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Letteratura mondiale, l’ultima fatica di Pino Firrarello: “un contadino al Senato”. Viva l’Italia e il pistacchio!
Pubblicato il 20 Dicembre 2012
Evento storico a Palazzo Zuccari. In mezzo a tante “teste pensanti” della politica italiana. Fra cui si staglia lo “zio Pino” con il suo “genio politico” raccontato in un testo fondamentale. Da Annali
Di iena letteraria, Marco Benanti
Dopo Cicerone, Seneca, Manzoni, Leopardi, Balzac, è il momento di Pino Firrarello, per gli amici “zio Pino”. Un gigante della politica siciliana. Assieme a Raffaele Lombardo, il “duo vincente” della Sicilia emblema mondiale di quali disastri può provocare una “classe dirigente” da operetta. E un popolo di pecore.
Bene, lo “zio Pino” –seguito dalla solita claquè di fan, teste e testate plaudenti- ha dato alle stampe “Un contadino al Senato” (Maimone editore, 2012, pp 255, con prefazione del mitico Angelino Alfano, altro gigante della politica sicula e italiota). Un successone. Un applausone. Un “lecca lecca” del “suo popolo”. A Roma, lo hanno presentato –il libro- nella sala Zucche, pardon Zuccari di Palazzo Giustiniani, davanti ad un “parterre de roi” da fra tremare i polsi, dal genero “Superpippo” Castiglione, all’ “alternativa liberale” all’italiana, con Schifani, Alfano, D’Alia (il principale supporto politico della “rivoluzione all’amatriciana” di Raffaele Crocetta) e altri diccì di ieri, di oggi e di domani.
Da San Cono al Senato, da Bronte ai governi di destra-centro-sinistra, dalla campagna alla metropoli catanese, dai pistacchi dolci agli ospedali amari e prescritti, la vita dello “zio Pino” è davvero esaltante, uno spaccato di Sicilia e d’Italia da fare leggere a tutti. Per capire cos’è davvero lo Stivale. E la sua “classe dirigente” e il suo “popolo”. Con i propri valori, a cominciare dall’onestà. Si dice sempre così. E senza dimenticare mai la famiglia, la sacra famiglia. E gli amici. Oltre naturalmente a Nostro Signore.
Una vita che, sottolinea l’autore, “è bella. Bella fino al punto che ad un contadino è stato concesso di governare con impegno e buon senso la Regione Siciliana e di ‘sedersi’, per lungo tempo, al Senato della Repubblica”. Appunto, dove poteva capitare una cosa del genere se non in Italia. Tanti complimenti all’autore e a Firrarello per la prova letteraria. Con questo libro, con la sua scrittura e la sua fatica Pino Firrarello entra di diritto nell’Olimpo dei grandi della politica italiana. Un meritato posto nell’Italia di oggi. Che è quella di ieri. E quella di domani.
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