Si è spento un grande magistrato, il dr Ugo Scelfo. Una perdita incolmabile. Venerdì, alle 16, saranno celebrati i funerali in Cattedrale, a Catania.
Lo vogliamo ricordare con queste note che seguono, che, in estrema sintesi, ripercorrono la sua carriera, mettendone in evidenza le capacità professionali e umane.
Ai familiari le sentite condoglianze di “ienesicule”.
Il dr. Ugo Scelfo era stato nominato uditore giudiziario il 05.04.1965 e aveva svolto il periodo di tirocinio nel Distretto della Corte d’Appello di Catania; in data 14.02.1966, gli erano state conferite le funzioni giurisdizionali; trasferito al Tribunale di Milano, era stato assegnato prima alla V sezione e poi alla VII, entrambe civili, competenti in materia di obbligazioni, condominio e risarcimento danni contrattuali ed extracontrattuali; era stato, pure, applicato alla X Sezione penale.
Nominato aggiunto giudiziario, il 13.06.1967, era stato trasferito alla Pretura mandamentale di Belpasso dove, quale unico magistrato togato, aveva svolto funzioni requirenti e giudicanti.
In questo Ufficio, nel settore penale, egli si era occupato anche di reati ambientali.
In particolare, nel 1971, aveva celebrato un processo relativo ad una cava abusiva di lapillo vulcanico (Monti Rossi – territorio di Nicolosi), realizzata in zona sottoposta a vincolo ambientale.
Inoltre, nel 1975, il dott. Scelfo promuoveva e definiva un procedimento penale (allora non esisteva la legge sulla lottizzazione abusiva) per il frazionamento, ai fini edilizi, di un terreno esteso circa sei milioni di metri quadrati, sito in contrada “Sclafani” (Etna, territorio di Nicolosi), soggetto a vincolo ambientale.
Nella zona, si stavano realizzando venti chilometri di strada e non era previsto alcun sistema fognante.
Al riguardo, si evidenzia che la urbanizzazione del sito, oltre a deturpare l’ambiente naturale, avrebbe causato l’inquinamento del suolo e delle sottostanti vene idriche, con un notevole danno al patrimonio idrico etneo, definito “il più grande serbatoio” di acqua della Sicilia.
Entrambe le sentenze di condanna furono confermate dalla Suprema Corte di Cassazione.
Nel settore civile, il dott. Scelfo aveva trattato tutti gli affari inerenti a questa materia, incluse le controversie di lavoro e i procedimenti di esecuzione.
La permanenza nella Pretura mandamentale si era protratta fino al 1978, con applicazioni alla II sezione penale del Tribunale di Catania, competente a giudicare omicidi colposi, reati di contrabbando, delitti dei privati contro la pubblica amministrazione, furti aggravati, nonché alla V Sezione civile, nella quale si trattavano le esecuzioni immobiliari e le cause di risarcimento dei danni da circolazione stradale.
Come giudice civile,era stato, anche, applicato alle Preture di Randazzo e di Mascalucia.
Trasferito, su sua richiesta, al Tribunale di Catania, è stato assegnato alla II seconda sezione penale, dove è rimasto alcuni anni. E’ di quel periodo la sentenza, relativa all’attentato dinamitardo in danno dei locali della concessionaria FIAT di Catania, perpetrato da militanti di “Autonomia operaia”.
Dopo un periodo di applicazione alla sezione fallimentare, era stato assegnato alla sezione promiscua (civile e penale), svolgendovi le funzioni di giudice “a latere” nel collegio civile e di presidente del collegio penale.
La sezione decideva gli appelli avverso le sentenze penali e civili delle Preture del circondario e aveva competenza specifica in materia di truffe e di locazioni (equo canone).
Assegnato alla III sezione civile dello stesso Tribunale, si era occupato di diritti reali, successori, controversie condominiali e obbligazioni. Aveva pure composto il collegio della sezione specializzata agraria. Alla terza sezione civile e alla sezione specializzata agraria aveva prestato servizio per cinque anni.
