La nuova produzione del TSC, insieme a Fondazione Teatro di Roma e Teatro Vittorio Emanuele di Messina, sarà in scena fino al 2 febbraio. La storia, tratta dal testo di Ronald Harwood, racconta la vita del grande direttore d’orchestra Wilhelm Furtwangler, interpretato da Stefano Santospago. foto di Antonio Parrinello. Catania, 20 gennaio – La Sala Verga del Teatro Stabile di Catania ospiterà […]
Morire o rischiare la vita per il lavoro
Pubblicato il 21 Marzo 2012
Nuove tragedie sotto l’Etna. In un caso, indagati i figli del sindaco di Aci Sant’Antonio Pippo Cutuli. Sotto l’Etna due terribili casi che ripropongono un tema al centro da anni di un “grido d’allarme”: la sicurezza nei cantieri.di Iena Operaia, Marco Benanti
Nuovo drammatici incidenti sul lavoro in provincia di Catania, che detiene anche questo “triste” primato. Da anni, senza sensibili miglioramenti.Ieri è morto un operaio, che lavorava sul tetto di un capannone, nel quartiere di San Cristoforo. Dopo l’incidente, con un tragico “volo” di cinque metri, è stato trasportato al “Garibaldi” ma nel pomeriggio è deceduto.
Ad Aci S.Antonio, comune in provincia di Catania, la ristrutturazione di un vecchio cinema, dove sorgerà un pub, è diventata teatro di una tragedia sfiorata per il crollo di un muro di contenimento. Tre operai rimasti feriti, uno, in particolare, ricoverato in prognosi riservata al “Cannizzaro” di Catania. Per gli altri due solo escoriazioni e dovrebbero essere dimessi dai nosocomi di Acireale e dal “Garibaldi” di Catania. Sono indagati, nell’inchiesta della Procura di Catania coordinata dal sostituto Enzo Serpotta, i due figli del sindaco del paese Pippo Cutuli (che nega il dato della proprietà di quota del vecchio cinema) e il titolare della ditta che stava eseguendo i lavori.
Sono scattate le indagini dei carabinieri: ci auguriamo che venga accertato tutto quanto accaduto, in particolare se sono state o no rispettate le norme sulla sicurezza sul lavoro (e i dubbi a quanto apparso nell’immediatezza dei fatti sono notevoli). In generale, troppi morti, troppi infortuni: ci vuole uno “scatto” di responsabilità e di coscienza collettiva.
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