Mezzo secolo di MB: finalmente qualche “insulto”!

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Terminano (per il momento?) gli “scritti contro” per i 50 di MB. 

Per fortuna, all’ “appello” mancano alcuni nomi….molti amici poco onore!

mb

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Guarda ho poco tempo per queste filosofie, deve venire in casa l’idraulico.

La Signora in Rosso

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Anna Bonforte Papale Minchia, Benanti, non ci pozzu pinsari, fai 50 anni ed ancora a ‘ncuminciari a fari arrusicari l’ossa cco sali! Non ti si può giubilare per non insultare la memoria di quante hanno subito i tuoi strali, ora ironici ora cazzari, sulla purezza della sinistra, della lingua e della liturgia con maglietta fina e “lacostina”… E comu mi po’ spicciari u cori di mannariti subutu affanculu, cca appoi tu lu pubblichi su faccialibbru, sicuru? Ni voi querelari, chiddi ca non s’arrimodda ‘u cori ppi l’arancini che peri? Accomodati! Cca st’anfrasciamata, na sta jurnata ppi tia avvilinata, su ti viri oggi a piazza Esposizioni forsi t’arriala na mimosa e na caramella ‘a limoni. S.ono U.na C.ara A.mica ‘mpari, ma non per tutti i prossimi 100 anni, sulu ppa oggi ca facisti l’anni! ?

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Un uomo libero, un pensiero trasversale e critico, senza paura, solitario, se ammazzasse il re sarebbe un Gaetano Bresci, ma alla fine uccide un arancino, un anarchista catanese, l’unico

Giacomo Guglielmo

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C’è del marcio sotto il Vulcano
chiedi a Marco e fai baccano.

Dall’alba al tramonto è sul pezzo
non gli sfugge un pettegolezzo

Se hai bisogno di tirar Montanti
il nome giusto ce l’ha Benanti

Di denunce ne ha una collezione
ma le mangia tutte a colazione

Di scavare non è mai stanco
Con la penna non va in Bianco

D’altra parte che si può fare?
Nulla! Non la smette di… Cianciare!

Ci han provato anche a Sigonella
Ma è ancora qui a far la sentinella

Cinquant’anni e sempre in pista 
Tanti auguri “vecchio” cronista
Simone Spina

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@MarcoBenanti
Apprendo dal tuo giornale/blog (aggiungo blog perché non scrivi solo su quello) che hai chiesto per il tuo compleanno, ca giustu giustu cade per la festa della donna,  di scrivere due righe…
Ma guarda un po’… ho pensato, non me l’ha chiesto, a me.
Non sarò tra i suoi “amici”… del cuore, e allora auguri non gliene faccio! M’avissi a cascari a manu ritta!
Ma poi…, aspetta un po’…
Ha chiesto di scrivere due righe… “contro di me”.
Ma allora cambia tutto.
E allora, na stu casu, gli auguri glieli faccio. Assecondando però la sua richiesta.
Ti elenco, quindi, caro “giornalista operaio” una serie di espressioni che ho sentito sul tuo conto, talvolta da taluni che si considerano (a torto), in un turbillon di egocentrismo, la crème de la crème della società catanese, risultando invece, il più delle volte, una sorta di infima borghesia di basso cabotaggio, quando non invece con… le pezze al culo.
Partiamo quindi con una connotazione che rimarrà indelebile tra gli addetti ai lavori (giornalisti) e gli addetti ai lavori (sindacalisti):
– Benanti giornalista operaio, ovvero un comunista infiltrato alla base…;
e ancora:
– pennivendolo ovvero scrittore a pagamento, anche questo ho sentito dire, per sminuire la tua credibilità;
ed ancora:
– ma Benanti dorme in redazione…, una sorta quindi di Benanti barbone, in cerca di una tetto e di un pasto caldo;
ed infine…, la taglio altrimenti…:
– il biondino dell’ansa, ma questa mi pare di averla letta proprio da te.