Dal 1978, era stato, anche, giudice “a latere” supplente della Corte di Assise ed estensore di diverse sentenze (omicidi, delinquenza organizzata). Aveva svolto tale ruolo per dieci anni, cumulandolo con la gravosa funzione di giudice civile.
Nel 1988, ottenne la nomina a Consigliere dirigente del Mandamento di Enna.
Entrata in vigore la legge istitutiva della Pretura circondariale, confluirono nella nuova struttura giudiziaria altre sei preture mandamentali, per lo più, con organici giudiziari e amministrativi gravemente carenti o, addirittura, scoperti da anni.
Una difficile situazione, attestata in un rapporto del Presidente del Tribunale di Enna.
Il Capo dell’Ufficio apprezzava la capacità organizzativa del Consigliere pretore il quale, nonostante le notevoli carenze di personale giudiziario ed amministrativo, definiva, nella sede, dove egli svolgeva le funzioni di giudicante, tutti gli affari civili e penali sopravvenuti dalla costituzione del nuovo ufficio giudiziario.
Inoltre, mensilmente, il dr. Ugo Scelfo si recava nella sezione distaccata senza presidio di Barrafranca dove teneva l’udienza civile.
Tale incombenza era scaturita dalla necessità di arginare la protesta del Foro locale originata dalla mancata previsione legislativa, nella sezione, dei presidio amministrativo, causa di gravi disagi per l’attività professionale degli avvocati.
Inoltre, il Consigliere Pretore, nei casi di astensione o impedimento del magistrato titolare, si recava, anche, nella sezione distaccata con presidio di Piazza Armerina, per svolgervi le funzioni di giudicante civile e penale.
In quegli stessi anni, il Presidente della Corte di Appello di Caltanisetta, per alcuni mesi, applicava, il dott. Scelfo, quale consigliere, alla I sezione penale.
Nel 1993, egli otteneva il conferimento delle funzioni di legittimità e il trasferimento in Cassazione, dove era assegnato alla VI sezione penale prestandovi servizio fino alla prima metà dell’anno 2000.
La VI sezione penale è competente in materia di delitti dei pubblici ufficiali; delinquenza organizzata, a rotazione con altre sezioni della Corte, di violazioni della legge sugli stupefacenti (D.P.R.309/90), di reati contro la famiglia e di estradizioni.
Dalle statistiche risulta che il dott. Scelfo aveva partecipato a 237 udienze e aveva redatto 1785 provvedimenti.
Come giudice di legittimità, tra l’altro, egli era stato estensore di due decisioni che riguardano uno la strage di Piazza Fontana (il ricorso attiene alla misura di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di Montagner Piercarlo) e l’altro un decreto relativo all’occupazione del campanile della Basilica di S. Marco di Venezia, da parte di un gruppo di estremisti politici.
Delle sentenze di Cassazione massimate, in cui il dr. Scelfo figura estensore, alcune sono state pubblicate in codici commentati (Padovani sub art. 570 c.p. e Lattanzi, sub artt. 570 e 358 c.p.)
In particolare, si segnala la sentenza n° 889/96, relativa al ritardo, da parte del marito, del pagamento dell’assegno di mantenimento stabilito dal giudice civile in sede di separazione personale, nella quale la Cassazione prospetta un’ interpretazione del I co dell’ art. 570 c.p. che si discosta da quella tradizionale.
La motivazione, però, suscita l’attenzione e le critiche della stampa nazionale e di parte della dottrina e della giurisprudenza.
Con il passare degli anni, però, tali critiche, si sono ridimensionate, fino a quando è stato riconosciuto che la Suprema Corte, nella citata sentenza, aveva adottato unasoluzione “ frutto di una esatta operazione ermeneutica sul limiti di applicabilità dell’art. 570”, così in Enciclopedia – Collana diretta da Paolo Cendon Fabrizia Fierro Cenderelli – La Violazione Degli Obblighi Di Assistenza Familiare CEDAM 2007 pp 19,20, 21 e pp 59, 60, 61 e 62 –
Per quanto concerne la stampa che si è occupata del problema, unus ex multis, si segnala l’ articolo di Mario Finocchiaro apparso su “ Il Sole-24 Ore” pp 68,69,70.
