Mascalucia (Ct) I carabinieri eseguono due ordinanze di custodia cautelare

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Un’altra “ordinaria” storia di strozzinaggio, ma con una “sorpresa”….

A cura di Iena Antiusura

I carabinieri del comando provinciale di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Catania Laura Benanti, nei confronti di Giovanni Deltaglia, catanese di 66 anni e di D. R., 49 anni, originario di Catanzaro, quest’ultimo ai “domiciliari”.I reati contestati a Deltaglia Giovanni sono quello di “usura”, aggravata dall’art. 7 DL 152/1991, e di “estorsione”, mentre D.R., in qualità di pubblico ufficiale (militare dell’Arma dei carabinieri in servizio presso un comando della provincia di Catania), è indagato per “accesso abusivo ad un sistema informatico” (art. 615 ter c.p.) e “favoreggiamento reale” (art. 379 c.p.).L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, prende avvio nel maggio del 2010 grazie alla denuncia di un artigiano che riferisce ai carabinieri di essere vittima degli strozzini già da diversi anni.In particolare, l’uomo rappresenta che, a partire dal 2003, per fare fronte a sopravvenute difficoltà economiche derivanti dalla carenza di lavoro, si era rivolto in più occasioni al Deltaglia, che conosceva da tempo, per chiedergli, di volta in volta, prestiti di piccole somme di denaro per importi che oscillavano tra i 5.000 e i 15.000 €. Deltaglia concedeva tutte le somme richieste applicando, tuttavia, un tasso di interesse pari al 200% annuo. Nel tempo il denunciante, facendo ricorso anche a mutui e finanziamenti, riusciva ad estinguere i “debiti” via via contratti ma, nonostante ciò, si vedeva continuamente oppresso da Deltaglia che rivendicava sempre altro denaro, a suo dire, frutto di ulteriori interessi.Nel maggio del 2010 la situazione per la vittima diventava insostenibile. Infatti, Deltaglia, a fronte delle difficoltà prospettate da quest’ultima, avrebbe rivendicato comunque a titolo di interessi una somma pari a € 80.000, accompagnando la richiesta con minacce di morte e paventando la propria amicizia con “persone che mettono bombe”.Inoltre, proprio nel corso di uno degli incontri monitorato dai carabinieri, Deltaglia avrebbe intimidito la sua vittima, facendogli intendere che avrebbe subito saputo dai suoi “amici” delle forze dell’ordine se questi l’avesse denunciato. Per essere più credibile avrebbe elencato, infatti, alla vittima tutte le occasioni che avevano portato quest’ultima negli anni addietro e per fatti più o meno gravi a rivolgersi alle forze di polizia.Gli accertamenti delegati dalla Procura Distrettuale consentivano all’Arma di Catania di appurare che un proprio appartenente, identificato in D.R., aveva effettivamente effettuato degli accessi abusivi alle banche dati delle forze di polizia, al fine di favorire l’usuraio nell’attività intimidatoria, almeno secondo l’ipotesi dell’Accusa.Da una stima complessiva dei rapporti di denaro intercorsi fra Deltaglia e la vittima è stato accertato che a fronte di un prestito di circa 44.000 € sono state corrisposte somme per 130.000 €.Nel corso della perquisizione a carico di Deltaglia sono stati rinvenuti assegni ed elenchi con nomi ed importi che sono tuttora oggetto di approfondimenti info-investigativi.

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Redazione Iene Siciliane

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