Che dire di altro, caro Marco, smetti di frequentare certa gente (…aglia), ma so che ciò ti sarà difficile perché è lì che si annida la notizia, il fatto da raccontare, e certamente “professore”, continuerai a razzolare proprio lì, perché tu sei sempre sul pezzo, sulla stortura, sul diritto negato, sul dovere mancato… .
Salutami dunque i tuoi amici e tieniteli stretti…
A proposito 49 o 50 (anni) non cambierà un beneamato ca**o. Sei e sarai sempre il solito Benanti!
Per molti un rompicoglioni indelebile, per altri un collega da stimare, con cui poter imbastire un minimo di discussione… cerebrale.
Oh, noi non ne abbiamo mai fatte.
Un po’ giornalista e un po’ filosofo.
Per tutti il sempre e solito: minchia… Benanti arrivau! Amuninni va! Stamuni muti, ca iddu scrivi tutticosi!

PS: in foto sei preciso!!!
Epifanio Nicosia

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Caro Marco, posso dirti che sei un personaggio unico nel tuo genere.Ritengo che in questi anni tu abbia in qualche modo caratterizzato la storia giornalistico/politica della nostra amata Catania. Ho potuto apprezzare nel tuo modo satirico ma alquanto reale di scrivere ,una grande capacità giornalistica come dicevo unica nel suo genere.Quindi caro Marco se tu non ci fossi stato…dovevamo inventarti!Ma tu ci sei…..quindi tanti tanti auguri x il tuo mezzo secolooooo

Daniele Bottino

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Viviamo in una città belluina e incivile, i rapporti umani e tra gli umani sono ai minimi termini, il conflitto frontale è la regola, la realtà lascia il posto alla narrazione nella sua accezione più meschina e mendace, per cui questo minestrone rancido quale omologo jonico della Gotham di Batman, ci impone di constatare che tutto quello che ci raccontano i media asseverati, tutto ciò che abbiamo letto e spesso leggiamo sono solo mele avvelenate che rassicurano i nostri dubbi e satollano le nostre coscienze.
Il gioco è sempre lo stesso, un ammuccia ammuccia continuo, dove tristemente ci ritroviamo da giovani a grandi andando verso la vecchiaia sempre convinti e speranti che quello che ci dicono sia o sarà vero, e invece tutto rimane uguale; tutto marcisce, l’olezzo della città, della civiltà dell’orgoglio e della dignità in putrefazione non ci da nausea, siamo abituati, non si muore subito, tutto avviene per gradi eutanasicamente.
In tutto questo il vero delitto è la menzogna ed il silenzio indotto e imposto al dissenso o a chi lo propugna.
Questo lungo e tortuoso prologo per ricordare oggi il genetliaco (già ancora c’è qualche pazzo che se ne ricorda), appunto il compleanno di Marco Benanti, quel giornalista controcorrente, odiato da tanti amato da nessuno per sua scelta, a causa della disillusione che lui racconta nelle sue cronache che pur nel silenzio lette e riconosciute vere vanno confinate nell’oblio perché non devono produrre alcuna increspatura nel copione già scritto, come Cristo si rivolgeva al Padre lui spesso cita Giambattista Scidà come a voler esorcizzare, a voler esporlo come monito o croce contro i malvagi ed invece, purtroppo, coloro che dovrebbero ricordare e capire fanno i ciechi e sordi a convenienza perché così deve essere e perché è meglio un Benanti paria dei giornalisti piuttosto che una penna di alto lignaggio, di quelle che scrivono in manuziano prono tanto gradito ai potenti quanto ai trafficanti della politica, del potere e nei salotti e in tanti altri posti ancora.
Benanti per aver scelto di essere come sei, vivi una vita grama e talvolta vuota di affetti e gioie, ma di sicuro per i tuoi 50 anni potrai festeggiare alla grande perché rispetto agli altri, avrai modo di ricordare che in tutti questi anni, ogni giorno hai festeggiato con la tua coscienza e la tua dignità. Caro Marco, verrà un giorno in cui potrai davvero far festa solo l’9 marzo, come tanti, in semplicità; vorrà dire che finalmente qualcosa sarà cambiato in questa città e noi tutti oltre a sperarlo ne avremo notizia perché le tue cronache e il tuo sorriso, si lasceranno dietro quel velo di amarezza che purtroppo da troppo tempo ti fa compagnia. Auguri orso Marco.

Giuseppe Idonea.

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Benanti

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