Mafia, il boss Santo La Causa: “non conosco Raffaele Lombardo, ma mi hanno detto che nella sua campagna…”


Pubblicato il 20 Giugno 2012

Ma spunta un incontro in una campagna del Presidente della Regione….E poi, vi raccontiamo come viene gestita la notizia a Catania: gli “stolti” che non vogliono capire è ora che si adeguino?

Di Iena Giornalistica Marco Benanti

Partiamo dalla notizia: il boss pentito Santo La Causa, per un periodo ritenuto reggente del clan Santapaola, dice di “non conoscere Raffaele Lombardo”. Una notizia-bomba nell’economia del processo per reato elettorale contro il presidente della Regione Siciliana, imputato con il fratello Angelo, parlamentare nazionale dell’Mpa. Ma non c’è solo questo: la notizia è arrivata dall’Agi e dall’Ansa, due grandi agenzie di stampa.

I lettori devono sapere che chi scrive –insieme ad altri colleghi evidentemente senza le “conoscenze giuste” (o la “doverosa affidabilità”?)- da giorni ha tentato di conoscere, col solo obiettivo di fare informazione, solo ed esclusivamente per questo evitando illazioni, “tagli” interessati o leggende metropolitane, almeno il contenuto dei nuovi verbali. Sono tre in tutto, depositati dalla Procura della Repubblica nel processo davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Catania, giudice Michele Fichera. Non è stato possibile. Ci è stato detto che non sarebbe “uscito” nulla: riservatezza assoluta. Eppure, i verbali sono stati depositati, quindi non si capisce di quali “segreti” si parli. Volevamo fare solo informazione.

Invece, no: la notizia la danno l’Agi e l’Ansa, nell’arco di poco tempo. Ovvero, tradotto la notizia la gestisce il sistema di Potere, che ha in Mario Ciancio Sanfilippo il suo fulcro principale, che controlla, una cosa su tutto, l’Ansa di Catania. (Per inciso, notate sotto che sono riusciti a scrivere Raffaele Santapaola!).

Questo è il “Sistema Catania” all’opera, nella sua operatività reale, da decenni. Malgrado gli innocui parolai del sinistrume catanese, è un sistema che, soprattutto quando ci sono le “cose che contano”, funziona. A “meraviglia”. Anche perchè non ha contropoteri. Si chiama, semplicemente, gestione della notizia, fondamentale per chi comanda in città: a Catania pochi lo hanno denunciato nel tempo, uno è stato certamente Titta Scidà.

Ma comunque ecco cosa riportano le agenzie…e buona stampa a tutti.

“MAFIA: PENTITO LA CAUSA,NON SO DI POLITICA E NON CONOSCO LOMBARDO = (AGI) – CATANIA, 20 GIU. – IL NEO PENTITO SANTO LA CAUSA E’ UN MAFIOSO CHE SI OCCUPAVA POCO DEI RAPPORTI CON LA POLITICA: DICE DI NON CONOSCERE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE SCIILIANA, RAFFAELE LOMBARDO, SOSTIENE DI NON AVERE MAI VOTATO ALLE ELEZIONI DI QUALSIASI GENERE E DI RICORDARE CHE DURANTE GLI ANNI SETTANTA-OTTANTA LA COSCA DEI FERRERA “CAVADDUZZU” LA DEMOCRAZIA CRISTIANA E IN PARTICOLARE L’EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIOVANNI LEONE, CHE DA AVVOCATO DIFESE IL VECCHIO PADRINO DEL CLAN. QUESTO IL CONTENTUO DEI VERBALI DI LA CAUSA, GIA’ DEPOSITATI NEL FASCICOLO DEL PUBBLICO MINISTERO AL PROCESSO PER VOTO DI SCAMBIO NEI CONFRONTI DEL GOVERNATORE RAFFAELE LOMBARDO E DI SUO FRATELLO ANGELO, DEPUTATO NAZIONALE MPA”.

