L’Italia dei diritti civili: il 1 dicembre 1970 il divorzio

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Cinquant’anni fa venne approvata tra la notte  30 Novembre e l’1 dicembre del 1970 dopo diciannove ore di discussione al Senato della Repubblica la legge che istituiva il divorzio in Italia. Pochi si ricordano che uno dei protagonisti di questa legge che cambiò un epoca fu un socialista, Loris Fortuna. Una figura davvero straordinaria quella del deputato socialista ingiustamente dimenticato e sottovaluto, mentre in realtà fu un grande politico riformista.
Il suo nome è legato indissolubilmente alla legge italiana sul divorzio che presentò assieme al liberale  Antonio Baslini. Da giovane fu un partigiano antifascista che aderì al Partito Comunista Italiano. La sua formazione culturale rifuggì l’autoritarismo e il totalitarismo e, infatti, uscì dal Pci nel 1956, all’indomani dei fatti d’Ungheria con l’invasione sovietica e la repressione sanguinaria a Varsavia. Decise di iscriversi al  Partito Socialista Italiano e fu eletto deputato per la prima volta nel 1963. La sua sensibilità giuridica verso i diritti civili maturò sin da giovane e già nel 1965 fu il primo firmatario di una proposta di legge intenta a legalizzare il divorzio anche se su suggerimento di Pietro Nenni decise inizialmente di non sottoporre la sua proposta all’esame in parlamento . Quando fu rieletto alla Camera dei deputati, nel 1970, Fortuna  ruppe gli indugi e ripropose la legge sul divorzio trovando un’intesa assieme al collega liberale Antonio Baslini  che aveva anch’esso presentato una proposta di legge assai simile.
Ci fu una netta e forte opposizione della Democrazia Cristiana e ,ciò nonostante,  la posizione di Fortuna fu irriducibile e determinata. Ebbe il consenso e l’appoggio del Pci, del Partito Radicale , del PLI e della sinistra. Cosicchè il 1º dicembre dello stesso anno la proposta di legge “Fortuna-Baslini” venne approvata con 325 sì (e 283 no) alla Camera e 164 sì (e 150 no) al Senato della Repubblica. Nel corso della stessa legislatura del 1968 al 1972 , Fortuna si impegnò occupò della revisione del diritto di famiglia e richiese l’abolizione degli annullamenti automatici dei matrimoni ad opera del Tribunale della Rota Romana.
Quando poi la Dc fece il  tentativo di abolire l’istituto del divorzio e promosse un’iniziativa referendaria volta ad abrogare la legge, Fortuna fu in prima linea nella battaglia in difesa della legge e l’esito del referendum che si tenne 11 maggio 1974 fu un travolgente successo del NO che ottenne il  59,3% dei voti, a fronte di un’affluenza alle urne pari all’87,7%. In questa campagna elettorale Loris si legò profondamente sul piano umano e politico al leader radicale Marco Pannella ed fece la richiesta della “ doppia tessera” del Psi e del Pr . La sua battaglia per l’affermazione dei diritti civili proseguì anche nella successiva VI legislatura dal 1972 al 1976 quando fu autore della prima proposta sulla depenalizzazione dell’aborto. La Dc si dimostrò contraria  anche su questa proposta e fu promotrice di un referendum che si svolse il 17 maggio 1981, dove ancora una volta le tesi di Fortuna ottennero l’appoggio del 67,9% degli elettori.
Nel 1980 aveva proposto anche una serie di modifiche alla legge sul divorzio, con una separazione necessaria ridotta a due anni e senza opposizione di uno dei due, rispetto ai cinque previsti. Nel 1984 si distinse nel richiedere alcune modifiche e integrazioni alla legge sulla cooperazione dell’Italia con i paesi in via di sviluppo e sugli interventi contro la fame nel mondo. Sempre nel 1984 Loris Fortuna lottò per ottenere delle norme sulla tutela della dignità del malato e la disciplina dell’eutanasia passiva. Dal punto vista politico questo impavido politico poco prima di morire propose al segretario del Psi, Bettino Craxi, che in quel momento era il presidente del Consiglio e che lo aveva appena nominato Ministro delle politiche comunitarie, di raggiungere un’intesa elettorale coi radicali. Ecco descritta brevemente la   limpida,lucida e lungimirante  personalità di laico socialista,  che ebbe una grande visione d’insieme della società italiana di cui seppe interpretare e leggere alla perfezione i bisogni di cambiamento.
Rosario Sorace.

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