tal guisa. Nell’assenza di controlli. Per fortuna, davanti alla villa, in via Etnea, i controlli sull’uso del casco sono incessanti. Ma in quale Repubblica delle Banane è pensabile una cosa del genere? Quali e quanti interessi –anche e soprattutto politici e clientelari- si nascondono dietro simili storie? Da dati dell’assessorato sembra che in città siano stati individuati quasi trecento (esattamente 280) strutture, verande commerciali abusive! Quanto prosciutto negli occhi hanno i controllori nella città di Catania? Bene, Stancanelli ha fatto la sua scelta: quella di stare con gli interessi “forti”. Illegali. Perché in campagna elettorale lui e non pochi consiglieri comunali della sua maggioranza non possono fare “scelte” diverse?

Da ultimo: si registra il silenzio del mondo produttivo. Cosa faranno le associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato? Tutti zitti? Anche chi, come Pietro Agen (aveva promesso più volte un “museo dell’abusivismo” per denunciare una realtà endemica catanese, tollerata da giunte di “destra” e “di sinistra”) resteranno a guardare? Staremo a vedere. Del resto, nella “città degli amici” ci si deve “saper comportare”: non si sa mai, che, in caso contrario, si perdono poi consensi e magari piccoli o grandi interessi. Nel frattempo, la “lotta all’abusivismo” di “serie C” –poveri cristi, migranti, disoccupati- non conosce sosta. Avanti per la legalità!


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