L’idea di fondo del Maas è giusta: mettere insieme imprenditori, in particolare operatori della distribuzione, per affrontare meglio le sfide del mercato, cogliendo anche gli effetti positivi della posizione geografica, nel nostro caso di Catania che si trova al centro del Mediterraneo. Insomma, una scelta che avrebbe dovuto produrre risultati. Almeno sulla carta.
Già perchè il lavoro degli operatori del grande mercato è certamente da elogiare, così come la capacità di andare avanti malgrado le difficoltà e gli ostacoli che non mancano, dalla crisi economica sempre incipiente alle lacune infrastrutturali dell’area in cui sorge il Maas. Insomma, a parte gli sforzi delle varie componenti della grande struttura, i problemi ci sono e sono visibili ad occhi nudi.
Primo su tutto, le vie di accesso e più in generale la condizione delle strade che portano al Maas, nel loro profilo complessivo riguardante l’illuminazione, assolutamente carente, la vigilanza sulla velocità dei mezzi, spesso mezzi pesanti, le condizioni di sicurezza, piuttosto deficitarie, quelle legate alla cura e alla manutenzione della vegetazione attorno e del manto stradale, che necessiterebbero di potature che invece appaiono carenti.
Insomma, problemi su problemi. E dire che gli enti pubblici competenti sono noti, anche per la lentezza della loro risposta. Eppure la strada che porta al Maas, Passo del Fico, è un pericolo costante: in inverno, poi, in particolare, accadono incidenti in serie, tempo fa anche mortali. La sede stradale magari si allaga, con disagi in serie.
E come già accaduto, l’impegno di pochi ha affrontato la situazione con tanto spirito di sacrificio.Non a caso, i problemi gravi di sicurezza hanno spinto gli operatori a farsi promotori più volte di petizioni per chiedere interventi alle istituzioni, in particolare la Città Metropolitana, che è competente sulla strada, la Sp 70/I.Insomma, la strada che porta al Maas è una sorta di “via crucis”, per non parlare del ponte sul torrente Buttaceto che fa da passaggio necessario verso la struttura, un ponte che è stato sempre un problema irrisolto.
E che della via di fuga, alias Passo del Cavaliere, attesa da appena 13 anni? La politica promette, ma non mantiene. Si susseguono nel tempo annunci, ma fatti pochi. La via di fuga è davvero in brutte condizioni: la strada è piena di avvallamenti, asfalto poco o nulla, tutt’attorno rifiuti di ogni tipo. Uno “spettacolo” poco dignitoso. Sullo sfondo, però, potrebbe essere zona utile per il fotovoltaico. Ma la realtà è quella di un spazio dove gli operatori vivono difficoltà in serie.
Quindi, il Maas resta un’occasione di sviluppo che potrebbe essere incentivata in tanti modi, ma è penalizzata dalle infrastrutture, in particolare per la mobilità, carenti. E a pochi chilometri dall’ingresso da un po’ si stanno realizzando lavori che alzeranno la pendenza della strada: che accadrà in inverno con la pioggia? Chi ha responsabilità amministrative agisca.
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