Cari lettori, questa settimana inauguriamo una nuova rubrica dedicata alla natura e al benessere realizzata grazie ai contributi professionali e culturali offertici da Claudio Scibilia, titolare dell’erboristeria “Herbarium – Il V Arcano”, sita in Catania nella via Genova n. 74, e da Lorenzo La Spada, saggio cultore delle scienze naturali. Iniziamo questa nuova “avventura” giornalistica con una piccola rassegna sul Tarassaco, pianta dalle innumerevoli proprietà.
TARASSACO; Taraxacum Officinalis;
Famiglia: compositae; Nome siciliano: denti di liuni, erva di pirnici;
Altri nomi: cicoria di campagna, cicoria selvaggia, soffione, dente di leone, ingrassaporci, piscialetto;
Parti utilizzate: radici, foglie e fiori; Proprietà: depurative, diuretiche, colagogo, coleretico e lassativo
L’ORIGINE DEL NOME. Il termine tarassaco deriva dal greco “tarasso” che significa “io guarisco”, ma c’è anche da tener presente il termine arabo “tarakhchakon” che genericamente indicava la cicoria. Tale interpretazione lo fa derivare, appunto, dalle parole arabe “tarak” che significa “fare” e “sahha” che significa “urinare”, a sottolineare le proprietà diuretiche di questa pianta. Il tarassaco o dente di leone è una pianta molto diffusa, la si trova ovunque, parchi e giardini delle nostre città ne sono pieni. Dal punto di vista terapeutico la pianta è nota fin dall’antichità, i vecchi empirici ne facevano largo uso rifacendosi a tradizioni popolari molto antiche, che ne esaltavano le proprietà curative nelle affezioni del fegato date le sue spiccate proprietà diuretiche e depurative. La pianta è originaria delle regioni asiatiche e, dal punto di vista evolutivo, il tarassaco è il risultato ibrido di alcune specie che nel tempo ha conservato la capacità di riprodursi grazie alla notevole quantità di fiori ermafroditi riuniti nel capolino, nonché di semi e frutti muniti di un “pappo” abbastanza piumoso che si lascia trasportare dal vento facilitandone la semina.
MEDICINA ANTICA. La medicina antica, nonostante la sua presenza quasi “infestante”, la considerava un semplice, anche se utile, rimedio familiare. I contadini usavano la radice del tarassaco, dopo averla torrefatta, come succedaneo del caffé; le sue foglie vengono ancora oggi consumate in insalata. Fiorisce da marzo a settembre ed è una pianta erbacea perenne, munita di una grossa radice carnosa, laticifera, dalla quale si originano una rosetta di foglie ed uno o più peduncoli fioriferi. Le foglie sono tutte radicali, glabre o quasi, con segmenti triangolari lanceolati. I fiori sono raccolti in capolini di colore giallo dorato, a lingue pendenti che si ripiegano alla sera, o con il cattivo tempo, sul centro del capolino.
PRINCIPALI COSTITUENTI. Tarassacina, clorofilla, inulina, colina, oli essenziali, carotene, acido folico, vitamine del gruppo A, B, C, calcio, potassio, ferro, magnesio, fosforo, silicio, sodio, zolfo, manganese. La tarassicina è la sostanza che ne rende amaro il sapore mentre il tarassisterolo è un ottimo lassativo.
USI E PROPRIETÀ. Indicata per la congestione del fegato, l’insufficienza epatica, l’ittero, la litiasi biliare e renale, l’ipercolesterolemia, la dermatosi degli epatici, le dermatosi squamose, l’eczema, l’acne, la foruncolosi, i reumatismi, la gotta, l’azotemia, le insufficienze renali, le fermentazioni intestinali, i disturbi circolatori, le emorroidi, l’anemia, la piorrea alveolare, l’obesità, la cellulite.
A PROPOSITO DI CALCOLI BILIARI. Dopo una cura con il tarassaco i pazienti si sentono più leggeri e pure i disturbi localizzati alla ragione superiore destra dell’addome spariscono mentre la tendenza alle ricadute diviene più rara, fino a scomparire. Sembra dunque possibile arrivare in questo modo, ad una fase di latenza della patologia. Il prodotto anche se somministrato a lungo non presenta effetti tossici o controindicazioni.
PREPARAZIONE 50 gr di radici di tarassaco, taglio tisana in un litro di acqua, far bollire per 2 minuti e lasciare in infusione per 10 minuti, filtrare e berne tre tazze al giorno. I sali di potassio contenuti nella radice di tarassaco hanno una eccellente azione diuretica che agisce sul drenaggio degli organi emuntori, liberando l’organismo dalle scorie.
Decotto depurativo. Tarassaco radice g 50; Bardana radice g 20; Cicoria radice g 20; Carciofo foglie g 10. Un cucchiaio da tazza, bollire 2-3 minuti e bere dopo i pasti.
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