Marmeladov
In questa estate laconica e senz’anima, c’è un uomo con la faccia di Angelo Villari, le fattezze di Angelo Villari, la voce di Angelo Villari e persino il rolex di Angelo Villari che va in giro per Catania, con uno Jacopo Torrisi e una Concetta Raia al seguito (così come l’avrebbe un qualsiasi Angelo Villari che si rispetti) a pontificare come se non ci fosse un domani, a ergersi finanche quasi a giudice e a fustigatore dei costumi, a rilasciare interviste dai toni imprudentemente giustizialisti, a chiedere dimissioni a destra e a manca, a invocare nuove elezioni, a denunciare ili dissesto morale e politico della città.
L’osservatore disattento non avrebbe alcuna esitazione nell’identificare questo strano “personaggio” con il vero Angelo Villari (che chiameremo signor Villari) almeno finché costui, il doppione (che chiameremo Mister Villari), non dà fiato alla bocca, tradendo irrimediabilmente la sua natura di sosia, o forse di mente scissa tra l’Io e le sue irrazionali pulsioni, nella migliore tradizione del topos letterario del “doppio” che ci riporta inevitabilmente al mister Hyde di Stevenson o al Goljadkin di Dostoevskij, straordinaria metafora dell’ambivalenza umana.
Mister Villari, del tutto indifferente alle prospettive giudiziarie del Signor Villari, lancia invettive che imbarazzerebbero chiunque fosse in attesa di verdetti che potrebbero vederlo imputato in un processo penale o addirittura interdetto dai pubblici uffici per dieci anni, o di chi, benché non indagato, compare nelle intercettazioni di un’operazione antimafia.
Com’è appunto, il caso del Signor Villari che solo qualche settimana fa, ad un cronista locale, forse con ambizioni da terapeuta, lamentava di aver sofferto, “sofferto molto, moltissimo” per l’oltraggiosa associazione tra il suo buon nome e la sua buona storia, con quello di un tale De Caudo, di professione sindacalista, e di un tale Frisina, di professione netturbino, presunto affiliato del clan Santapaola-Ercolano, impegnati, entrambi, a portar voti al Signor Villari nelle regionali del 2017.
“In questa città – sentenzia ad un certo punto Mister Villari – il dissesto non è solo economico ma anche morale e politico”. E ancora: “Pogliese non può fare il sindaco per interposta persona, deve dimmettersi”. E infine: “Pogliese è ossessivamente legato alla poltrona”.
Parole, queste pronunciate dal Villari minore, che nascondono la bieca intenzione di danneggiare il Signor Villari. Parole che (ma noi speriamo di no) tra un mese appena potrebbero rivolgersi contro il Signor Villari, nel caso fosse rinviato a giudizio o, peggio, interdetto per dieci anni.
A quel punto qualcuno (ma noi speriamo di no), memore delle spavalde esternazioni del suo alter ego, potrebbe persino osare dire al Signor Villari: “sei ossessionato dalla poltrona, dimettiti”.
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