M5s, l’orgia del Potere dell’uno vale cinque. La grana sottosegretari


Pubblicato il 13 Settembre 2019

Pronti, via al governo giallo-rosso, la squadra è stata completata e c’è la prima polemica in casa 5 Stelle.

Giancarlo Cancelleri, nominato per volontà di Luigi Di Maio viceministro al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture guidato dalla dem Paola De Micheli, lascia una scia chimica nociva per i grillini. Con lui cade un altro principio, quella regola per la quale si dovrebbe prima completare il mandato ricoperto.

Di Maio però fa la prova di forza, per dimostrare che ancora è vivo, fa nominare tutti i propri fedelissimi in barba a tutte le prescrizioni, dimostrando che non è affatto vero che uno vale uno, come molti attivisti credevano.

In Sicilia è ribellione tra gli attivisti e i portavoce. Critiche per aver premiato il suo fedelissimo Cancelleri, collettore di incarichi. Candidato presidente (trombato) della Regione Siciliana, per due volte, ma deputato regionale per entrambe le occasioni e oggi è vice Presidente dell’ARS. La sorella Azzurra deputata nazionale al secondo mandato, una family connection dicono alcuni grillini, che vedono cadere uno ad uno cadere tutti i sacri dogmi del movimento. 

Il casting finale del reality è fatto e smentisce, come sempre, i principii fondanti.

Tra le altre reazioni si registra quella elegante e composta, ma dura della senatrice catanese Tiziana Drago:

«Da un confronto amicale!..

“Caro Roberto, concordo in pieno con quanto tu scriva. Come hai potuto notare non sono uscita con alcuna dichiarazione in merito al “momento storico” ed anch’io rimango esterrefatta di come piombino le candidature.
Ho ricevuto giorni fa la telefonata di un caro amico che mi esortava a “non essere timida”. Io, simpatizzante del Movimento, mi trovo all’interno perché ho “ricevuto” la proposta di candidatura e di ciò ringrazio chi mi abbia “scelta”..

Mi chiedo, però, da dove nasca l’utilità, l’opportunità (spero non “opportunismo”) di proporre l’ex presidente del Forum delle associazioni familiari di Catania, con trascorsi di impegno sociale e politico per la costruzione di un welfare familiare degno di questo nome.

Mi é stata riconosciuta questa mission? Quanti nel Movimento si occupano e/o si sono occupati specificatamente di ciò? Non siamo, o non eravamo, quelli delle competenze?

Detto ciò, però, non cadiamo in estremismi, perché se una persona riconosce di aver dedicato i propri studi (anche non certificati) ed il proprio impegno per una causa, “deve” farsi avanti, perché, come mi venne detto nel momento in cui dovevo decidere di candidarmi “se non vai tu, arriverà gente che é peggio di te!”.

Si tratta di un onere, più che di un onore. La stella polare deve sempre essere la “res publica”. Ma, il Movimento riconosce l’oggetto del nostro disquisire? Vedremo”.» 

E le reazioni degli attenti osservatori non si fanno attendere:

«Gentilissima senatrice (quanto è brutto e spregiativo delle istituzioni il termine portavoce) come la vedrei bene con la sua competenza, la sua preparazione ed il suo impegno in una forza politica diversa da quella in cui milita adesso. In una forza politica in cui non ci si scanna per la poltrona, in cui gli incarichi vengono dati per la competenza ( perché uno non vale uno) e, per fare un esempio che la riguarda, alla Famiglia o alla Pubblica Istruzione va a fare il sottosegretario chi è preparato a parlare di Famiglia e di Scuola e ben conosce i valori della famiglia tradizionale e del sistema educativo. Con stima. Pietro Ivan Maravigna»

In effetti dopo il cambiamento, solo delle idee e delle regole, cos’altro si deve ancora vedere? Il M5S si è pdizzato e questo è nei fatti.


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