Fa ancora discutere la visita ispettiva di Matteo Salvini in Sicilia a Mineo, all’interno del centro d’accoglienza per migranti più grande d’Europa. Ad un certo punto il leader della Lega chiede che gli vanga stampata la lista degli ospiti presenti al centro, con nazionalità, sesso ed età. La osserva attentamente e poi salta dalla sedia: “Quasi 700 nigeriani, centinaia di tunisini, marocchini, indiani, egiziani: scusate ma che guerra c’è da quelle parti?”, chiosa rivolgendosi al viceprefetto di Catania presente all’incontro per il quale non è stato consentito l’accesso ai giornalisti.
“Già i dati statistici dei soggetti presenti al Cara dovrebbero fare riflettere”, ha aggiunto Matteo Salvini; “sono tutti uomini, giovani e forti. È singolare che dalle guerre non fuggano donne, bambini e anziani”. “La verità”, ha ribadito il leader della Lega e di Noi con Salvini, “è che siamo di fronte ad una sostituzione di popoli, programmata, scientificamente calcolata”.
Imbeccato da uno dei presenti, Salvini ha replicato: “Nel 95% siamo di fronte a migranti economici ai quali umanamente auguro ogni bene, ma lo Stato italiano deve pensare agli italiani. Prima gli italiani, non mi stancherò mai di dirlo“. Matteo Salvini, che al suo fianco aveva il deputato nazionale Angelo Attaguile, segretario nazionale e coordinatore in Sicilia di ‘Noi con Salvini’, ha poi fotografato ed evidenziato ai presenti il lusso nel quale vivono i migranti tra antenne paraboliche, impianti sportivi gratis e villette. Salvini ancora una volta (si tratta della quinta visita al Cara del leader della Lega) si è soffermato sull’illegalità di alcuni mercatini alimentati all’interno del Cara di Mineo dagli stessi migranti.
Il direttore del Cara Sebastiano Maccarrone, ha rivelato a Salvini e a tutti i presenti come lo Stato debba ancora corrispondere circa trentamilioni di euro a chi s’è aggiudicato l’appalto per la gestione del Cara. Un ritardo che ha favorito l’indebitamento e costretto ad una esposizione bancaria per interessi da circa centomila euro al mese.
Uscendo dalla struttura, che al momento vanta quasi quattromila presenti, un vero e proprio comune nel comune, Salvini ha commentato amareggiato: “I terremotati nelle tende, i migranti nelle villette e negli alberghi. Prima gli italiani!”.
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