Magistratura: ci lascia il dr. Ugo Scelfo. Un ricordo per una figura che ha lasciato il segno


Pubblicato il 26 Aprile 2016

Si è spento un grande magistrato, il dr Ugo Scelfo. Una perdita incolmabile. Venerdì, alle 16, saranno celebrati i funerali in Cattedrale, a Catania.

Lo vogliamo ricordare con queste note che seguono, che, in estrema sintesi, ripercorrono la sua carriera, mettendone in evidenza le capacità professionali e umane.

Ai familiari le sentite condoglianze di “ienesicule”.

Il dr. Ugo Scelfo era stato  nominato uditore giudiziario il 05.04.1965 e aveva svolto il periodo di tirocinio nel Distretto della Corte d’Appello di Catania; in  data 14.02.1966, gli erano state conferite le funzioni giurisdizionali; trasferito  al Tribunale di  Milano, era  stato assegnato prima alla  V sezione e poi alla VII,  entrambe  civili, competenti in materia di obbligazioni,  condominio e risarcimento danni contrattuali ed extracontrattuali;  era stato, pure, applicato  alla  X Sezione penale.

Nominato aggiunto giudiziario, il 13.06.1967, era stato trasferito alla Pretura mandamentale di Belpasso dove, quale unico magistrato togato, aveva svolto funzioni requirenti e giudicanti.

In questo Ufficio, nel settore penale, egli si era occupato anche di reati ambientali.

In particolare, nel 1971, aveva celebrato un processo relativo ad una cava abusiva di lapillo vulcanico (Monti Rossi – territorio di Nicolosi),  realizzata in zona sottoposta a vincolo ambientale.

Inoltre, nel 1975, il dott. Scelfo promuoveva e definiva un procedimento penale (allora non esisteva la legge sulla lottizzazione abusiva) per il  frazionamento, ai fini edilizi, di un terreno esteso circa sei milioni di metri quadrati, sito in contrada “Sclafani” (Etna, territorio di Nicolosi),  soggetto a vincolo ambientale.

Nella zona, si stavano realizzando venti chilometri di strada e non era previsto alcun sistema fognante.

Al riguardo, si evidenzia che la urbanizzazione del sito, oltre a deturpare l’ambiente naturale, avrebbe causato l’inquinamento del  suolo e delle sottostanti vene idriche, con un notevole danno al patrimonio idrico etneo, definito “il più grande serbatoio” di acqua della Sicilia.

Entrambe le sentenze di condanna furono confermate dalla Suprema Corte di Cassazione.

Nel settore civile, il dott. Scelfo aveva trattato tutti gli affari inerenti a questa materia, incluse le controversie  di lavoro e i procedimenti di esecuzione.

La permanenza nella Pretura mandamentale si era protratta  fino al 1978, con applicazioni  alla II sezione penale del Tribunale di Catania, competente a giudicare omicidi colposi,  reati di contrabbando, delitti dei  privati contro la pubblica amministrazione, furti aggravati, nonché  alla V Sezione civile, nella quale si trattavano le esecuzioni immobiliari e le cause di  risarcimento dei danni da circolazione stradale.

Come giudice civile,era stato, anche, applicato alle Preture di Randazzo e di Mascalucia.

Trasferito, su sua richiesta, al Tribunale di Catania, è  stato assegnato alla II seconda sezione penale, dove  è rimasto  alcuni anni. E’ di quel periodo la sentenza, relativa all’attentato dinamitardo  in danno dei locali  della  concessionaria FIAT di Catania, perpetrato da militanti di  “Autonomia operaia”.

Dopo un periodo di applicazione alla sezione fallimentare, era stato assegnato alla sezione promiscua (civile e penale),  svolgendovi le  funzioni di giudice “a   latere” nel collegio civile  e di presidente del collegio penale.

La sezione decideva gli appelli avverso le sentenze penali e civili delle Preture del circondario e aveva competenza specifica in materia di truffe e di locazioni (equo canone).

Assegnato alla III sezione civile dello stesso  Tribunale,  si  era occupato di diritti reali, successori, controversie condominiali e obbligazioni. Aveva pure composto il collegio  della sezione specializzata agraria. Alla terza sezione civile e alla sezione specializzata agraria aveva prestato servizio per cinque anni.

