QUATTRO “ORE D’ARIA” IN DIRETTA SU RADIO RADICALE CON CICCARELLI, LIPERA, ALEO, CUFFARO, GAROFALO, LIOTTA, CANNATA, RENNA E CONIGLIO
Dopo i “Memento” di Palermo e Messina ai quali hanno preso parte tra gli altri il prof. Giovanni Fiandaca, il dott. Santi Consolo e il Presidente della Camera Penale di Messina Bonny Candido, l’iniziativa nonviolenta di Rita Bernardini si sposta a Catania davanti alla casa circondariale di Piazza Lanza. Ciò avverrà sabato 19 giugno dalle ore 10:45 alle 14 con il seguente programma:
10:45 – 11 Gianmarco Ciccarelli (membro del Consiglio Generale del Partito Radicale)
11 – 11:45 Avv. Peppino Lipera (già consigliere comunale eletto nella lista promossa nel 1988 a Catania da Marco Pannella)
11:45 – 12:30 Prof. Salvatore Aleo (Ordinario di Diritto Penale e Criminologia, Università di Catania)
12:30 – 13:30 Totò Cuffaro (Commissario della Democrazia Cristiana in Sicilia) e Paolo Garofalo (già Sindaco di Enna)
13:30 – 14 Avv. Turi Liotta (Presidente della Camera Penale di Catania) e Avv. Salvo Cannata (Direttivo Camera Penale di Catania)
14 – 14:45 Sabrina Renna e Antonio Coniglio (Consiglio Direttivo di Nessuno Tocchi Caino)
Le condizioni di detenzione nel nostro Paese e l’obbligo da parte dello Stato di rimuovere immediatamente le cause che generano trattamenti inumani e degradanti nel corso dell’esecuzione penale sono al centro del “Memento”: quattro “ore d’aria” – così le definisce Bernardini – di camminata e di conversazione in diretta sul sito di Radio Radicale (www.radioradicale.it) e sulla pagina Facebook dell’emittente.
“Memento” è un’iniziativa nonviolenta di dialogo rivolta agli interlocutori istituzionali che hanno il potere-dovere di intervenire. L’esponente del Partito Radicale e di Nessuno Tocchi Caino Bernardini ha dialogato con decine di personalità per quattro mesi consecutivi davanti al Ministero della Giustizia fino al giorno in cui è stata ricevuta dalla guardasigilli Marta Cartabia, chiamata dal 13 febbraio scorso a porre rimedio alla condizione disperata e disperante dell’amministrazione della giustizia e di quella penitenziaria nel nostro Paese.
Paese – ricordiamo – pluricondannato da almeno 30 anni in sede europea per l’irragionevole durata dei processi e per la sistematica violazione dei diritti umani nelle nostre carceri.
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