Iena senza mascherina
Nulla sarà più come prima. Lo si diceva spesso durante l’emergenza. Ora che lentamente si torna alla normalità ci si rende conto che è proprio vero. Siamo liberi di muoverci, ma lo facciamo con parsimonia. Lo stretto necessario. Possiamo incontrare amici e parenti, ma evitiamo di farlo. Gli inviti per cene o pranzi latitano. Segno che c’è ancora una certa riluttanza. Quando si incontra qualcuno che si conosce c’è imbarazzo per la stretta di mano o l’abbraccio. Sia chiaro, molti se ne fottono. Ma la preoccupazione serpeggia e nulla, al momento, è come prima. Se si va a casa di qualcuno bisogna fare i conti con precauzioni e regole adottate. E spesso vi sono situazioni imbarazzanti. L’ospite è invitato a togliere le scarpe e indossare delle ciabatte oppure dei calzari, si deve stare a debita distanza e in alcuni casi anche con la mascherina. Insomma: il virus ha cambiato relazioni e comportamenti. Siamo tutti più distanti e sospettosi.
E c’è ancora molta paura. Nell’incertezza si adottano precauzioni anche se potrebbero non servire a nulla. Ci sono poi comportamenti che rasentano la follia. Si vedono ancora persone in auto, da sole, con la mascherina. Con i finestrini rigorosamente serrati. Di contro, in giro tanta gente, anzi tantissima, è senza mascherina e il distanziamento sociale non esiste. Del resto: ma come si fa a controllare centinaia di persone che affollato una piazza, una strada o un qualsiasi luogo pubblico? Viviamo ancora nell’incertezza. Dati e notizie restano contraddittorie. Virologi, epidemiologici ed esperti vari, ci hanno bombardati di pareri, dispensato consigli e propinato verità assolute. Oggi sono scomparsi, come il virus del resto. E per i comuni mortali non rimane altro che affidarsi al buon senso. Siamo passati dal “si può fare” o “non si può fare”. A fate come cazzo vi pare! Tanto nessuno ha capito una cippa.
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