Dal 1978, era stato, anche,  giudice “a latere”  supplente  della Corte di Assise ed estensore di diverse sentenze (omicidi, delinquenza organizzata). Aveva svolto tale ruolo per dieci anni, cumulandolo con la gravosa funzione di giudice civile.

Nel 1988, ottenne la nomina a Consigliere  dirigente del Mandamento di  Enna.

Entrata in vigore la legge istitutiva della Pretura circondariale,  confluirono nella nuova struttura giudiziaria altre sei preture mandamentali,  per lo più, con  organici giudiziari e amministrativi gravemente carenti o, addirittura, scoperti da anni.

Una difficile situazione, attestata in un  rapporto del Presidente del Tribunale di Enna.

Il Capo dell’Ufficio apprezzava la capacità organizzativa  del  Consigliere pretore il quale, nonostante le notevoli carenze di personale giudiziario ed amministrativo, definiva, nella sede, dove egli svolgeva le funzioni di giudicante, tutti gli affari civili e penali sopravvenuti dalla costituzione del nuovo ufficio giudiziario.

Inoltre,  mensilmente, il dr. Ugo Scelfo  si recava nella sezione distaccata  senza presidio di Barrafranca dove teneva l’udienza civile.

Tale incombenza  era scaturita dalla necessità di arginare la protesta del  Foro locale originata dalla mancata previsione legislativa, nella sezione, dei presidio amministrativo, causa di gravi disagi per l’attività professionale degli avvocati.

Inoltre, il Consigliere Pretore, nei casi di astensione o  impedimento del magistrato titolare, si recava, anche, nella sezione distaccata con presidio di Piazza Armerina, per svolgervi  le funzioni di giudicante  civile e penale.

In quegli stessi anni, il Presidente della Corte di Appello di Caltanisetta, per alcuni mesi, applicava, il dott. Scelfo, quale consigliere, alla I sezione penale.

Nel 1993, egli otteneva il conferimento delle funzioni di legittimità e il trasferimento in Cassazione, dove  era assegnato alla VI sezione penale  prestandovi servizio  fino alla prima metà  dell’anno 2000.

La VI sezione penale è competente in materia di delitti dei pubblici ufficiali; delinquenza organizzata, a rotazione con altre sezioni della Corte, di violazioni della legge sugli stupefacenti (D.P.R.309/90), di reati  contro la famiglia e di estradizioni.

Dalle statistiche risulta che il dott. Scelfo aveva partecipato a 237 udienze e aveva redatto 1785 provvedimenti.

Come giudice di legittimità, tra l’altro, egli era stato estensore di due decisioni che riguardano uno la strage di Piazza Fontana (il ricorso attiene alla misura di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di Montagner Piercarlo) e l’altro  un decreto  relativo all’occupazione del campanile  della Basilica di S. Marco di Venezia, da parte di un gruppo di estremisti  politici.

Delle sentenze di Cassazione massimate, in cui  il dr. Scelfo figura estensore, alcune sono state  pubblicate in  codici commentati  (Padovani sub art. 570 c.p. e  Lattanzi,  sub artt. 570 e 358 c.p.)

In particolare, si segnala la sentenza n° 889/96, relativa al  ritardo, da parte del marito, del pagamento dell’assegno di mantenimento stabilito dal giudice civile in sede di separazione personale, nella quale la Cassazione prospetta un’ interpretazione  del I co dell’ art. 570 c.p. che  si discosta da quella tradizionale.

La motivazione, però, suscita l’attenzione e le critiche della stampa nazionale e di parte della  dottrina  e  della giurisprudenza.

Con il passare degli anni, però, tali critiche, si sono ridimensionate,  fino a quando è stato riconosciuto che la Suprema Corte, nella citata sentenza, aveva  adottato unasoluzione “ frutto di una esatta operazione ermeneutica sul limiti di applicabilità  dell’art. 570”, così in Enciclopedia – Collana diretta da Paolo Cendon  Fabrizia Fierro Cenderelli – La Violazione Degli Obblighi Di Assistenza Familiare CEDAM 2007 pp 19,20, 21 e pp 59, 60, 61 e 62 –

Per quanto concerne la stampa che si è occupata del problema, unus ex multis, si segnala l’ articolo di Mario Finocchiaro  apparso  su “ Il  Sole-24 Ore” pp 68,69,70.

