Mafia e antimafia: clamoroso, il giornalista Antonio Mazzeo avvistato a pochi chilometri da Falcone. Allertate le Prefetture e i Parrucchieri di mezza Sicilia!

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Pare che il cronista abbia dichiarato: “sono un giornalista, quindi colpevole, si può patteggiare o chiedere perdono?”SATIRA, o meglio SATIRA (è chiaro?)

di Marco Benanti, iena dedita ad attività criminali, tipo giornalismoEstate di fuoco in Sicilia: mentre il resto dello Stivale combatte a viso aperto sciagure epocali, le perturbazioni del Maghreb, Mario Monti, Angelino Alfano, Pierluigi Bersani, Luca Cordero di Montezemolo e cgilcisluil e assortiti, nella Trinacria, terra di sole e di minchiate, è esploso –in tutta la sua drammatica evidenza- il “pericolo Mazzeo”.Avvistato, fra le siepi, grazie alle strumentazioni Muos e masosado, che hanno intercettato fili di barba e capelli ricci (pare che uno sia finito sulle pagine di alcuni giornali siciliani, provocando una morìa di cazzate), Mazzeo Antonio, strano tipo di giornalista siculo (addirittura impegnato da decenni in inchieste!) è stato intercettato da una folta scia di api e mosconi dell’ordine non costituito. Parrebbe che il cronista (non pago del suo strano lavoro di inchiesta, su cui ancora ci sono le più oscure tenebre da parte degli organi inquirenti) si sia –malgrado il tentativo disperato di dimostrare che il giornalismo non è reato- alla fine arreso alle forze del bene.Portato in luogo sicuro, al riparo dalle tentazioni nefande del giornalismo (peccato-reato che pare abbia contratto in ambienti malsani, parrebbe legati a gente onesta e amante della propria dignità), il Mazzeo avrebbe dichiarato –secondo le prime indiscrezioni raccolte al volo- che non è colpa sua se è un giornalista. Forse del destino! I tutori dell’ordine (non costituito) non hanno fatto una piega, né una messa in piega, né un ronzìo: gli hanno comunicato che presto gli sarà notificato un atto, chiamato “querela” del comune di Falcone. Sembrebbe che il giornalista (usiamo questo termine con tutte le precauzioni del caso, trattasi di “termine a rischio”) abbia frainteso: “ma Falcone chi? E’ un atto che viene dal Paradiso?” L’equivoco è durato poco: non era un atto venuto direttamente, dall’Empireo, dal noto magistrato deceduto dopo un leggero “attacco” di stampo mafioso, ma proprio un documento arrivato direttamente da uno dei posti più belli al mondo. Proprio Falcone, il famosissimo comune del messinese, noto a tutti, da Obama a Putin, da Pippo Baudo a Pippo della Villa Pacini, amico dell’arancino (in quel di Catania) per le sue bellezze, un’amministrazione da dieci e lode (e bollino!) e qualche, ma proprio qualche, leggerissimo episodio sfortunato, che sembra sia stato –infelicemente- riportato dal giornalista(ci scusiamo con i lettori, ma dobbiamo usare questo termine) in una sua inchiesta apparsa su “I Siciliani Giovani”, noto organo della sovversione internazionale, animato da soggetti di difficile interpretazione (anche libera o a stile libero).Alla fine –dalle prime informazioni avute- pare che Mazzeo abbia dichiarato: “sono solo un giornalista, quindi colpevole, si può patteggiare o chiedere perdono?”. Sulla scorta di tale affermazione –di indubbia valenza sul piano del riconoscimento del suo status negativo- saranno presi –ci dicono- i provvedimenti del caso.Ma ora, torniamo a cose serie: il governo Monti parla di riforme, in Sicilia non si sa una mazza su cosa fare per la Regione e oggi ricomincia –soprattutto e sopra ogni cosa- il campionato di calcio di serie A!Ps: ribadiamo trattasi di SATIRA (S come Savona, A come Ancona, T come Torino, I come Imperia, R come Roma, A come andatea…Falcone).

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Redazione Iene Siciliane

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