Un’autoriforma che garantirà allo Stato un risparmio immediato di cinque miliardi di euro, attraverso la riduzione del numero delle province, l’istituzione delle città metropolitane e la riorganizzazione degli uffici territoriali dello Stato. Ad invocarla è L’Unione delle Province Italiane (UPI) che ha inviato una lettera appello al presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Monti, sottoscritta oltre che da Giuseppe Castiglione (nella foto), presidente dell’Upi e della Provincia Regionale di Catania, anche da altri cinque presidenti di provincia: Antonio Saitta (Torino), Nicola Zingaretti (Roma), Guido Podestà (Milano), Massimo Ferrarese (Brindisi) e Andrea Barducci (Firenze).
Un appello e insieme una proposta concreta, di collaborazione, per ricordare al premier Mario Monti la condizione consigliata dalle province nel caso la proposta di autoriforma fosse fatta propria dal governo: “Abbiamo proposto che questi risparmi finanzino un fondo per gli investimenti locali. E’ il nostro contributo alla spending review: non solo un taglio, ma una migliore gestione di risorse per favorire lo sviluppo. Sappiamo anche che la nostra riforma da sola non basta. Occorre un’operazione più radicale per tagliare spese inutili e ridurre sprechi”.
Quindi nella lettera-appello, il nuovo suggerimento: “Il Ministero del Tesoro ha compilato la lista delle società, consorzi ed enti strumentali di Regioni, Province e Comuni. Sono ben 3.127: pagine e pagine di sigle improbabili, strutture create dal nulla spesso per spartire poltrone e gestire potere. Rappresentano le stanze segrete della politica, di cui i cittadini ignorano perfino l’esistenza. Anche se sono loro, con le loro tasse, a finanziarle e a tenerle in vita. Questi organismi costano al Paese oltre 7 miliardi di euro l’anno, di cui 2 miliardi e mezzo impiegati per i soli consigli di amministrazione. E sono organismi che si occupano di servizi che dovrebbero essere svolti dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni”.
Una premessa chiara che serve all’Unione delle Province Italiane per formulare con decisione il proprio invito al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti: “Completi l’opera tagliando con nettezza questi veri rami secchi e improduttivi dell’amministrazione pubblica. Verrà così certamente rafforzata e compresa meglio la sua battaglia di cambiamento”.
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