Arringa ficcante al processo “Cherubino”. Il 18 dicembre la sentenzad iena giudiziaria Marco Benanti
Udienza importante stamane, in Tribunale, nel processo cosiddetto “Cherubino” che ipotizza una serie di reati, a vario titolo, dall’associazione mafiosa all’illecita concorrenza, alla tentata estorsione, nell’ambito dell’attività del “caro estinto”, in cui sarebbe protagonista la famiglia D’Emanuele. Oggi, davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Catania (Presidente Cavallaro, a latere De Pasquale e Corrao) ha parlato la Difesa di Natale D’Emanuele, anziano boss imparentato con i Santapaola. L’uomo era presente, dietro le sbarre e ha seguito in silenzio l’arringa dell’avv. Francesco Antille. In aula, un solo cronista e qualche familiare.L’avv. Antille, in particolare, si è soffermato sulle recenti dichiarazioni del “pentito” –già reggente del clan Santapaola- Santo La Causa (nella foto). La Difesa di D’Emanuele ha evidenziato le contraddizioni delle propalazioni di La Causa, che ha riferito, il 6 novembre scorso, in Corte d’Assise. Due versioni completamente diverse –ha evidenziato l’avv. Antille, l’una in contraddizione con l’altra. E su aspetti salienti. Quali? Sul tipo di aziende coinvolte nelle attività illecite, in una versione è impresa di costruzioni in un’altra di pompe funebri. E poi discrepanze –a sentire ancora la Difesa di D’Emanuele- su quanto riferito in merito ai contatti con un figlio dell’anziano boss e alla data di questi contatti. Insomma, verrebbe fuori, nella prospettazione della Difesa, un Santo La Causa quasi “a due facce” o certamente “a due versioni”.Comunque, Antille si è soffermato, fra l’altro, su altri aspetti, come il supposto “monopolio” nel settore delle onoranze funebri sostenuto dall’Accusa: dati alla mano, la Difesa di D’Emanuele ha parlato di un mercato in cui ai D’Emanuele sarebbe riferibile un 5% del giro d’affari. E l’altro 95%? Antille, mostrando fogli del quotidiano “La Sicilia”, ha detto che le aziende concorrenti hanno spazi pubblicitari sul giornale, altro che “monopolio”!E sull’accusa arrivata da La Causa secondo la quale D’Emanuele avrebbe ordinato un omicidio per ragioni di concorrenza? Non ci sono riscontri reali, semmai D’Emanuele, nell’unico caso in cui in passato, ha avuto simili accuse è stato assolto.Prossima udienza il 18 dicembre, quando arriverà la sentenza che riguarda diciotto imputati, fra cui Natale D’Emanuele. Per lui l’Accusa ha chiesto venti anni di reclusione.
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