Mezzo miliardo di euro: il “Salva Catania”, targato Lega. E dietro il “no” elettorale a Cantarella potrebbe…


Pubblicato il 19 Giugno 2019

di iena politica

Chi ha salvato Catania dopo tanti anni di dissipazione e di bugie? Da giorni, si rincorrono prese di posizioni e recriminazioni. Allora vi raccontiamo noi qualcosa che forse non sapete.

E’ stata la Lega, di fatto, a salvare la città di Catania con un emendamento che da qui al 2033 vale la bellezza di 476 milioni di euro, quasi mezzo miliardo. Neanche Berlusconi aveva osato tanto, fermandosi a 140 milioni di euro. Matteo Salvini lo aveva promesso durante la sua prima visita in municipio a Catania nell’agosto scorso e lo aveva ribadito anche nelle scorse settimane: “nessun SalvaRoma, o tutti o nessuno, pensiamo anche a Catania e Alessandria”. 

La situazione a Catania era davvero drammatica: a fine mese non si sarebbero potuti pagare neppure gli stipendi ai comunali e il servizio di trasporto locale si sarebbe fermato, mentre nei servizi sociali sarebbe scoppiato il caos. E adesso vediamo chi avrà più la faccia di uscire certi luoghi comuni e strumentali su una Lega portata a privilegiare il nord e poco attenta al sud.

La verità è che Matteo Salvini e il suo braccio destro Stefano Candiani, sottosegretario all’Interno con delega alla Finanza Locale, hanno giocato una mossa importante puntando sul salvataggio di Catania, la città dove l’avventura della Lega ebbe inizio oltre cinque anni addietro. Si tratta della città dove la Lega si è progressivamente radicata e offre i suoi uomini simbolo, la città, la decima d’Italia, che sotto il profilo della crescita potenziale del partito in Sicilia gioca un ruolo fondamentale.  

E sotto questo aspetto non è un caso che in questo momento, da un anno, in giunta a Catania sieda l’uomo simbolo del partito, Fabio Cantarella, in Lega da oltre cinque anni, indicato nella squadra di Pogliese da Matteo Salvini in persona. E il non candidare Fabio Cantarella alle ultime elezioni europee potrebbe essere stato il frutto di una strategia ben studiata dal leader della Lega: rafforzare il rapporto col territorio e fare in modo che al momento dell’approvazione del “Salva Catania” in giunta continuasse a sedere l’uomo simbolo del partito in Sicilia.

Un messaggio chiaro per tutti, ancor di più in questi giorni che i grillini, all’opposizione in consiglio comunale a Catania, tentano di intestarsi parte degli sforzi profusi per mettere a punto le misure che eviteranno a Catania di cadere nel baratro, mentre il sottosegretario Candiani senza giri di parole puntualizza che se fosse stato per il Movimento Cinque Stelle il decreto crescita si sarebbe fermato a Roma. 

Del resto, è stato o no il senatore pentastellato Mario Giarrusso a dichiarare, in conferenza stmapa in comune, che a Roma non sarebbe dato un euro a Catania se fosse rimasto in carica l’assessore Bonaccorsi? Ci ricordiamo bene? Alla faccia, allora…

E allora, col senno di poi, il giallo dell’esclusione dell’assessore Cantarella dalla lista della Lega per le europee, nella quale aveva tante chance di essere eletto, potrebbe essere sciolto così: tramutare in consensi, al momento opportuno, gli strumenti e le risorse che la Lega ha destinato per rimettere in sesto il Comune di Catania. E se Salvini e Cantarella avessero concordato ogni passo?

 


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