nota stampa dal noto legale:
“Oggi inizia l’opera di denuncia giudiziaria e all’opinione pubblica dell’operato illegale e da passarella o pupiamento da parte di Fonzo, Firetto & Co. Si trasmette manifesto.
Da oggi verrà affisso, assieme al manifesto di denuncia penale che pure si allega con la successiva e-mail, il manifesto che qui si trasmette.
Il manifesto allegato raffigura lo scempio più ampio e orrendo all’interno del Parco ,largamente visibile dal Tempio di Giunone, anzi, si autorizzano gli Organi di informazione ad utilizzare la foto riportata nel manifesto.
Tale foto raffigura in primo piano la colonna del Tempio di Giunone e dietro l’impianto di calcestruzzo, cemento, materiali inerti, nonchè pertinenti palazzi abusivi di svariati piani, tutti facenti capo al noto imprenditore agrigentino Lillo Castro, noto alle cronache anche per i suoi storici rapporti con la nota famiglia Pitruzzella di Favara, i cui principali esponenti hanno scritto pagine di notevole spessore criminale nella storia giudiziaria agrigentina.
Per la Cronaca ( Giudiziaria) Giuseppe Arnone si è occupato per la prima volta di tale impianto illegale all’epoca della pubblicazione del libro “Mafia, il processo di Agrigento” , ovvero il volume con gli atti del Processo istruito tra gli altri da Rosario Livatino e presentato ad Agrigento da Paolo Borsellino ( come riportano vari libri della biografia di Borsellino, fu in occasione della presentazione di quel libro che Borsellino sparò a zero contro Antonino Meli che aveva isolato Falcone e distrutto il Pool ).
Malgrado l’impianto illegale di calcestruzzi e i palazzacci abusivi insistano, come denuncia la foto, in un luogo strategico al centro del Parco Archeologico, e malgrado le denunce di Arnone, questi signori hanno continuato ad esercitare l’attività illegale.
Per tale ragione Arnone , nel manifesto provocatoriamente chiede, a caratteri cubitali, se Fonzo e Di Natale hanno un problema di vista, risolvibile con gli occhiali, o semplicemente di coraggio, per cui si preferisce dare luogo – invece che ad azioni significative- ad inutile passarelle, per demolire qualche muretto e qualche vecchia abitazione di povera gente.
In tale ambito Arnone ricorda che le demolizioni operate su input dello stesso Arnone, all’epoca Consulente del Ministro ai Lavori Pubblici, tra il ’99 e il 2000 , ebbero una grande valenza simbolica ed educativa: fu demolito alla presenza di mezzo Governo l’edificio della Concessionaria di una grande casa automobilistica realizzato da un Capo Mafia agrigentino, Piscopo, edificio collocato ai piedi del tempio di Giunone , in una zona di evidente rilievo paesistico.
A seguire si invia il manifesto con la denuncia dei reati commessi in quest’occasione dal PM Ignazio Fonzo.”
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