“Si ‘occupava poco dei rapporti con la politica’, tanto da ‘non conoscere Raffaele Lombardo’ e di ‘non avere mai votato’. Cosi’ il neo pentito Santo La Causa,parla del governatore nei verbali depositati dalla procura nel processo per reato elettorale al presidente della Regione Siciliana e a suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa, che si celebra davanti al Tribunale monocratico di Catania. Il boss di Cosa nostra legato alla ‘famiglia’ Santapaola spiega il meccanismo generale di rapporti tra la ‘Cupola’ e i politici: quelli ‘minori’ pagano l’appoggio, e possono essere appoggiati anche da singoli gruppi; da quelli piu’ importanti, gestiti dal ‘ghota’ dell’organizzazione, non versavano anticipi, la dazione avverra’ dopo l’elezione con uno scambio di favori di spessore.Nella ‘famiglia’ Santapaola uno degli uomini di riferimento e di collegamento con i politici, secondo Santo La Causa, sarebbe stato Enzo Aiello che, ha riferito il neo collaboratore, non avrebbe mai parlato con lui di Raffaele Lombardo.L’unico caso politico di cui dice di avere memoria diretta, spiega Santo La Causa, risale agli anno Settanta-Ottanta, quando il clan dei ‘Cavadduzzu’ di Catania sostenne, per gratitudine, l’allora avvocato Giovanni Leone, che aveva difeso il boss Ferrera in un processo per un accoltellamento che all’epoca fece scalpore in citta’” (Ansa).

“Nelle campagne di proprieta’ di Raffaele Santapaola/span> si sarebbe svolto un incontro tra mafiosi di alto livello ai quali avrebbero partecipato Raimondo Maugeri, esponente di spessore del clan Santapaola poi ucciso in un agguato a Catania, e il boss di Caltagirone ‘Ciccio’ La Rocca per sanare dei contrasti interni alla ‘famiglia’. Lo afferma, parlando de relato, il neo pentito Santo La Causa, parlando del governatore Lombardo nei verbali depositati dalla Procura nel processo per reato elettorale al presidente della Regione Siciliana e a suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa, che si celebra davanti al Tribunale monocratico di Catania. Sarebbe stato Carmelo Puglisi, esponente di spessore del clan Santapaola, citando quando gli aveva detto a sua volta Raimondo Maugeri, a svelargli il luogo dell’incontro e i suoi partecipanti. La Causa, pero’, precisa di non sapere indicare il perche’ di quella riunione e della scelta di quella casa. Puglisi disse anche a La Causa che gli sarebbe piaciuto incontrare Lombardo per parlare di favori e che una persona che poteva fare da intermediario poteva essere l’autista del presidente” (Ansa).

“ATTENZIONE — CORRETTA MAFIA: LA CAUSA, QUELL’INCONTRO DI BOSS IN CAMPAGNA ++ RPT++ (RIPETIZIONE CON TESTO CORRETTO ALLA SECONDA RIGA) (ANSA) – ROMA, 20 GIU – Nelle campagne di proprieta’ di Raffaele lombardo (Rpt: lombardo, e Non: Santapaola) si sarebbe svolto un incontro tra mafiosi di alto livello ai quali avrebbero partecipato Raimondo Maugeri, esponente di spessore del clan Santapaola poi ucciso in un agguato a catania, e il boss di Caltagirone ‘Ciccio’ La Rocca per sanare dei contrasti interni alla ‘famiglia’. Lo afferma, parlando de relato, il neo pentito Santo La Causa, parlando del governatore nei verbali depositati dalla Procura nel processo per reato elettorale al presidente della Regione Siciliana e a suo fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa, che si celebra davanti al Tribunale monocratico di catania. Sarebbe stato Carmelo Puglisi, esponente di spessore del clan Santapaola, citando quando gli aveva detto a sua volta Raimondo Maugeri, a svelargli il luogo dell’incontro e i suoi partecipanti. La Causa, pero’, precisa di non sapere indicare il perche’ di quella riunione e della scelta di quella casa. Puglisi disse anche a La Causa che gli sarebbe piaciuto incontrare lombardo per parlare di favori e che una persona che poteva fare da intermediario poteva essere l’autista del presidente. (ANSA).”

