“MafiaValley”: la Città si ribella e loro dicono che è solo una strumentalizzazione

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di iena al corteo marco benanti

Oggi, sabato 30 gennaio, alle 17,30 corteo in via Etnea per dire no alla Mafia al Comune.

Di seguito vi riportiamo la lunga nota diffusa dal presidente del consiglio comunale Francesca Raciti e da una sfilza di consiglieri (capigruppo e sottocapi vari) e l’appello pro Bianco fatto firmare a cinque persone, in testa l’ottantenne Pasquale Pistorio.

Questi due surreali documenti hanno in comune la tesi che via sia una “strumentalizzazione” alla base della protesta di larghi strati della cittadinanza per la “serena” convivenza del sistema di potere cittadino impersonato dal podestà “Enzo Bianco IV” con interessi ancorati a connivenze,  mala amministrazione, improvvisazione: insomma il contesto migliore per fare annidare la mafia e il suoi schifosi metodi di sopraffazione. Come negli anni ’70 e ’80, la Catania del Palazzo, insidiata reagisce infastidita: nessuno si azzardi a dubitare dell’onorabilità di lor signori, interpreti appagati di una città che sta affondando nel degrado e nella propaganda, con  il suo ineffabile sindaco che continua a farsi fotografare, sempre più lontano dalla realtà e con la testa altrove.

Qualora  avessimo avuto qualche dubbio a lanciare un appello a partecipare sabato pomeriggio alle 17,30 davanti all’ingresso della villa Bellini al corteo contro la mafia dal Comune, queste due prese di posizione ci hanno tolto dall’imbarazzo: andare e manifestare diventa un dovere assoluto per mandare a casa questo cascame di personaggi pronti a strisciare davanti al capo di turno(da Lombardo a Bianco) che si prestano a  sottoscrivere le veline di un “palazzo d’inverno” dove ormai persino lo “zar” vuole fuggire, con una faccia tosta degna di miglior causa.

Chi vuole li legga questi due documenti, per farsi un idea della brodaglia riscaldata, della banalità e dell’irritante servilismo che segnano, più che ma, la siderale e incolmabile distanza con la Catania devastata e offesa da tanto insopportabile degrado delle coscienze e seppellita dalla disperazione.

 

 ecco i due testi di seguito:

Comune di Catania
Ufficio Stampa
29.01.2016
 
Riceviamo e giriamo dalla Presidenza del Consiglio Comunale e dalla Conferenza dei Capigruppo la seguente dichiarazione :
 
Assistiamo a continui attacchi politici e personali da parte di alcune forze politiche che oggi non sono rappresentate nel senato cittadino. A differenza di chi giornalmente emana proclami e manda comunicati stampa, questo consiglio comunale ha votato ed emanato diversi atti concreti a testimonianza dell’impegno profuso in questi due anni e mezzo di mandato elettorale, volti a diffondere la cultura della legalità e della trasparenza.
Ci piace ricordarne solo alcuni: il regolamento per la gestione dei beni confiscati alla mafia; l’istituzione della commissione speciale legalità-sicurezza urbana-trasparenza-senso civico a titolo gratuito; la bozza di regolamento sulla gestione open data dei dati; il riconoscimento di centinaia di debiti fuori bilancio per rendere il bilancio del comune certo e trasparente; la giornata del ricordo delle vittime della mafia; l’ottemperanza al DL 33 del 2013; la bozza di regolamento sugli aiuti alle imprese che hanno denunciato il racket e l’usura. E siamo orgogliosi di rappresentare un Comune che, ad esempio, si costituisce parte civile in tutti i processi per Mafia o che ha siglato numerosi protocolli di legalità e anticorruzione con la Prefettura.
 
Il consiglio comunale è stato accusato di rappresentare una zona d’ombra da persone che hanno da sempre avuto rapporti politici con i consiglieri oggi citati. Si tratta infatti di una relazione redatta, in modo assai discutibile e senza alcun pronunciamento della Magistratura, da deputati regionali, anche catanesi, contro dei consiglieri comunali. 
 
