Musumeci infiamma il dibattito politico


Pubblicato il 27 Agosto 2020

di Carlo Majorana Gravina 

La conferenza stampa convocata dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, ma ancor prima la sua ordinanza un po’ sopra le righe sulla chiusura di hot spot e centri di accoglienza, sono state valutate/equivocate dalla grande stampa nazionale che non perde occasione per squalificarsi.

L’ordinanza inefficace, ci vuol poco a capire, è un gesto politico figlio del muro di gomma formale/istituzionale innalzato dal governo nazionale alle ripetute richieste di provvedimenti che preservassero l’Isola da pericolose emergenze.

Peraltro, Musumeci si è presentato con il suo assessore alla Salute Ruggero Razza, a suggerire che il provvedimento assunto è di carattere sanitario: non è competente per i porti e l’ordine pubblico (questo è tutto da vedere, Statuto alla mano)? lo è in materia di sanità.

L’invasione di oltre diecimila persone subita dalla Sicilia non può e non deve essere liquidata con impugnazioni e osservazioni di stampo burocratico/giurisprudenziale: il governo italiano, tanto pronto a rivendicare le proprie competenze, dimentica che lo Statuto Speciale Siciliano ha rango costituzionale e tale continua ad essere malgrado gli abusi e gli stupri consumati sin da subito dall’Italia ai suoi danni.

E il palermitano Sergio Mattarella, as Presidente della Repubblica, che fa? Non dovrebbe fare il garante della Costituzione e dintorni?

All’ordinanza regionale “politica” si collega un dato politico: la conferenza, nonostante il periodo feriale e i distanziamenti “di stato” era molto affollata; segno che la questione è molto sentita e calda, anzi incandescente.

Emerge altresì un altro dato “politico” da non sottovalutare: l’impreparazione e inadeguatezza delle persone poste ai vertici delle amministrazioni locali. L’intervista rilasciata dal sindaco di Lampedusa, Salvatore Martello, dice molto al riguardo; qui la faccenda sta a monte: come votano i cittadini?

Ho conosciuto il dott. Pietro Bartolo a Firenze, dove ritirava un premio prestigioso. Mi è sembrato un buon uomo, professionista coscienzioso, portato alla ribalta dalle situazioni di emergenza che fronteggiava da anni a Lampedusa: uno che applicava il giuramento di Esculapio. Il vuoto e la carenza di personalità di rango lo hanno portato ad una carica che, per quello che vediamo, non esercita come dovrebbe. Da parlamentare europeo cosa sta facendo nell’interesse della sua isola?

Eppure nessuno meglio di lui conosce la situazione e la comunità lampedusiana: si può liquidare la faccenda polemizzando sulle sparate di Matteo Salvini?

Intano le carte bollate corrono, da una parte e dall’altra, ad intasare ulteriormente le cancellerie romane e siciliane: ulteriore dimostrazione e accettazione del commissariamento della politica da parte della magistratura.

Viviamo in una nazione da rifondare, affidata a un ceto politico per lo più inadeguato e insufficiente. Le poche eccezioni vengono metodicamente emarginate. Italiani e Siciliani, svegliatevi!

 


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