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Messina, Peppino Buzzanca al bivio: dieci giorni per optare tra sindaco e deputato regionale. Pesa l’assenza del Pdl in aula
Pubblicato il 13 Giugno 2012
di Fabio Cantarella
Il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, non è il solo che ha dovuto attendere un “aut aut” istituzionale per optare tra la carica di sindaco e quella di senatore (dopo tre anni e mezzo che le ricopriva contemporaneamente). Adesso a tenergli compagnia arriva il sindaco di un’altra grande città siciliana, Peppino Buzzanca, primo cittadino di Messina, da tempo sindaco e contemporaneamente deputato regionale.
Il parlamento siciliano ha infatti deciso di bocciare la relazione della Commissione verifica dei poteri dell’Ars, secondo la quale non esisteva incompatibilità tra le cariche di deputato regionale e quella di sindaco di Messina. Adesso Buzzanca ha dieci giorni per optare per una delle due funzioni pubbliche.Si tratta nei fatti di una incompatibilità che nei mesi scorsi aveva sancito anche il Tribunale civile di Palermo, dopo i ricorsi dal primo dei non eletti all’Ars nella lista del Popolo della Libertà messinese, ossia Antonio D’Acquino.
Pertanto, come dicevamo, adesso Peppino Buzzanca, entro appena dieci giorni dovrà rendere nota la sua opzione: parlamentare o sindaco. Un concetto ribadito durante i lavori anche dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio, “Dichiaro – ha detto Cascio al termine delle operazioni di voto – la sussistenza dell’incompatibilità tra la carica di deputato regionale e quella di sindaco di Messina ricoperte da Buzzanca, che adesso ha dieci giorni di tempo per optare. Spirato questo termine, in assenza di una decisione, lo stesso Buzzanca sarà dichiarato decaduto da questo Parlamento”.
Una curiosità: in aula, per la votazione, era assente l’intero gruppo parlamentare del Popolo della libertà, il partito nel quale milita Peppino Buzzanca. Un segnale poco edificante, considerato che quando c’è da adottare una decisione saggia, come quella d’impedire a un politico di ricoprire contemporaneamente due cariche che richiedono massima presenza e impegno, no ci si può sottrarre alle proprie responsabilità. Neppure davanti ad un collega di partito!
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