L’on. Giuseppe Berretta: l’emergenza a Catania? Le buttane

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“Grido d’allarme” del giovane parlamentare catanese (autocandidatosi a sindaco della città): troppe prostitute, ci vuole il “pugno duro”! Dai marciapiedi catanesi un urlo: chiamate le forze armate!

di Iena Prostituta, Marco Benanti

Si era detto che l’emergenza era il traffico, qualcuno aveva indicato, con preoccupazione, anche le cicche di sigarette sulle strade. Ora dal Parlamento si aggiunge un “tassello” fondamentale per affrontare il futuro e combattere le emergenze, anche di Catania: le prostitute. A farsi portavoce di questa esigenza fortemente avvertita (“…una delle emergenze più sentite e che più preoccupano i cittadini catanesi” –ipse dixit) è il giovane Giuseppe Berretta, brillante docente ed esponente della sinistra catanese (così dicono), parlamentare del Pd: lo scorso anno da “La Sicilia” di Mario Ciancio i catanesi seppero che lui era disponibile a candidarsi a sindaco di Catania.

Un volto nuovo, insomma, per il rinnovamento. Un giovane che si occupa anche in sede parlamentare di lavoro. Insomma, un personaggio impegnato. Che dichiara oggi: “non è ammissibile che in una città come Catania appena si fa buio anche le zone più centrali e trafficate si trasformino in supermercati del sesso, è una questione di sicurezza ma anche di decoro e di vivibilità. La presenza delle prostitute si fa sempre più intollerabile agli occhi dei residenti, dei passanti, oltre che di turisti certamente increduli. E’ necessario un intervento urgente e massiccio da parte delle forze dell’ordine”.

Un comunicato rende noto che Berretta, a seguito di numerose denunce e sollecitazioni da parte di cittadini catanesi, chiede che si utilizzi il “pugno duro” (non è un esponente dell’estrema destra che parla è un esponente del Pd, lo ricordiamo ai lettori che potrebbero essere confusi) nei confronti di un fenomeno in continua espansione in tutte le zone della città. “Piazzale Oceania, viale Africa, via VI Aprile sono diventati percorsi impraticabili la sera, ma anche i marciapiedi di zone centralissime come la via Ventimiglia, a pochi passi da via di Sangiuliano e dal Teatro Massimo, sono puntualmente battuti dalle prostitute.”

E aggiunge il parlamentare sinceramente preoccupato: “…che ormai (le prostitute, ndr) non si limitano più a lavorare in zone isolate, poco abitate o scarsamente illuminate. Evidentemente le lucciole e chi le protegge si sentono così indisturbati da utilizzare ormai ogni parte della città, tanto che è capitato anche a me, oltre che a molti amici e conoscenti che mi hanno riferito simili episodi, di dover affrontare evidenti situazioni di imbarazzo nel dover fare lo slalom tra una prostituta e un’altra. Tutto questo in zone centrali di Catania, in orari certo non proibitivi e con i propri figli al seguito”. Caspita! Insomma, ma che brutto spettacolo!

Davvero da indignarsi. Certo, magari ci si dovrebbe indignare per i disoccupati, i sottoccupati, il Tribunale lavoro che non funziona, lo stato sociale inesistente, l’arroganza dei potenti che fanno e disfanno la città, gli appalti truccati, la “cacciata” dell’assessore Franz Cannizzo “colpevole” di “toccare” i “forti” dell’abusivismo, l’usura che macina la vite delle persone, la “morte” della giustizia e soprattutto, la morte del Pudore, davvero, quello vero per una città che fa paura e distrugge le persone con i suoi meccanismi perversi. Per queste cose siamo sicuri che l’on. Berretta s’indigna. Anche lui. E dovrebbe chiedere altro che “forze dell’ordine”.

Ma la conclusione del comunicato dell’onorevole Berretta è davvero una sorta di “manifesto politico” del nuovo millennio: “La costruzione di una città pulita, decorosa e in cui non si abbia vergogna o paura a camminare per strada passa anche dal rispetto della legalità. Occorre uno sforzo aggiuntivo da parte delle nostre forze dell’ordine che, nonostante le croniche carenze di uomini e mezzi, devono affrontare una delle emergenze più sentite e che più preoccupano i cittadini catanesi”. Davvero da conservare: la memoria –soprattutto quella dei cittadini- è davvero la cosa più “sconveniente” che ci sia.

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Redazione Iene Siciliane

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