Mafia, Catania: colpito il clan Santapaola-Ercolano

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Conferenza stampa stamane (nella foto, gli ufficiali delle Fiamme Gialle, con il procuratore Giovanni Salvi) per un’operazione della Guardia di Finanza…

“All’alba di oggi, oltre 150 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 24 soggetti indiziati in ordine ai delitti di associazione per delinquere di stampo mafioso, ricettazione e detenzione di armi, estorsione, danneggiamento e incendio doloso, usura, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, evasione e rapina a mano armata.L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania ed eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria, ha avuto principalmente ad oggetto le plurime attività illecite gestite dal gruppo capeggiato dalla famiglia Zucchero, noto come «gruppo della stazione», facente parte della cosca “Santapaola – Ercolano”.Le attività investigative hanno consentito di accertare che il capo storico del clan, Zucchero Giuseppe, nonostante la detenzione in carcere, ha continuato, nel tempo, a guidare le attività illecite del suo gruppo, impartendo disposizioni ai congiunti durante i colloqui carcerari in particolare a Romano Cristofaro e Zucchero Benedetto, rispettivamente genero e figlio, da lui stesso investiti del ruolo apicale.L’approfondito e attento lavoro di indagine ha permesso di ricostruire l’intero organigramma del «gruppo della stazione», individuando quali affiliati Liberato Francesco, Di Mauro Roberto, Silverio Davide e Zuccaro Domenico.Dalle indagini è emerso un capillare ricorso al “pizzo”, richiesto a tappeto a tutti i commercianti della zona di influenza ed anche fuori dalla provincia etnea. Inoltre, per fare fronte alle sempre maggiori necessità economiche dei membri del clan (alcuni dei quali detenuti), gli associati hanno rivolto alle vittime richieste di denaro sempre maggiori.Secondo schemi tradizionali e tipici della criminalità organizzata chi non sottostava alle richieste subiva ripercussioni e violenze di varia natura (in un caso è stato documentato l’incendio dell’autovettura di una vittima e le istruzioni specifiche su come attuare questo tipo di intimidazione fornite dal carcere dallo stesso capo storico del gruppo).L’attività del clan diretta al reperimento di entrate economiche è stata posta in essere anche con l’organizzazione di alcune rapine a mano armata non solo nel territorio catanese, ma anche in altre regioni: erano state anche progettate nei minimi dettagli, ma poi non portate a compimento, le rapine a un ufficio postale di Faenza e ad una gioiell”eria in provincia di Reggio Calabria.Inoltre, il clan, per incrementare gli introiti, ha ampliato il proprio raggio d’azione con nuove attività illecite, in particolare avviando il c.d. “recupero crediti”. Alcuni creditori, anche usurai, per poter ottenere in maniera più rapida ed efficace la restituzione del denaro dato in prestito, si rivolgevano a soggetti mafiosi che, facendo leva sul timore ingenerato dalla propria caratura criminale, ottenevano immediatamente quanto richiesto, trattenendo una parte dell’importo riscosso come provvigione per l’attività svolta. Anche lo spaccio delle sostanze stupefacenti rientrava tra le attività più remunerative per il sodalizio. In questi casi, lo smercio avveniva reclutando persone estranee al clan al fine di far ricadere su altri il rischio delle eventuali conseguenze in caso di controlli di polizia.L’atteggiamento temerario dei nuovi vertici indagati ha causato momenti di frizione con altri clan mafiosi, consentendo agli investigatori di acquisire elementi di prova su personaggi di spessore del gruppo della “Civita”, riconducibile alla famiglia Nizza (Nizza Giovanni e Mirabella Salvatore).L’ordinanza è stata eseguita nei confronti di:- Albergo Alessandro, nato a Catania il 02/06/1991;- Arcidiacono Francesco, alias «Franco U Salaru», nato a Catania il 16/07/1960;- Arena Marco, nato Catania il 12/05/1964;- Bonfiglio Orazio, alias «Orazio Bassotto», nato a Catania il 28/09/1981;- Caruso Sebastiano, alias «Nuccio Tyson», nato a Catania il 28/10/1965;- Chiantello Carmelo, inteso «Melo», nato a Catania il 23/10/1980;- Di Bartolo Carmelo, alias «Melo Sviluppo», nato a Catania il 03/05/1967;- Di Mauro Roberto, nato a Catania il 22/08/1963;- Faro Francesco, alias «Melo Meno», nato a Catania il 27/06/1987;- Gallo Angelo, alias «Angelo a ciolla», nato a Catania il 06/02/1988;- Liberato Francesco, inteso «Franco», nato a Catania il 24/11/1975;- Mirabella Salvatore, alias «Turi Palocco», nato a Catania l’1/01/1965;- Mirabile Angelo, alias «Angelo u porcu», nato a Catania il 02/10/1966;- Nizza Giovanni, alias «Giovanni Banana», nato a Catania il 18/11/1973;- Pomponio Agostino, nato a Catania il 07/02/1965;- Puglisi Antonio, alias «Puddisino», nato a Catania il 19/10/1971;- Romano Cristofaro, inteso «Cristian», nato a Catania il 12/05/1982;- Scalia Alessandro, nato a Catania il 01/07/1978;- Silverio Davide Giuseppe, nato a Catania il 24/10/1967;- Vella Alessandro, nato a Catania l’1/08/1991;- Zuccaro Domenico, alias «Domenico u biondo», nato a Catania il 07/12/1968;- Zucchero Benedetto, inteso «Benny», nato a Catania l’11/05/1993;- Zucchero Giuseppe, inteso «Pippo», nato a Catania il 30/03/1962;- Cavarra Bruno, nato a Siracusa il 14/02/1943 (arresti domiciliari)”.

 

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Redazione Iene Siciliane

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