A trentasei ore dalla sostanziale chiusura dell’aeroporto di Fontanarossa, la situazione è ancora caotica. I call centre delle compagnie aeree non riescono a soddisfare le richieste, le informazioni sono scarse e i passeggeri non sanno cosa fare. I consumatori del MEC chiedono anche che le società aeroportuali garantiscano parcheggi gratuiti per i giorni dell’emergenza. ‘Al caos si deve rispondere con il buon senso. I viaggiatori hanno diritto a raggiungere gli aeroporti diversi da Fontanarossa. In questa situazione di emergenza è giusto non porre un ulteriore onere in capo a chi ha già subito un grave disservizio, vacanze rovinate, affari o impegni professionali saltati.’
MEC ha messo a disposizione i propri studi legali per azioni di rimborso e risarcimento, alla e mail movimentomec@gmail.com e presso la sede dell’associazione, in via Novara 34 a Catania.
‘Siamo probabilmente una voce fuori dal coro di chi rassicura. L’assistenza ai passeggeri è confusa e i viaggiatori si sentono nella grande maggioranza lasciati a loro stessi. Le navette gratuite messe a disposizione dall’aeroporto Fontanarossa non si sa a che ora partano e da dove, considerato l’appello a non andare all’aeroporto. Sarebbe stato necessario un incontro istituzionale con le associazioni dei consumatori, al minimo, per spiegare al pubblico cosa e come fare, oltre che a moltiplicare le fonti d’informazione.
Il presidente MEC e dei comitati Vussia Claudio Melchiorre annuncia quindi richieste danni anche come eventuale parte civile in futuri processi per le manchevolezze che potrebbero essere appurate nello sviluppo dell’incendio a Catania Fontanarossa. ‘Registriamo molte dichiarazioni e informazioni sull’incendio e dobbiamo notare che l’aeroporto non sarebbe dotato di sistemi di spegnimento automatico, che il sistema antincendio sarebbe stato a norma e che tutti i sistemi di sicurezza erano operativi. Non si spiega allora come mai l’incendio sia scoppiato, il fumo si sia propagato in ogni dove, l’incendio si è sviluppato coinvolgendo un’ampia porzione dell’aeroporto. Per deduzione, dobbiamo immaginare che nell’aeroporto non sono stati utilizzati materiali ignifughi e autoestinguenti, che il piano di emergenza ha funzionato ma prevedeva lo sviluppo dell’incendio, evidentemente.’
Secondo il MEC circolano dati di fatto sull’incendio e versioni accomodanti. ‘Chi ritenga che tutto vada bene perché non ci sono state vittime è a nostro avviso irresponsabile. Secondo le ricostruzioni e alcune testimonianze, il personale ha denunciato l’assenza di formazione adeguata. I passeggeri sono stati addirittura invitati a restare all’interno dell’aeroporto, finché di propria iniziativa un gruppo di persone ha aperto le uscite di sicurezza provocando la fuga tanto del personale che dei viaggiatori. Se questi fatti saranno confermati, abbiamo a che fare non con piani di emergenza, ma mera casualità dei comportamenti. Restiamo anche fortemente perplessi sull’esistenza di una control room posta al quarto piano della torre dell’aeroporto, con finestra panoramica, ma che dipende da un ascensore per essere raggiunta. Se possibile, questa scelta rappresenta uno degli indici di inadeguatezza del management.’
Il MEC chiede pertanto che si ponga con forza il problema se il vertice di Fontanarossa possa restare al suo posto: ‘Non dobbiamo dimostrare niente, parlano i fatti: un incendio ha bloccato la nostra principale infrastruttura di trasporto in Sicilia. In questi casi, i vertici responsabili della gestione vengono sostituiti. La magistratura potrà analizzare cosa è mancato, ma noi chiediamo certezze per l’immediato futuro. E su questo non c’è possibilità di tergiversare. L’inadeguatezza dei vertici della SAC è resa evidente dalla cronaca dei fatti, noi non dobbiamo nemmeno esprimere un giudizio.’
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