RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO DA UN GRUPPO DI LAVORATORI:
“LETTERA APERTA
ALL’AMMINISTRATORE UNICO DI AMTS CATANIA S.P.A.
Egregio signor
Amministratore Unico di AMTS Catania S.p.a.
Avv. Giacomo Bellavia,
Spiace dovere attivare la presente modalità di dialogo con la S.V. ma – dopo circa 6 anni dalla sua nomina dapprima a Presidente del C.d.a. di AMT Catania S.p.A. e quindi, a seguito della fusione con Sostare S.r.l., ad Amministratore Unico di AMTS Catania S.p.a. – la presente lettera aperta costituisce l’ultimo strumento utilizzabile per tentare di avviare un dialogo, concreto e leale, sulle esigenze del personale di AMTS Catania S.p.A., sulle necessità reali dell’Azienda e, soprattutto, per attirare l’attenzione sul futuro del servizio di trasporto pubblico locale nella città di Catania che, di fatto, rappresenta il cuore dell’azione industriale della Società da Lei amministrata.
Questa lettera rappresenta, pertanto, lo strumento con il quale si intende fare comprendere a Lei ma, soprattutto, al Comune di Catania, socio unico dell’Azienda, e alla città il reale stato di AMTS Catania S.p.A.
Ed invero, siamo costretti ad usare lo strumento della lettera aperta per evidenziarle ciò che, evidentemente, in questi sei anni non è stato da Lei compreso ovvero lo stato di frustrazione e stanchezza della maggioranza dei lavoratori dell’Azienda rispetto a modalità di gestione improntate, esclusivamente, a continui comportamenti punitivi dei lavoratori, non rispettose delle relazioni industriali e delle OO.SS. e, soprattutto, lontane da una effettiva attenzione e cura del servizio principale svolto dall’Azienda ovvero quello del trasporto pubblico locale.
E’, infatti, sotto gli occhi di tutti come negli ultimi sei anni il servizio di trasporto pubblico svolto da AMTS Catania S.p.A. ha subito un continuo e progressivo declino a causa del quale sono sempre meno i cittadini che scelgono di farne uso.
E’ un dato, incontrovertibile, come ormai siano sempre meno i mezzi (bus) in circolazione, come aumentino di continuo i tempi di attesa alle fermate e, soprattutto, come il servizio di Tpl erogato risulti talmente scadente da non avere eguali nella storia della Società.
Tutto ciò è accaduto, soprattutto, poiché la S.V. – ignorando le richieste di OO.SS., lavoratori e cittadini/utenti – ha pensato bene di dedicare gli sforzi industriali esclusivamente alle attività di contorno come “car sharing” e “bike sharing” (fra l’altro con risultati del tutto insufficienti) trascurando, volutamente e sfacciatamente, l’organizzazione di un settore aziendale fondamentale quale è quello del cosiddetto “movimento” che, di fatto, rappresenta, da sempre, il cuore pulsante e il motore del TPL in ogni Azienda, pubblica o privata, esercente tale servizio.
Si aggiunga come, più volte, durante il suo mandato la S.V. ha asserito di aver finalmente messo ordine in AMTS.
Allo stato dell’arte sarebbe, però necessario che Lei ma, soprattutto, la proprietà si interroghi su alcune questioni, non secondarie domandandosi quale ordine possa mai esserci nella Società considerato che Lei:
Siamo certi che a tutto questo Lei risponderà negando e dicendo che quanto scritto è falso e tendenzioso e, magari, snocciolando dati su dati che qualche buon funzionario, sempre pronto ad essere ossequioso, le fornirà nel tentativo di coprire la propria incapacità a ricoprire il ruolo.
E’ per questo che Le evidenziamo, fin d’ora, come l’unico dato che certifica il buon andamento del servizio di trasporto pubblico è l’apprezzamento dell’utenza.
Un apprezzamento che a Catania non sussiste e a saperlo sono proprio i soggetti che Lei sembra tanto disprezzare ovvero i conducenti addetti ai servizi di linea.
Uomini e donne che giornalmente, a causa delle scelte sbagliate fatte dalla Sua gestione, subiscono un vero e proprio linciaggio da parte dell’utenza “imbufalita” per i troppi disservizi generati dall’Azienda e per un servizio sempre più limitato ed inefficace.
Egr. Amministratore, con franchezza e sincerità, tanto i lavoratori di AMTS Catania S.p.A. quanto i cittadini/utenti sono stanchi di assistere a spot pubblicitari falsi e ingannevoli che ormai, a tamburo battente, Lei ha deciso di dispensare come fumo negli occhi attraverso social e giornali (che, fra l’altro, hanno un evidente costo per l’azienda) o di ascoltare un funzionario allegrotto che, nel corso dei una delle innumerevoli feste da Lei organizzate, asserisce “ ccu tutti i soddi ca avemu, nni putemu accattari tutta Catania”.
No caro Amministratore Unico utili di impresa (se ci sono come da Lei sbandierato ad ogni squillo di tromba e suono di campana) non servono a farsi pubblicità PERSONALE (magari per aspirare ad una riconferma o peggio ad una futura carriera politica) ma devono essere reinvestiti per assicurare servizi efficienti ed efficaci, aumentare il numero complessivo dei chilometri che AMTS deve percorrere annualmente, per dare tranquillità e certezze al personale e, soprattutto, per fare di Catania un modello positivo nel campo del TpL.
Ecco perché non possiamo che chiudere queste righe facendo un pubblico appello al sig. Sindaco di Catania avv. Trantino, alla Sua giunta e al Consiglio Comunale della Città di Catania a cui chiediamo, con il cuore in mano, di intervenire e di adoperarsi per salvare questa Azienda, per restituire dignità ai suoi lavoratori ma, soprattutto, per verificare il reale stato delle cose e di non farsi illudere o distrarre da gigantesche torte celebrative perché in AMTS Catania S.p.A., a oggi, di gigantesco sussisto, esclusivamente, errori di valutazione e di metodo che ogni utente dell’Azienda giornalmente sperimenta sulla propria pelle stazionando alle fermate dei bus.
E’ giusto che le autorità comunali, tutte, sappiano che i lavoratori di AMTS Catania S.p.A. sono ormai stremati, provati, demotivati, delusi e scoraggiati di fronte a tutti ciò e assumano di conseguenza contezza di tale drammatica Verità.
A Lei Egr. Amministratore Unico, avv. Bellavia, chiediamo, infine, con il dovuto rispetto di prendere parimenti atto di tale verità e di farsi da parte.
Siamo certi che altrove Lei si troverà meglio e Noi di conseguenza anche.
I lavoratori”.
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