Per colpa di ciò sono iniziate strumentalizzazioni inaccettabili che colpiscono le istituzioni e la nostra città, prima ancora che i singoli. Non ci piace che Catania venga ulteriormente riportata sotto i riflettori con argomentazioni bizzarre e che non vengono trattate nelle sedi opportune e dalle figure preposte. Abbiamo grande fiducia nella Prefettura, nella Magistratura e nella Commissione Nazionale Anti-mafia e continueremo ad ottemperare a tutte le direttive che ci verranno impartite dagli organi preposti.
Non vorremmo pensare male e credere che, chi sta dietro a queste manifestazioni e iniziative lo faccia solo perchè non ha avuto il consenso politico per essere stato eletto in consiglio comunale, oppure a fini propagandistici e elettorali. E che questo avvenga per miseri tornaconti politici, e per visibilità personale, strumentalizzando, invece, coloro i quali in buonafede pensano di svolgere un buon servizio alla propria città. Questi atteggiamenti non fanno altro che pubblicizzare Catania come una città intrisa di mafia e malaffare. Le forze dell’Ordine e la Magistratura svolgono un lavoro encomiabile per la legalità nella nostra città. La criminalità organizzata va affrontata seriamente, non con semplici slogan basati su misere accuse politiche. La reputazione di decine migliaia di persone perbene che vivono e lavorano con onestà a Catania, nell’interesse del territorio, ognuno con le proprie capacità e competenze, non può essere infangata in questo modo. 
 
Le stesse persone che lanciano accuse generiche hanno, recentemente, tentato di svilire il ruolo delle commissioni e dei consiglieri comunali, con il reperimento del 1,8% circa di piccole incongruenze sugli orari di entrata e uscita degli stessi. Si tratta di accuse inesistenti, soprattutto considerato che i gettoni retribuiti non vengono assegnati in base ai minuti ma alle presenze. Qualcuno evidentemente, non eletto in consiglio comunale, non conosce i regolamenti. Auguriamo loro di essere eletti con noi nelle prossime consiliature. 
Invitiamo tutti a collaborare su un percorso comune di legalità, non certo con iniziative estemporanee, ma attraverso un supporto propositivo. Per chiunque di noi è semplice gridare la frase “Fuori le Mafie dal Comune e dalle Istituzioni”. Molto più utile è praticare quella frase e renderla efficace. Noi ci stiamo provando.
 
Francesca Raciti, presidente del Consiglio Comunale di Catania,
Carmelo Coppolino, presidente Commissione Speciale legalità -sicurezza urbana; trasparenza – senso civico, consigliere di Catania Futura,
Alessandro Porto, Capogruppo Bianco per Catania,
Alessandro Messina, Capogruppo Catania Futura,
Carmelo Sgroi, Capogruppo Progetto Popolare,
Giovanni D’Avola, Capogruppo PD,
Daniele Bottino, Capogruppo Megafono,
Giovanni Marletta, Capogruppo Catania 2.0,
Giuseppe Castiglione capogruppo Grande Catania,
Agatino Lombardo, Capogruppo Articolo 4,
Sebastiano Arcidiacono,Vicepresidente vicario del Consiglio Comunale,
Agatino Tringale, Vicepresidente supplente del Consiglio Comunale,
Santi Bosco, Capogruppo Forza Italia,
Massimo Tempio, Capogruppo Gruppo Misto.

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 La nostra terra e la nostra città hanno pagato, per colpa della mafia e della criminalità, un prezzo altissimo in termini di vite umane e di mancato sviluppo. Occorre una battaglia prima di tutto culturale che tutti dobbiamo continuare a portare avanti per il rilancio del nostro territorio. E che non va combattuta solo con le parole ma soprattutto con atti e comportamenti concreti.

