Per chi come noi è abituato a tutto o quasi e ne ha viste tante, non vi è stupore per quel che sta accadendo oggi a Catania. 

Molti, ad esempio, ricorderanno cosa accadde nella città etnea allorché l’allora sindaco Enzo Bianco consegnò i lavori di quella che fu la pista ciclabile più criticata del mondo. 

Un tratto di poche centinaia di metri che congiungevano il nulla al nulla e che finivano ad Ognina senza un perché e senza un come mai, che, però, avevano il grande merito di aver liberato la visuale del mare dalle macchine in seconda fila e dai camion dei paninari, meritò, letteralmente, la sollevazione popolare.

Flotte di giornalisti ad indagare sulle modalità di realizzazione di quella attrezzatura; i ciclisti a urlare che si poteva fare di più e meglio; gli intellettuali della città a sentenziare che i problemi sono ben altri e il popolo unito a battezzare la ciclabile di Ognina come una “bella minchiata”. Tombale. Applausi al popolo e pubblico ludibrio agli allori amministratori.

Fu a quel tempo, qualcuno lo ricorderà ed è qui che vogliamo arrivare, che diventò, tristemente o felicemente famosa, decidete voi, una pagina che ancor oggi intrattiene discussioni tra le più divertenti e parodossali del panorama etneo, che si chiama “lungomare liberato”.

Il nome rispondeva a un vezzo sinistrorso di mettere il sostantivo “liberato” accanto alle cose: perché un posto se lo si “libera”, appunto, dalle istituzioni e dalla politica, sta meglio. E quella pagina era appunto dedicata al nostro lungo mare, a quei tempi e in parte ancor oggi, occupato dalle servitù della ferrovia, dalla edificazione selvaggia, dall’incuria del territorio, dai venditori abusivi e, al tempo, anche dalle macchine posteggiate in più file e dai camioncini dei panini che rendevano il fronte mare catanese come l’unico posto al mondo in cui l’odore del wurstell prevaleva su quello dello iodio.

Ora voi vi aspettereste, se non foste catanesi, che quell’operazione della ciclabile di Ognina che, appunto, liberò quel tratto di lungo mare da auto e odore di wurstell, sia stata accolta dalla pagina “lungo mare liberato” come un’operazione, forse parziale, magari incompleta, ma comunque, positiva? Poveri stolti, si vede che non conoscete il mondo del web. La pista era uno scempio… non serviva a nulla…e anche sul colore, quel blu viagra che più ci tira su e più ci manda giù, lasciava alquanto perplessi. 

La questione pista concluse i suoi effetti, si consumò come è uso ai tempi attuali, non si parlò d’altro per due settimane e il silenzio calò presto. La pagina invece sopravvisse e da quel momento in poi fu la spina nel fianco dell’allora amministrazione, ospitando interventi, post, fotomontaggi, divertenti, irriverenti, a volte sconsiderati di molti catanesi e, tra questi, dei maggiorenti della destra catanese che faceva opposizione intransigente, a ranghi serrati con giornalisti e portavoce al soldo dei vari deputati abili e arruolati, contro quella sottospecie di centrosinistra che governava Catania.

Insomma, la pagina era una sorta di sobborgo di grillini, comunisti delusi, ciclisti, haters e postfascisti che volevano fare le penne a Enzo u ciuraru.

Oggi e veniamo all’attualità, la pagina è rimasta coerente negli anni e fa quel che sempre ha fatto: criticare tutto e tutti; guardare ai lavori che si fanno e dire: e le piante? E i ciclisti? E l’aria? E il mare? E il sole? Solita storia, occorre di più e meglio.

Qual è la novità che si aggiunge all’armadio delle cose strane che abbiamo visto e che non ci stupiscono? Che gli allora intransigenti, si riscoprono infastiditi, basiti, stufati da chi critica senza una soluzione alternativa.

Ora voi starete pensando che ce l’abbiamo – in quanto iena all’opposizione – con i fratelli italiani che governano la città, ma quando mai…loro sono coerenti al potere, si basiscono gli allora comunisti all’opposizione che, oggi, fiancheggiano, pardon approvano… il sindaco di destra più amato dai sinistri. I liberati insomma.

Coloro i quali, da sinistra, hanno capito che il sol dell’avvenire sorgerà un domani…magari in fondo a destra. Insomma per trovare un po’ di opposizione dobbiamo sperare in qualche autonomista che vive nei quartieri periferici, per cui starebbe bene il sostantivo “abbandonati”, assolutamente disinteressati a questi signori della Catania bene. 

di Iena all’opposizione.

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Iene Sicule

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