MORIRE di lavoro nella Sicilia dei nostri giorni

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di Iena politicamente scorretta

Registriamo la morte di un “ragazzo” di 47 anni. Roberto Manganaro, ucciso letteralmente dal sistema. A fronte di chi gira col macchinino da centomila euro ma, pur essendo indebitato, è ben supportato da banche, finanziarie e consorzi fidi, a fronte di chi fa debiti ma se ne frega, a fronte di chi apre aziende fa il botto e poi licenzia, a fronte di chi cambia continuazione residenza, a fronte di chi si fa protestare…a fronte di tutto questo un imprenditore che riesce ad avere i giusti scrupoli e la giusta onestà, decide di farla finita, decide forse il male minore.

Ma cosa succede ad un imprenditore che cerca di fare il proprio lavoro onestamente? In primis a non dargli fiducia è lo stesso sistema fiscale. Gli studi di settore, i maledetti e folli studi di settore, non contemplano la possibilità di sacrificarsi, di guadagnare meno dei propri impiegati, di fare degli anni in perdita. Si è tutti evasori a priori. O ti adegui pagando o rischi che ti arrivi il controllo fiscale che ovviamente a te, onesto, troverà ogni pelo nell’uovo mentre ai commercianti di via plebiscito o ai “grossi” e soliti noti ammogghia tutto. Non per niente ci sono casolari in giro, nella provincia di Catania, diroccati ma acquistati così…nel caso dovessero servire da “regalare” a qualche giudice o a suoi parenti e prestanome?

Dopo il fisco il sistema finanziario. Maledetta Basilea 2, ora i direttori di banca ed i capoarea hanno anche la scusa normalizzata “i parametri di Basilea 2…”, i direttori hanno ordine di far rientrare tutti. Chiudono di botto le scoperture, applicano tassi allucinanti, non ti fanno più muovere. Alcuni protestano assegni per poche centinaia di euro. E lo fanno con soddisfazione, perché sanno che poi saranno premiati dalla loro banca. E chissenefotte se bloccano un’impresa, se fanno licenziare le persone…c’è Basilea 2. Per magari 50mila lire di “sofferenza” di dieci anni prima, un dirigente di rinomata banca italo-francese si vantò di non volere più simili clienti…bocciando un mutuo di 100mila euro a fronte di 500mila euro di immobile, solo per il principio di poter disporre letteralmente della vita altrui. Ma ovviamente questo non succede ai soliti noti, a quelli – di cui sopra – dei macchinoni e dei contatti “altolocati” che sono nella merda ma vengono supportati comunque.

Per il resto poi ci pensa il Crif, bastano due rate non pagate di qualcosa (una finanziaria, un prestito o altro) per esser segnalarti senza limiti di tempo. Per legge i limiti ci sarebbero ma chi gestisce e guarda gli archivi se ne fotte. Non paghi le rate – a palesi tassi di usura – delle carte di credito revolving? Bene le banche la prendono come scusa per non darti neanche il bancomat…che non c’entra nulla, che è una cosa fuori legge negarlo…ed invece…col piffero che te lo danno, e ti chiudono anche il conto perché sei la vergogna della banca.

Gli amici? spariscono! Cambiare un assegno magari a tre mesi in attesa di pagamenti sicuri? “Noooo lo…sai…sono nelle spese…” poi la settimana successiva sai della loro settimana bianca o del loro viaggio alle Maldive…ma sono nelle spese…

L’Agenzia delle entrate? La Serit (a noi va bene che non abbiamo ancora Equitalia)? Prima blocca i mezzi, pignora la casa…poi forse ti ascoltano, se ti fai ore di fila. I commercialisti? Si prendono montagne di soldi e poi ti combinano casini. I giudici cui si dovrebbe dar fiducia per riscuotere i crediti? Non si leggono le carte, non ci capiscono nulla ed emettono sentenze assurde… Le “grandi” famiglie catanesi invece che aiutare l’economia locale, la divorano disseminando di ostacoli tutto e tutti.

I politici? Dove sono? Alzicchiano la voce ogni tanto, poi nessuno ha il coraggio di prendersela con quelli che sopra abbiamo descritto. Cosa resta ad un imprenditore? Cadere nelle mani della malavita, licenziare, chiudere…molti piangono, non dormono la notte, hanno paura ad ogni citofonata o ad ogni raccomandata, hanno paura di perdere quel poco che gli è rimasto. Alcuni preferiscono la pace…e staccano la spina.

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Redazione Iene Siciliane

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