 Catania oggi sta voltando pagina, anche in termini di legalità e lotta al malaffare. Le demolizioni delle abitazioni abusive operate grazie all’azione congiunta di Procura e Comune; la costituzione di parte civile del Comune nei processi per mafia; le speculazioni edilizie bloccate dalla giunta Bianco alla scogliera e quella al Parcheggio Sanzio cancellando la nascita dell’ennesimo centro commerciale; il protocollo di legalità siglato tra Comune e Prefettura per verificare l’origine di tutte le risorse utilizzate nei progetti del Pua; l’emersione di centinaia di debiti fuori bilancio realizzati dalle precedenti amministrazioni e l’invio degli atti alla Corte dei Conti; l’istituzione, insieme alle associazioni per la legalità, della giornata comunale in ricordo delle vittime di mafia; il protocollo di legalità firmato in Municipio alla presenza del Commissario Anticorruzione Raffaele Cantone; il licenziamento in tronco di dirigenti e controllori corrotti nel settore della raccolta rifiuti prima ancora che andassero sotto processo. Questa è la legalità, la lotta alla mafia e alla corruzione che una città deve mettere in campo e che il sindaco Enzo Bianco e il comune di Catania hanno compiuto.

 Chi vuole andare contro queste importanti iniziative? La domanda è d’obbligo. Molte di queste azioni, infatti, hanno colpito interessi particolari. Oggi chi si è sentito danneggiato da questa opera di legalità sta facendo di tutto per bloccarla. C’è chi la vuole indebolire con attacchi ingiustificati, con strumentalizzazioni o con manifestazioni pubbliche eterogenee e fuorvianti. C’è chi lo fa per miseri tornaconti politici, chi per visibilità personale, chi anche in buonafede in nome di uno slogan. In tutti i casi l’azione di legalità che oggi Catania vive va supportata con convinzione, non certo con iniziative estemporanee. L’indistinto è nemico della verità e dire che tutti sono mafiosi equivale a dire che non lo è nessuno: un errore clamoroso e drammatico. 

 Le accuse che in questi giorni dei politici rivolgono ad altri politici e le indiscrezioni sui giornali relative alla relazione di una commissione dell’Assemblea regionale siciliana hanno lanciato alcune ombre. La Magistratura, alla quale il Sindaco Bianco ha autorevolmente chiesto “con forza, in assoluta coerenza con una storia di impegno politico contro la criminalità e per la legalità, di fare al più presto piena luce”, farà le sue ulteriori valutazioni. Va colpito non solo chi avrebbe compiuto dei reati, ma anche chi ha commesso azioni moralmente sbagliate. E vanno invece tutelati le istituzioni, le persone perbene, gli amministratori attenti, chi svolge il proprio ruolo con impegno e passione.

 “La mafia fuori da Catania” è uno slogan che tutti potremmo sottoscrivere, se non fosse strumentalizzato come spesso avviene. Noi quindi preferiamo praticarlo anziché dirlo. E soprattutto sostenere chi in questi anni, da Libera, ad Addio Pizzo, dalle forze dell’ordine alla Magistratura, combatte contro la mafia. E sostenere chi, come l’amministrazione comunale guidata da Enzo Bianco, ha messo in campo quegli atti concreti, non parole, a favore della legalità.

 I rapporti eccellenti tra le istituzioni catanesi sono riconosciuti in maniera diffusa. La collaborazione tra Prefettura, Forze dell’Ordine, Magistratura e Comune ha portato a fare squadra e ottenere risultati concreti che tutti devono supportare.

 Oggi che finalmente Catania ha voltato pagina superando gli anni bui ed alcune esperienze nefaste, i tempi in cui comandavano esponenti politici locali e regionali, alcuni dei quali poi condannati o in prigione, occorre dare una risposta a chi usa l’antimafia per fini politici o pubblicitari. Diciamo basta a chi vuole a tutti i costi il male della città e a chi vuole bloccare lo sviluppo della nostra terra che, finalmente, sta accelerando grazie ad un’aria nuova nel segno della legalità.

 Pasquale Pistorio, già presidente ST Microelectronics 

Bruno Caruso, docente universitario e già assessore regionale al Lavoro e al

Nellinà Laganà, attrice 

Antonio Perdichizzi, imprenditore 

Sarah Spampinato, libera professionista. 

 

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Redazione Iene Siciliane

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