Michel Piccoli: la scomparsa di un gigante del cinema mondiale


Pubblicato il 20 Maggio 2020

di Gian Maria Tesei.

Avrebbe spento 95 candeline il 27 dicembre di quest’anno, ma ha concesso un’uscita di scena in un giorno di maggio, in cui l’ebbrezza della primavera potesse ricordare l’effervescenza delle sue straordinarie qualità attoriali.

Michel Piccoli, classe 1925, figlio di una pianista e di un violinista, ha salito le scale dell’olimpo artistico con il suo talento e la sua bravura abbandonando le spoglie mortali giorno dodici maggio ma la notizia  della sua dipartita è stata resa ufficiale dalla famiglia lo stesso giorno in cui avrebbe compiuto cento anni Karol Józef Wojtyła ossia Ioannes Paulus PP. II( Giovanni Paolo II ) , colui che aveva amato l’arte attoriale prima di diventare papa: E proprio il ruolo del papa è stato ricoperto da Piccoli nel profetico ( un papa che abbandona il soglio pontificio cosa che fece poi  Benedetto XVI, ossia papa Ratzinger nel febbraio del 2013) “Habemus Papam” di Nanni Moretti, pellicola per cui l’attore francese ebbe un David di Donatello (2012) ed un Nastro d’argento Europeo(2011).

Regista, produttore e sceneggiatore , oltreché interprete  di grande valore, Piccoli ha fatto il suo debutto filmico nel 1945 con “Silenziosa minaccia” di Christian-Jaque, per poi compiere un percorso fatto di collaborazioni con registi del calibro di Luis Buñuel, ottimo esponente del cinema surrealista che in lui trovò un perfetto performer per i suoi prodotti filmici sin dal 1956 con “La selva dei dannati” , proseguendo poi con “Il diario di una cameriera”(1964), “Bella di giorno”(1967),”La via lattea”(1968), “Il fascino discreto della borghesia”(1972) e “Il fantasma della libertà”(1974). Senza trascurare le sinergie cinematografiche con Jean-Luc Godard, tra i massimi rappresentanti della Nouvelle Vague, che ,dirigendolo ne ”Il disprezzo (Le Mépris), affiancandogli Brigitte Bardot “, diede la stura all’inizio della sua affermazione internazionale in campo filmico. E l’attore parigino parteciperà a parecchie pellicole degli esponenti della Nouvelle Vague tra cui  quelle  di Claude Chabrol (“Dieci incredibili giorni” e “L’amico di famiglia”, rispettivamente nel 1971  e nel 1973); di Claude Lelouch  (“Viva la vita!” del 1982 e Tornare per rivivere”  del 1984); di Claude Sautet ( “L’amante”del 1970; “Il commissario Pelissier” del 1971, “Tre amici, le moglie e(affettuosamente) le altre” del 1974 e “Mado” del 1976.)

I maggiori registi europei si sono rivolti a lui trovando sempre un talento capace di grande interpretazioni per le quali è stato amato in Francia, ed apprezzatissimo anche in tutto il mondo, pur non avendo ottenuto un gran numero di premi o riconoscimenti ufficiali, nonostante la grande stima di pubblico e critica, ma potendosi fregiare comunque, oltre dei su menzionati premi , anche  del Prix d’interprétation masculine al festival di Cannes del 1980 per “Salto nel vuoto” del regista italico Marco Bellocchio, continuando il legame con l’Italia segnato dai ruoli affidatigli dal nostro Marco Ferreri che lo fece protagonista in “Dillinger è morto” del 1968 e “La grande abbuffata” del 1973( pellicola  in cui l’attore francese è accompagnato da altri grandi del cinema quali Tognazzi, Noiret e Mastroianni), senza scordare la sua perfomance in “Diabolik” di Mario Bava del 1968 o, nel 1976, quella in ”Todo modo” di Elio Petri od ancora l’interpretazione ne” Il mondo nuovo” di Ettore Scola nel 1982.

L’Orso d’argento per il miglior attore per “Gioco in villa”di Denys Granier-Deferre, ottenuto al Festival internazionale del cinema di Berlino(1982), il Ciak d’oro speciale avuto per “Marta ed io” di Jiri Weiss alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 1990 , il  Pardo per la miglior interpretazione maschile  (2007) al Locarno film festival per “Les toits de Paris” di René Clair, sono tra gli altri grandi allori conseguiti, assieme alla numerose candidature in vari festival , tra cui tre per lo European Film Awards ( con un solo encomio, quello onorario del 2011), ben quattro nomination ai Cesar, premio nel quale non fu mai trionfatore.

In oltre 70 anni di carriera  ed in più di 230 pellicole a cui ha preso parte spicca anche il film di un genio del thriller quale Alfred Hitchcock  che gli affidò i panni di Jacques Granville nel 1969 in Topaz . Tra le sue performance non vanno dimenticate la sua partecipazione a” La calda preda” ( con Jane Fonda) del 1966 di Roger Vadim , con accanto Anna Karina o “Vagone letto per assassini” , lungometraggio d’esordio di Costa Gravas, al secolo Kōnstantinos Gavras, ossia il futuro Premio Oscar per il miglio film straniero(“Z-L’orgia del potere”) nel 1970.

Sostenitore del Partito Socialista francese, è convolato a nozze per ben tre volte con donne dalla grande avvenenza e carisma quali: quali l’attrice cinematografica e teatrale francese Eléonore Hirt ( da cui ha avuto una figlia);la cantante ed attrice francese Juliette Greco ( dal 1966 al 1977) e la sceneggiatrice francese Ludivine Clerc, da cui avrà Inord e Missia.

 Le sue qualità lo rendono un esempio in ambito teatrale e cinematografico che lascia un vuoto che solo la visione delle sue pellicole riesce ad attenuare.

 


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