di iena marco pitrella
Proprio così, Catania è la prima città a poter vantare la squadra di calcio femminile di avvocati: la “A.s.d. Lex Catania”. È stata una bella chiacchierata quella con l’avvocato Claudia Silvia Ferrara, una delle giocatrici, che ha raccontato come la scommessa di far scendere i campo un nutrito gruppo di professioniste sia stata vinta. Ora si lavora per due importanti obiettivi: il “Mundiavocat, Word Footbal Cup for Lawyers” che si terrà nel 2021 a Marrakesh e il “Sicily Football Lawyers Cup”, torneo che invece si svolgerà a Catania a dicembre. In fondo, Borges l’aveva scritto: “ogni volta che un bambino – o una bambina – prende a calci qualcosa per strada, lì ricomincia la storia del calcio. E da queste parti se ne sta scrivendo una importante di storia, importante davvero.
Come nasce l’idea di creare la prima squadra di calcio femminile degli avvocati?
“L’idea è nata dall’entusiasmo contagioso del nostro presidente, l’avvocato Domenico Di Mauro e del vice presidente Floriana Patrizio.
Vedi, le squadre di calcio dei professionisti sono tante, ma tutte al maschile.
La sfida è stata quella di creare la prima squadra in Italia composta da avvocate che, tra difficoltà di lavoro e impegni in famiglia, riescono a trovare il tempo per allenarsi. Possiamo dire che la sfida è stata vinta.
Spesso, infatti, durante gli allenamenti alcune compagne portano i figli che dalla panchina vedono le madri giocare. È un’immagine molto bella.
Del resto, questa è diventata un’occasione che ci ha fatte conoscere al di là delle aule del Tribunale, così da poter instaurare delle splendide amicizie.
Fare squadra è sempre più difficile, ma è un’opportunità che va sempre colta e incoraggiata. Specie di questi tempi.
Adesso ci stiamo, appunto, preparando per i “Mundiavocat, Word Footbal Cup for Lawyers” 2021 che si terranno a Marrakesh e ancor prima per il “Sicily Football Lawyers Cup” che si celebrerà a Catania nel dicembre di quest’anno”.
Da chi è composta ad oggi la squadra “A.s.d. Lex Catania”?
“La squadra è composta da colleghe del foro di Catania, Ragusa, ma anche di Lecce e altre province italiane.
Il nostro capitano è l’avvocato Valeria Guglielmino e attualmente la rosa conta 17 giocatrici.
Naturalmente gli allenamenti sono aperti anche a tutte quelle colleghe che volessero iniziare con noi questa avventura”.
Ecco, chi fosse interessato, a chi dovrebbe rivolgersi?
“Può contattarci attraverso le nostra pagine social, facebook e intagram A.s.d. Lex Catania”.
Dove e quando vi allenate?
“Ci alleniamo due volte alla settimana ai Campi di Playground di Misterbianco, seguiti dal nostro mister Ivan Zinna e dai suoi vice, Attilio Catara e Anna Maria Catara.
È un team di preparatori tanto straordinari quanto pazienti con tutte noi.
In questo momento stiamo lavorando molto sulla tecnica”.
Al tempo del covid come ci si organizza?
“Gli allenamenti avvengono in totale sicurezza.
Prima di entrare in campo viene misurata a tutte la temperatura e abbiamo adottato le precauzioni necessarie per azzerare il rischio di trasmissione del virus”.
Quando hai iniziato a giocare a calcio e, soprattutto, quando è iniziata la passione?
“Ho iniziato a dare i primi calci ad un pallone nei meravigliosi cortili sotto casa.
Quando da bambina era possibile ed era anche normale non rimanere chiusi in una stanza davanti la Tv. Dopo i compiti andavamo a giocare tutti insieme finché le mamme non ci richiamavano. Bastava un pallone.
Negli anni dell’università, poi, abbiamo creato un appuntamento settimanale dove giocavamo uomini e donne.
Dovresti ricordartelo – mi dice – c’eri anche tu”.
(E chi se l’è mai scordate quelle partite, cara Claudia).
Comunque, qual è il ruolo del calcio femminile in Italia oggi?
“Per fortuna sta assumendo sempre più importanza e riconoscimento, ma la strada da percorrere è ancora lunga.
Solo di recente, tanto per fare un esempio, in un Paese di grande tradizione calcistica come il Brasile, alle calciatrici è stato riconosciuto il diritto ad una retribuzione pari a quella dei loro colleghi uomini.
In Italia purtroppo siamo ben lontani da questo punto di vista.
È una riflessione che riguarda anche altri settori in cui le donne nelle medesime condizioni si trovano a dover faticare almeno il doppio per trovare una piena affermazione.
Dicevo, però, che ci sono segnali confortanti.
Penso agli ultimi mondiali femminili di calcio, alle straordinarie calciatrici della nazionale guidate da Milena Bartolini.
O ancora Cristiana Capotondi: sono molto felice del suo incarico di vicepresidente di Lega Pro.
E come non citare Carolina Morace, che è stata capitano delle azzurre, per un periodo è stata allenatrice della nazionale parlamentari.
Insomma, ritengo sia possibile, al di là dei pregiudizi e degli stereotipi, che nel mondo del calcio a qualunque livello ci sia posto e spazio per le donne”.
Chi è stato o chi è il tuo calciatore preferito?
“La risposta per me e per quelli della mia generazione non può che essere una: Roberto Baggio. Che è anche il tuo idolo, Marco, vero? (Baggio è una fede, rispondo a conferma).
Il più grande di tutti dentro e fuori dal campo. Romanticamente, poi, penso che ci abbia trasmesso l’idea che si possono amare e difendere tante maglie senza tradirne alcuna.
Si tratta di un valore, se ci pensi, replicabile nella vita e, per noi, nella professione.
E poi, diciamoci la verità, da quel 16 maggio 2004 davvero non è più domenica”.
… già, non è più domenica (sic!).
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