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MEC e Comitati Vussia: contraddizioni e lotta alla realtà non aumentano la fiducia verso Catania e il suo aeroporto

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riceviamo e pubblichiamo:

Dopo 46 giorni, per la prima volta, l’AD della Sac comunica che i sistemi antincendio erano attivi e funzionavano la notte del 16 luglio. “Resta da capire, visto che ha funzionato tutto perfettamente, perché sia divampato un incendio.” Commenta Claudio Melchiorre, presidente di MEC e Vussia. “Se tutto ha funzionato, allora l’impianto era sbagliato, come le procedure. Consigliamo i vertici della Sac di pesare meglio le parole e aiutare Catania e la Sicilia a non fare altre brutte figure.”

Mec e Vussia insistono anche sulle responsabilità del gestore aeroportuale e di chi non ha vigilato sul corretto funzionamento delle procedure e delle scelte del management, vale a dire i soci, la Regione Siciliana, l’Enac, il Ministero dei Trasporti, l’Easa.

“Ci permettiamo di sottolineare anche che nelle dichiarazioni di Torrisi c’è anche un’altra incongruenza. L’aeroporto è stato effettivamente chiuso dall’Amministratore Delegato, non appena è arrivato, la mattina del 17 gennaio, dopo una notte durante la quale l’unica presenza istituzionale sembra essere stata quella dell’inascoltato sindaco Trantino. Solo a seguito di un intervento dell’Enac, l’aeroporto è stato molto parzialmente riaperto. Il tutto, mentre dalla Sac avevamo l’impressione che giungessero accuse verso l’Ente di garanzia dell’Aviazione Civile. Non vediamo coraggio ma approssimazione, specie nelle dichiarazioni.”

Melchiorre si rivolge quindi alla Presidenza del Consiglio. “Invieremo una nota oggi stesso alla Presidenza del Consiglio per chiedere che si faccia chiarezza sulle attuali condizioni di sicurezza. Senza una certificazione esterna sulla sicurezza dell’aeroporto i passeggeri resteranno nel dubbio se qualcuno gestisca seriamente i presidi obbligatori per legge. Una nuova versione dei fatti ogni cambio di vento non dà garanzie. Ricordiamo che nelle scorse settimane abbiamo anche potuto leggere un ordine di servizio che includeva un dipendente deceduto da due anni tra i responsabili della sicurezza. Peraltro questo documento era segnato con una ‘Rev 0’, che significa che era il primo documento di sicurezza. Quella nota è successivamente sparita dai documenti sul piano di sicurezza Sac che invece è stato diffuso qualche giorno dopo. Troppa confusione. Sul piano gestionale, anche nell’ordinaria amministrazione, troppi sono gli intoppi, come quello patito da chi è rimasto chiuso in aereo per due ore per un guasto informatico, proprio mentre Torrisi e i commissari nominati dalla Regione si davano pacche sulle spalle.”

Mec e Comitati Vussia comunicano anche che alle loro richieste di accesso agli atti, precedenti e successive all’incendio, non sono arrivate risposte alle domande poste da parte di nessuna delle amministrazioni coinvolte. “Non comprendiamo questa omertà della Pubblica Amministrazione. Chiediamo cose semplici. Non rispondere a cose semplici dà l’impressione che ci sia qualcosa da nascondere. Ora, se ci sono cose da nascondere, non vogliamo che quelle cose possano ulteriormente inficiare la sicurezza dei passeggeri. La nostra fiducia, al momento, non può essere riposta in chi erge muri contro il nostro diritto ad essere informati e al diritto, pagato carissimo, a viaggiare in sicurezza. Non dimentichiamo che per ogni biglietto aereo paghiamo quasi venti euro agli aeroporti siciliani. Inoltre, garantiamo con la spesa pubblica centinaia di milioni di investimenti. Pretendiamo serietà, risposte corrette e senza contraddizioni. Specie da chi occupa uffici che sono costati centinaia di migliaia di euro, con dichiarazioni pubbliche di destinazione che appaiono oggi chiaramente strampalate.”

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Iene Sicule

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