Ecco altri scenari e nomi dall’inchiesta “Nuova Ionia” illustrata stamane in conferenza stampa…Di iena munnizzara Marco Benanti
“Certamente c’erano soggetti mafiosi di alto rilievo che avevamo già arrestato che avevano addirittura un ruolo formale all’interno della società Aimeri che gestiva il servizio dei rifiuti per un Ato di una consistente fetta del nostro distretto. Certamente, c’è un problema serio che va affrontato anche oltre quello che noi oggi abbiamo già accertato”. Così il Procuratore della Repubblica di Catania Giovanni Salvi, parlando con i cronisti in conferenza stampa.
Certo, che a sentire inquirenti e investigatori dell’operazione “Nuova Ionia” si potrebbe restare sorpresi: alcuni arrestati, accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, hanno avuto un ruolo nell’orbita della Aimeri. Come Roberto Russo “…già responsabile tecnico-operativo della Aimeri Ambiente –è scritto nel comunicato consegnato ala stampa- allo stato detenuto per elementi di mafia ed elemento di spicco del clan mafioso dei Cintorino, correlato al noto clan dei Cursoti, a sua volta gruppo gravitante nell’orbita del potente clan dei ‘Cappello/Bonaccorsi’ di Catania…” Oppure Gianluca Spinella “…già detenuto agli arresti domiciliari per delitti di mafia, sorvegliante della Aimeri Ambiente per il comune di Calatabiano (Ct) ed elemento di spicco del clan mafioso dei Cintorino di Calatabiano…“Comunque, è arrivata una replica, eccola: “la Societa’ Aimeri Ambiente “con riferimento all’inchiesta della Procura di Catania” si definisce “totalmente estranea rispetto alla vicenda, considerandosi con tutta evidenza parte lesa ed annunciando la propria costituzione in giudizio come parte civile”. La societa’ precisa, inoltre, “che le persone colpite dai provvedimenti giudiziari sono dipendenti ed ex dipendenti con mansioni di secondo piano e che comunque risponderanno personalmente dei reati per i quali sono accusati, alcuni reati addirittura completamente estranei all’attivita’ svolta dalla societa’”. Infine “si evidenzia che l’equivoco sul presunto coinvolgimento dell’azienda, diffuso erroneamente da alcune fonti di informazione, comporta gia’ da ora un danno gravissimo per Aimeri Ambiente che si riserva di agire per la piena tutela dei propri diritti e della propria immagine. La societa’ Aimeri Ambiente e’ pronta a garantire, come sempre, la massima disponibilita’ a collaborare con le Autorita’ competenti per fare luce sulle gravi vicende di cui ancora, tuttavia, non conosce nel dettagli i particolari”.
Comunque, quel che viene fuori dall’inchiesta è l’intrusione della mafia per lucrare nel ricco business dello smaltimento dei rifiuti. Con l’inerzia di qualche pubblica amministrazioni, tradotto assenza o carenza di controlli, fra i 18 paesi che ricadono in quell’ “ambito ottimale” (lo chiamano così!).Indagati anche amministratori pubblici, in particolare dei comuni di Mascali e di Giarre. E’ indagato il sindaco di Mascali Filippo Monforte per corruzione.
Dalle indagini, inoltre, è emerso il ruolo di spicco dei fratelli Alfio e Salvatore Tancona e di Roberto Russo, considerati ai vertici del clan Cintorino. Russo ha avuto, come già detto, prima di essere arrestato nel maggio dell’anno scorso, un ruolo nella società per l’appalto. Successivamente alla sua cattura, furono compiuti degli attentati incendiari ai danni del cantiere della Aimeri di Macchia di Giarre, con la distruzione di numerosi mezzi.
Sono stati altresì arrestati per associazione per delinquere semplice i dipendenti della Aimeri Ambiente Alfio Aquino, Francesco Caruso e per l’ex direttore per la Sicilia Orientale della Aimeri Ambiente Alfio Agrifoglio. Contestato lo stesso reato a Roberto Palumbo, ingegnere, responsabile tecnico della discarica gestita dalla Sicilia Ambiente spa di Enna, sita in Val Dittaino e al coordinatore della discarica, sito di compostaggio, gestito dalla Sicilia Ambiente spa di Enna, sita in Val Dittaino, Gaetano La Spina.
Sono sottoposti agli arresti domiciliari Roberto Palumbo, Gaetano La Spina, Francesco Caruso, Maurizio Vecchio e Giuseppe Grasso.Scoperte irregolarità nei servizi di igiene pubblica, che avrebbero consentito all’organizzazione di lucrare rilevanti vantaggi, mediante la falsificazione dei formulari di raccolta e conferimento in discarica e il ricorso alla procedura di somma urgenza, come ad esempio nella eliminazione di micro discariche, pulizia di caditoie e pulitura dei margini stradali, in favore di ditte riconducibili –secondo gli investigatori- alla organizzazione mafiosa. Nel contesto delle indagini, è stato individuato un poligono di tiro, usato per esercitazioni all’utilizzo di armi da fuoco e acquisite fonti di prove che riconducono a un consistente traffico di sostanze stupefacenti (con l’utilizzo di giovani spacciatori) e alla detenzione e porto di armi.
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