L’immacolatezza del certificato penale di Marco Benanti che neppure l’importanza di chiamarsi Raffaele a Catania puo’ scalfire

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di iena immacolata

Alcune testate giornalistiche, almeno una volta l’anno, usano pubblicare le statistiche relative ai visitatori del sito e al numero di pagine lette. Notizie che a nostro avviso -quando i dati sono genuini- denotano anche un certo rispetto per i propri lettori che così possono conoscere meglio l’organo d’informazione e la sua diffusione.

Un’usanza che al momento noi di ienesicule siamo costretti a mettere da parte perchè, essendo che da oltre un anno non facciamo che pubblicare inchieste esclusive e ‘disturbanti’, il nostro unico bilancio non può che essere quello delle querele ricevute e delle assoluzioni e/o archiviazioni ottenute.

E sotto quest’ultimo aspetto ci sentiamo di rassicurarvi alla grande perché, se da un canto il numero dei nostri lettori giornalieri si è quadruplicato in poco più di sei mesi, dall’altro, sotto l’aspetto della fedina penale, siamo ancora tutti immacolati: non una condanna, non un solo processo. E di querele, ma anche di minacce, ne abbiamo beccate a dozzine, da ogni luogo del globo.

Per questo, viste le illazioni dei giorni scorsi, abbiamo avvertito il dovere di pubblicare il certificato dei carichi pendenti del nostro “mega” direttore Marco Benanti. Atto rilasciato dal Tribunale di Catania un paio di giorni addietro e nel quale si può facilmente evincere che a carico del nostro Benanti non c’è l’ombra di un solo processo. Non una condanna, ma neanche un processo!

E ciò non può che testimoniare l’onestà del nostro operato, la profondità e l’accuratezza delle nostre inchieste che hanno fatto saltare i nervi a numerosi intoccabili aderenti al “Sistema Catania”. Personaggi che sono stati costretti a scomodare amici potenti, come loro, per crearsi un alibi dopo una nostra inchiesta. E anche personaggi che solo per fare un dispetto, creare un’ingiusta sofferenza all’autore di un articolo a loro sgradito, hanno ben pensato di fare una querela che non porterà da nessuna parte perché sbatterà contro l’immensità della verità.

E nei prossimi giorni vi anticipiamo che pubblicheremo anche il certificato dei carichi pendenti delle nostre altre iene, come Fabio Cantarella, anch’egli autore di numerosi servizi d’inchiesta che hanno seminato il panico tra chi riteneva di poter agire indisturbato sol perché il sistema lo tutela puntualmente. Vi anticipiamo, comunque, che anche la nostra iena antimafia Fabio Cantarella “gode” di un certificato dei carichi pendenti immacolato, nonostante le numerose querele nei suoi confronti da certi ‘politici’ che riteneva di tappargli la bocca con una denuncia.

Pensate che nell’ultima recente occasione in cui il nostro Fabio Cantarella è stato querelato (in quella vicenda insieme all’amico d’inchieste Antonio Condorelli) uno dei Gip più capaci di Catania, il dott. Luigi Barone, ha ritenuto di non doversi procedere nei loro confronti perché i fatti riportati nell’inchiesta, era un servizio sulla gestione dei rifiuti, erano più che veri e pertanto “…non sussiste il benché minimo profilo diffamatorio…“.

Bene, inziamo con Marco Benanti, quindi, del quale vi pubblichiamo il certificato dei carichi pendenti nel quale si evince che risulta “NULLA”, questo in risposta alle illazioni operate da qualche rappresentante istituzionale ni giorni scorsi e alla scarsa fiducia mostrata da qualche collega nei suoi confronti.

Un “NULLA” quello che splende sul certificato dei carichi pendenti del nostro direttore Marco Benanti (per questo sicuramente invidiato da numerosi politici siciliani) che a Catania neppure l’importanza di chiamarsi Raffaele può permettersi di scalfire. Ma questo è un discorso che affronteremo nelle sedi preposte.

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Redazione Iene Siciliane

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