Mentre le valutazioni della dottrina e il principio enunciato nella sentenza si trovano, anche, in: Diritto Penale e Processo, 1977, 156/ Cassazione Penale – 97/1024/ Famiglia E Diritto 1997 p. 124/ Cassazione Penale 1997-2723; Enciclopedia – Collana diretta da Paolo Cendon –Fabrizia Fierro Cenderelli – La Violazione Degli Obblighi Di Assistenza Familiare CEDAM 1999 p. 12- 32, 33, 34,35,36,37; Digesto IV Edizione 1999, p. 195/ Trattato di Diritto Di Famiglia Giuffrè Editore –2002 p. 470/ Trattati a cura di Paolo Cendon – Diritto di Famiglia Nei Nuovi Orientamenti Giurisprudenziali diretto da Giuseppe Cassano – V Diritto Penale/ Della Famiglia a cura di Francesco Giuseppe Catullo – p. 334 Giuffrè Editore 2006/ Collana diretta da Polo Cendon – fatto e diritto – Alessandra Sbressa Agnemi e Stefania Sbressa Agnemi – Crisi Coniugale Obbligo di mantenimento ed accertamenti dei redditi Editore 2006 – p. 183 Giuffrè Editore 2007.
Nel parere espresso in data 10.2.1999 dal Presidente Titolare della VI sezione penale della Corte Suprema di Cassazione, dott. Giovanni Tranfo, con riferimento all’attività giurisdizionale svolta in sede di legittimità dal dott. Ugo Scelfo, si legge:
“ Il Consigliere Ugo Scelfo, che collabora con me dall’ottobre del 1994 e che è stato assegnato alla Corte di Cassazione fin dal 1993, ha rivelato in questi anni di interrotto ed efficiente servizio, doti di grande equilibrio e di solida preparazione giuridica e, pur nella specialità delle funzioni, una chiara visione degli aspetti fattuali che si celano dietro gli schemi di legittimità.”
Tuttavia, nel 1999, per motivi di salute, il dott. Scelfo aveva chiesto e ottenuto il trasferimento, quale sostituto, alla Procura Generale presso la Corte di Appello di Catania.
Nel nuovo ruolo si era occupato di reati contro l’ordine pubblico, contro la pubblica amministrazione, contro la libertà sessuale, contro la persona, contro la libertà individuale, contro il patrimonio ed ambientali.
Aveva, pure, svolto le funzioni di P.G. nel processo per il crollo della cupola della Cattedrale di Noto, all’esito del quale, la Corte accoglieva le sue richieste, condannando un imputato e assolvendo l’altro.
La sentenza è stata confermata dalla Suprema Corte di Cassazione.
Il dr. Ugo Scelfo aveva ideato e promosso i seguenti convegni di studio:
a) Problemi Della Tutela Dell’Ambiente, svoltosi a Nicolosi nel 1977.
Gli atti relativi sono stati pubblicati a cura dell’Amministrazione Provinciale di Catania;
b) La Legge Sull’Equo Canone – Problemi Di Applicazione E Riflessi Sull’Assetto Edilizio Del Paese, svoltosi nel 1983 a Catania, Palazzo delle Scienze, Facoltà di Economia e Commercio.
Gli atti sono stati pubblicati a cura dell’Associazione Forense Acese.
Pubblicazioni:
1) Il Ruolo Della Corte di Giustizia delle Comunità Europee nella Tutela del Consumatore in: “ il dottore Commercialista oggi –
Rivista Bimestrale a Cura Dell’Unione Giovani Commercialisti di Catania“ pp 5 e 6 – Novembre 1990;
2) L’Abuso di Ufficio in: Pubblica Amministrazione – Diritto penale – Criminalità Organizzata– Pubblicazione Atti del Convegno pp 337–342 – A Cura di Carola Parano – Milano Dott. A. Giuffrè Editore – 2008
Il dr. Ugo Scelfo era andato in pensione il 5 aprile 2005.
Dal 2010 era iscritto all’Albo degli Avvocati di Palermo e of consuel nello Studio Boursier Niutta & Partners (uno dei più importanti studi legali italiani) con sedi a Roma, Milano, Napoli, Bologna, Torino e Catania.
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