“Tutti i nodi vengono al pettine: quando c’è il pettine.”-disse Leonardo Sciascia. Oggi è drammaticamente il 23 febbraio 2025: il Papa non sta tanto bene, il mondo pure, ma dalle parti di ienesicule si festeggia lo stesso. “Che gente! Privi di senso dell’opportunità” -dirà qualcuno. Ma questo qualcuno non sa che sono arrivati anche per […]
Migranti: sono morti in 45, avvelenati dai gas del motore…del barcone
Pubblicato il 06 Luglio 2014
di Domenico Stimolo
Sono sbarcati a Pozzallo, resi cadaveri dalla buona dose di gas emessi, e forzatamente inalati, dai motori del barcone della speranza.
Rigidi, nell’affranto saluto all’umanità.
Non ci sono né nomi né fotografie dei volti. Nessuno di noi conosce i luoghi di provenienza, le loro speranze, le singole storie, i loro travagli e i sentimenti.
“ Cadaveri ambulanti”…..in spasso per il mare alla ricerca della boa di salvataggio, che si allontana sempre più.
Scarti umani, ormai diventati routine. Non suscitano attenzione e forte denunzia di solenne riprovazione.
Pozzallo, assieme a tante altre località siciliane che direttamente ricevono il lancinante grido di dolore ( dei quasi settantamila, dall’inizio dell’anno), accoglie ancora una volta una “ marea” di ossa, carne , sentimenti e spoglie, che fuggono da guerre, fame e disperazione.
Abbandonati , nel loro triste destino, dalle nostre pubbliche e democratiche istituzioni addette a costruire “ buone” relazioni internazionali.
Nascosti ( come vetusti e schifosi scheletri dell’armadio) dalla gran parte delle nostre italiche ( ed europee) coscienze umane che continuano a trastullarsi con i loro “affari”, che più o meno toccano la propria travisata sensibilità…..” a gettone”.
Pronte, da buone “prefiche monotematiche”, a strapparsi le vesti per le tragedie unicamente subite dalla “squadra del cuore”.
Pozzallo, in provincia di Ragusa, è un aggraziato paese in riva al mare che in maniera smisurata ai propri residenti accoglie i profughi di “mille guerre”.
Accoglie, adusa all’obbedir tacendo ai supremi valori dell’ aiuto ai “disperati”, dell’ospitalità e solidarietà.
E’, tra l’’altro, luogo nativo di Giovanni Santaera, sopravvissuto alla strage nazista di Cefalonia, deceduto tre anni addietro, da sempre avvezzo a propagare i valori della fratellanza. Esempio della riconquistata civiltà democratica per tutti, vicini e lontani.
Rifletti, gentile popolo.
domenico stimolo
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