MAFIA: LEGALE LOMBARDO, PM VALUTINO ATTENDIBILITA’ PENTITO AVVOCATO, DA LA CAUSA RICOSTRUZIONE GROTTESCA E SENZA FONDAMENTO (ANSA) – catania, 20 GIU – ”CONFIDO NELLA PROFESSIONALITA’ DELL’UFFICIO DELLA PROCURA CHE VALUTERA’ CON ATTENZIONE L’ATTENDIBILITA’ DELLE DICHIARAZIONI DEL SIGNOR SANTO LA CAUSA SUL PRESIDENTE raffaele lombardo CHE GIA’ A UNA PRIMA LETTURA RISULTANO ASSURDE E TOTALMENTE PRIVE DI FONDAMENTO”. LO DICE ALL’ANSA L’AVVOCATO ALESSANDRO BENEDETTI, LEGALE DEL GOVERNATORE DELLA SICILIA SUI CONTENUTI DELLE PRIME DICHIARAZIONI FATTE DAL COLLABORATORE DI GIUSTIZIA E DEPOSITATE NEL PROCESSO PER REATO ELETTORALE AL TRIBUNALE DI catania. ”CHIUNQUE – AGGIUNGE IL PENALISTA – PUO’ RENDERSI CONTO DI QUANTO QUESTA NARRAZIONE, DE RELATO, SIA GROTTESCA. LO STESSO INFATTI HA AFFERMATO DI AVERE SAPUTO DA UN TALE PUGLISI CHE CI SAREBBE STATO UN INCONTRO NELLA CASA DI CAMPAGNA DEL PRESIDENTE LOMBARDO TRA MAUGERI, LA ROCCA ED ESPONENTI DELLA FAMIGLIA MIRABILE, FINALIZZATO A RISOLVERE I CONTRASTI INSORTI TRA LA FAMIGLIA MIRABILE E I SIGNORI LA ROCCA E MAUGERI DALL’ALTRA. E CHE SOLO DOPO QUESTA RIUNIONE – OSSERVA IL LEGALE – IL LA ROCCA E IL MAUGERI SI SAREBBERO INTRATTENUTI CON IL LOMBARDO. NELLA STORIA DEL PENTITISMO NOSTRANO – SOTTOLINEA L’AVVOCATO BENEDETTI – NON ERAVAMO MAI ARRIVATI AL PUNTO CHE UN PRESIDENTE DI REGIONE, NEL PIENO DELLA SUA ASCESA POLITICA, ‘NOLEGGIASSE’ LA SUA CASA AFFINCHE’ VI SI SVOLGESSE UNA RIUNIONE MAFIOSA”. ”SOLO UNA FERVIDA FANTASIA – DICE IL PENALISTA – PUO’ INFATTI IMMAGINARE LOMBARDO CHE ASPETTA TRANQUILLO NELL’ALTRO LATO DELLA CASA LA FINE DELLA RIUNIONE MAFIOSA PER POTER ‘FINALMENTE’ INTERLOQUIRE CON LOR SIGNORI, MENTRE MAGARI IN CUCINA LA SIGNORA PREPARA UN LAUTO BANCHETTO. TUTTO QUESTO RISCHIA DI SUPERARE IL RIDICOLO E DI FARE PRECIPITARE ANCOR DI PIU’ LA SERIETA’ DI UN PROCESSO GIA’ MINATO DA ALTRE DICHIARAZIONI TUTTE OVVIAMENTE COME QUEST’ULTIMA DE RELATO. RIBADISCO – CONCLUDE L’AVVOCATO – CHE CONFIDO TANTO NELLA PROFESSIONALITA’ DEI PM CHE IMPEDIRANNO CHE TUTTO CIO’ ACCADA”. (ANSA).

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