Già nel 2006 la rivista specializzata “Capital” lo elegge imprenditore dell’anno in Sicilia e ciononostante Nino Pulvirenti mantiene sempre l’umiltà e la disponibilità che lo hanno contraddistinto, ha un sorriso per tutti, trova il tempo d’impegnarsi nel sociale giocando tra le fila del suo Catania per un incasso che sarà devoluto ai bambini leucemici.
Ma Pulvirenti è soprattutto uno dei pochissimi imprenditori della nostra isola che possiamo definire profeti in patria, per essere riuscito ad affermarsi in un contesto difficile, qual è quello siciliano, negli ultimi tempi divenuto, sempre più, terreno di conquista dei grandi colossi economici dell’Italia del Nord ed europei.
D. Presidente, quali sono le maggiori difficoltà che incontra un imprenditore che investe dalle nostre parti?
R. Le conosciamo da anni, sono le solite. Più che lamentarne la presenza, occorre individuare i percorsi per lasciarsene alle spalle una buona parte.
D. Quali interventi auspica per il futuro?
R. Infrastrutture e minore burocrazia: potrebbe bastare per fare emergere potenzialità importanti.
D. Dal Belpasso al Catania, quali sono le più grosse differenze tra il calcio dilettantistico e quello della massima serie? A livello agonistico quale preferisce?
R. Ho avuto modo di vivere ogni categoria del calcio, partendo dalla terza fino alla serie A, e questo è un tratto della mia esperienza che mi rende particolarmente orgoglioso: per me la gradualità del progresso è un valore. Di Belpasso conservo l’emozione degli esordi, la macchina è simile, cambiano cilindrata, alimentazione, optional e prestazioni, non il funzionamento. Chiaro che per me, tifoso rossazzurro fin da bambino, il Catania in Serie A è la dimensione ideale.
D. Presidente che ci dice del Centro Sportivo del Catania calcio, come cambierà la gestione della squadra non appena lo avrete a disposizione?
R. Per noi, l’inaugurazione del Centro Sportivo ha rappresentato una svolta epocale, non a caso è stato un obiettivo prioritario di questa dirigenza fin dal suo avvento. La squadra potrà disporre di strutture, cornici e facilitazioni ideali per lavorare: le condizioni d’allenamento saranno le migliori. Ma non limiterei l’analisi alla squadra, perché il concetto alla base dell’opera è quello di riunire le cinque componenti in quella che sarà la grande casa del Catania: tutto sarà interdipendente e pertanto lo stimolo alla qualità risulterà ravvivato.
D. La compagnia aerea Wind jet, il Catania calcio, i discount Fortè e le catene alberghiere, quale considera il suo investimento più importante e perché? E di quale va più orgoglioso?
R. Ogni realtà ha una sua storia, presupposti e svolgimenti diversi, anche nel coinvolgimento emotivo è difficile paragonare un’esperienza sportiva ad una imprenditoriale in senso stretto, sebbene oggi una società di calcio sia necessariamente organizzata in forma di azienda. Il Catania mi riempie il cuore d’orgoglio, come tutte le altre attività: in più, c’è il sentimento di sempre.
D. Lei rappresenta la testimonianza vivente del fatto che se nella vita si desidera qualcosa con passione e serietà, quasi nulla è impossibile. Secondo lei perché molti giovani di oggi non credono più nel futuro?
R. Si tratta di un discorso molto complesso: ogni generazione valuta diversamente le difficoltà e reagisce con maggiore o minore slancio, alle stesse. Proprio lo slancio, la dedizione al lavoro, il talento ed i mezzi a disposizione, determinano insieme il successo. Mettere insieme questi fattori non è semplice, al giorno d’oggi. Non è vero che i giovani non credono più al futuro: semmai, immaginano le difficoltà del futuro e sognano, a volte, un po’ di meno.
D. L’impegno nel sociale è sempre stato un punto fermo in tutte le tappe della sua ascesa sportiva ed imprenditoriale: una questione di fede o conseguenza del principio che chi ottiene tanto deve sentire il dovere di dare altrettanto?
R. La fede non si ostenta per sbandierare l’impegno nel sociale, semmai si esibisce per chiarire un ideale di vita. Non amo parlare di questo, in generale posso dire che vale senz’altro il principio da lei descritto.
D. Presidente, un’ ultima domanda. Nino Pulvirenti cosa ama di più al mondo?
R. La mia famiglia. E con la mia famiglia amo tutto ciò che faccio. E il Catania, tra queste, è quella più emozionante.
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