Migranti: sono morti in 45, avvelenati dai gas del motore…del barcone


Pubblicato il 06 Luglio 2014

di Domenico Stimolo

 Sono sbarcati a Pozzallo, resi cadaveri dalla buona dose di gas emessi, e forzatamente inalati, dai motori del barcone della speranza.

 Rigidi, nell’affranto saluto all’umanità.

 Non ci sono né nomi né fotografie dei volti. Nessuno di noi conosce i luoghi di provenienza, le loro speranze, le singole storie, i loro travagli e i sentimenti.

“ Cadaveri ambulanti”…..in spasso per il mare alla ricerca della boa di salvataggio, che si allontana sempre più.

Scarti umani, ormai diventati routine. Non suscitano attenzione e forte denunzia di solenne riprovazione.

Pozzallo, assieme a tante altre località siciliane che direttamente ricevono il lancinante grido di dolore ( dei quasi settantamila, dall’inizio dell’anno), accoglie ancora una volta una “ marea”  di ossa, carne , sentimenti e spoglie, che fuggono da guerre, fame  e disperazione.

 Abbandonati , nel loro triste destino, dalle nostre pubbliche e democratiche istituzioni addette a costruire “ buone” relazioni internazionali.

Nascosti  ( come vetusti e schifosi  scheletri dell’armadio) dalla gran parte delle nostre italiche ( ed europee) coscienze umane che continuano a trastullarsi con i loro “affari”, che più o meno toccano la propria travisata sensibilità…..” a gettone”.

Pronte, da buone “prefiche monotematiche”,  a strapparsi le vesti per le tragedie unicamente subite  dalla “squadra del cuore”.

Pozzallo, in provincia di Ragusa, è un aggraziato paese in riva al mare che in maniera smisurata ai propri residenti accoglie i profughi di “mille guerre”.

Accoglie, adusa all’obbedir tacendo ai supremi valori dell’ aiuto ai “disperati”, dell’ospitalità e solidarietà.

E’, tra l’’altro, luogo nativo di Giovanni Santaera,  sopravvissuto alla strage nazista di Cefalonia, deceduto tre anni addietro, da sempre avvezzo a propagare i valori della fratellanza. Esempio della riconquistata civiltà democratica per tutti, vicini e lontani.

Rifletti, gentile popolo.

 

domenico stimolo

 


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