Senza avviso, ai residenti, alla città, alle associazioni di cittadinanza attiva sono stati deliberati e già iniziati lavori di rifacimento del manto stradale di via Santa Barbara; una piccola strada del centro storico, quasi di fronte dai locali ex Manifattura Tabacchi in via Garibaldi, che ospiteranno un giorno il museo archeologico della città.Sarebbe una buona notizia se non fosse che la via Santa Barbara custodisce nel sottosuolo una Tricora di epoca romana databile tra il 2° e il 4° secolo dopo Cristo; un patrimonio archeologico di grande valore, che sta per essere definitivamente seppellito.Eppure qualche anno fa la nostra associazione insieme alla associazione AcqueDotte ed ad altre che hanno a cuore il destino del patrimonio storico e culturale della città, ha organizzato una giornata dedicata proprio alla Tricora Romana, per la sua riscoperta e valorizzazione. Ed a spese delle associazioni è stata realizzato un dipinto che ne ricalca il profilo sul suolo ed apposta una targa con spiegazioni e fotografie a beneficio di turisti e visitatori del luogo.
Ci saremmo aspettati una reazione positiva da parte della amministrazione comunale, un progetto che portasse alla luce la Tricora, magari con una ringhiera come si è fatto ad esempio con le rovine di epoca medievale (e forse anche meno preziose) trovate in piazza Cardinale Pappalardo grazie ai lavori di rifacimento della piazza. O con un pavimento trasparente come si fa in tante città del mondo. Invece con questa bitumazione, che non sappiamo se sia stata persino autorizzata dalla Soprintendenza, si sta cancellando per sempre, o comunque per un lungo periodo, la possibilità di restituire alla città un patrimonio culturale sepolto già da decenni di incuria e ignoranza. La Tricora avrebbe potuto rappresentare un sito archeologico, tappa di un percorso turistico, di quel turismo culturale di qualità auspicato dal sindaco Enrico Trantino per la città di Catania. Proprio adesso che si sta lavorando meritoriamente per la pedonalizzazione dei vicini quartieri di piazza Mazzini e di piazza Federico di Svevia.
Senza dire che si sta anche ignorando l’emergenza strutturale della via che è sostanzialmente una soletta di calcestruzzo armato che poggia sui muri della Tricora (!) e che dagli anni ’50 non vede uno straccio di manutenzione e/o verifica strutturale (tant’è che la via è vietata al traffico di veicoli).In un epoca in cui tutte le città europee si stanno attrezzando per aumentare il verde pubblico si sta creando poi l’ulteriore e la perfetta “isola di calore”! Ignorando la pressante necessità di creare zone pedonali attrezzate di quartiere e dotare la città di un ecosistema urbano che riduca gli effetti del cambiamento climatico e contribuisca ad aumentare i livelli di qualità della vita, strettamente connessi alla qualità dello spazio urbano e a migliorare il bilancio energetico. Riteniamo che le criticità strutturali, per evidenti ragioni di incolumità pubblica, non possano essere ignorate, così come riteniamo inaccettabile che si affronti la riqualificazione urbana con interventi di maquillage che mortificano l’inestimabile patrimonio storico culturale di Catania e non considerino l’esigenza di una implementazione del verde urbano. Non siamo a conoscenza di autorizzazione o nulla osta da parte della Soprintendenza di Catania e la cosa appare abbastanza curiosa considerato l’importanza dell’area in cui sono in fase di realizzazione i lavori.
Insomma quello a cui stiamo assistendo in questi giorni nella centralissima via Santa Barbara è molto grave e richiede un’azione tempestiva. Ci appelliamo alla Soprintendenza di Catania, al direttore del Parco Archeologico, al Sindaco ed al vicesindaco di Catania, agli assessori competenti, alla Regione Sicilia, affinché questa operazione, che riteniamo sbagliata e fortemente dannosa possa tramutarsi nell’inizio di una nuova stagione delle politiche di gestione della città della tutela e valorizzazione dell’immenso patrimonio culturale di Catania e del verde urbano.
Catania 12 Luglio’24
Ufficio stampa Legambiente
Teresa Campagna
Presidente Legambiente Catania
Viola Sorbello.
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