Mentre le valutazioni della dottrina e il principio enunciato nella  sentenza si trovano, anche, in: Diritto Penale e Processo, 1977, 156/ Cassazione Penale – 97/1024/ Famiglia E Diritto 1997 p. 124/ Cassazione Penale  1997-2723; Enciclopedia – Collana diretta da Paolo Cendon –Fabrizia  Fierro Cenderelli – La Violazione Degli Obblighi  Di Assistenza Familiare  CEDAM 1999 p. 12- 32, 33, 34,35,36,37; Digesto IV Edizione 1999, p. 195/   Trattato di Diritto Di Famiglia Giuffrè Editore –2002 p. 470/ Trattati a cura di Paolo Cendon – Diritto di Famiglia Nei Nuovi Orientamenti Giurisprudenziali diretto da Giuseppe Cassano – V  Diritto Penale/ Della Famiglia a cura  di Francesco Giuseppe Catullo – p. 334 Giuffrè Editore 2006/ Collana diretta da Polo Cendon  – fatto e diritto –  Alessandra Sbressa Agnemi e Stefania Sbressa Agnemi  – Crisi Coniugale Obbligo di mantenimento ed accertamenti dei redditi Editore 2006 –   p. 183 Giuffrè Editore  2007. 

Nel parere espresso in data 10.2.1999  dal Presidente Titolare della VI sezione penale della Corte Suprema di Cassazione, dott. Giovanni Tranfo, con riferimento all’attività giurisdizionale  svolta in sede di legittimità dal dott. Ugo Scelfo,  si legge:

“ Il Consigliere  Ugo Scelfo, che collabora con me dall’ottobre del 1994 e che è stato assegnato alla Corte di Cassazione fin dal 1993, ha rivelato in questi anni di interrotto ed efficiente servizio, doti di grande equilibrio e di solida preparazione giuridica e, pur nella specialità delle funzioni, una chiara visione degli aspetti fattuali che si celano dietro gli schemi di legittimità.”

Tuttavia, nel 1999, per motivi di salute, il dott. Scelfo aveva chiesto e ottenuto il  trasferimento, quale sostituto,  alla Procura Generale presso la Corte di Appello di Catania.

Nel nuovo ruolo si era occupato di reati contro l’ordine pubblico, contro la  pubblica amministrazione, contro la libertà sessuale, contro la persona, contro la libertà individuale, contro il patrimonio ed ambientali.

Aveva, pure, svolto le funzioni di P.G. nel processo per il crollo della cupola della Cattedrale di Noto,  all’esito del quale, la Corte accoglieva le sue richieste, condannando un  imputato e assolvendo l’altro.

La sentenza è stata confermata dalla Suprema Corte di Cassazione.

Il dr. Ugo Scelfo aveva ideato e promosso i seguenti  convegni di studio:

 a) Problemi Della Tutela Dell’Ambiente,  svoltosi a Nicolosi  nel 1977.

Gli atti relativi sono stati pubblicati a cura dell’Amministrazione Provinciale di Catania;

b) La Legge Sull’Equo Canone  – Problemi Di Applicazione E Riflessi Sull’Assetto Edilizio Del Paese, svoltosi nel 1983  a Catania, Palazzo delle Scienze, Facoltà di Economia e Commercio.

Gli atti sono stati pubblicati a cura dell’Associazione Forense Acese.

 Pubblicazioni:

1) Il Ruolo Della Corte di Giustizia delle Comunità Europee nella Tutela del Consumatore in: “ il dottore Commercialista  oggi

Rivista Bimestrale a Cura Dell’Unione Giovani Commercialisti di Catania“ pp 5 e 6 – Novembre 1990;

2) L’Abuso di Ufficio in: Pubblica Amministrazione  – Diritto penale – Criminalità Organizzata–  Pubblicazione Atti del Convegno pp 337342 – A Cura di Carola Parano – Milano Dott. A. Giuffrè Editore – 2008

    Il dr. Ugo Scelfo era andato in pensione il 5 aprile 2005.

Dal 2010 era iscritto all’Albo degli Avvocati di    Palermo e of consuel nello Studio  Boursier Niutta & Partners (uno dei più importanti studi legali italiani)  con sedi a  Roma, Milano,  Napoli, Bologna, Torino  e Catania.

 

 

 

 

 

  

                                                                                  

 

 


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