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Libertà di stampa a Catania: sentenza favorevole per cronisti e direttori di “Corsera” “Il Messaggero” e “La Sicilia”
Pubblicato il 11 Ottobre 2011
Ancora buone notizie dal Palazzo di Giustizia di Catania per i giornalisti. Due croniste di testate nazionali –”Corriere della Sera” e “Il Messaggero”- rispettivamente Fiorenza Sarzanini e Cristiana Mangani erano state accusate dalla Procura della Repubblica di Catania di rivelazione di segreto d’ufficio e i loro rispettivi direttori, Paolo Mieli e Roberto Napoletano di omesso controllo per articoli riguardanti le indagini per la morte dell’ispettore della Polizia di Stato Filippo Raciti, avvenuta il 2 febbraio del 2007 nell’ambito di incidenti in occasione del derby Catania-Palermo.
Le due croniste rispondevano dell’Accusa in concorso con un pubblico ufficiale, allo stato ignoto.
I giudici della terza sezionale penale del Tribunale di Catania (Presidente Filippo Milazzo, Pm Lucio Setola) hanno condannato, ma per l’accusa di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, punita dall’art. 684 del Codice penale, a 150 euro di ammenda le due croniste e a 50 euro i due direttori, per omesso controllo. Caduta, quindi, l’accusa della ben più grave rivelazione di segreto d’ufficio, contestata dalla Procura.
Assolto anche “per non avere commesso il fatto” il direttore de “La Sicilia” Mario Ciancio Sanfilippo, accusato di omesso controllo per pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, sempre per un articolo riguardante la vicenda della morte dell’ispettore Raciti. Il Tribunale ha, inoltre, disposto la trasmissione degli atti alla Procura per il vicedirettore de “La Sicilia”, Domenico Tempio, che si è assunto la responsabilità del direttore.
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