“Non sopravviveremo ad un altro lockdown” a Catania nasce il C.E.A. (Contrasto Emergenza Abitativa)
Pubblicato il 07 Novembre 2020
Al termine del primo lockdown alcuni nuclei familiari a causa della perdita del lavoro e senza aver ricevuto sostegno sono stati costretti ad abbandonare le abitazioni in cui erano affittuari.
“Ci siamo trovati di fronte una scelta – dicono gli abitanti dello spazio comunitario – finire per strada o trovare un tetto per i nostri figli: abbiamo senza indugi optato per la seconda.” Così, coraggiosamente, sono stati varcati i cancelli lasciati aperti dal demanio per oltre 4 anni dell’ex Caserma Moccagatta, immobile che versava in notevole stato di abbandono. “Il nostro non è un atto di disperazione ma di consapevolezza – proseguono – perché utenze, tasse, affitti e costo della vita sono andati avanti comunque durante questi mesi. Alcuni di noi sono ormai disoccupati, altri hanno un impiego senza garanzie con un salario irrisorio, come dovremmo vivere di fronte ad un disastro economico senza precedenti?”
L’immobile in cui adesso vivono le famiglie catanesi è tornato a vivere grazie al contributo di alcuni volontari che stanno sostenendo questo progetto sociale.
“Non ci siamo tirati indietro – dichiara uno dei giovani volontari – alla chiamata di nostri concittadini in difficoltà. Operiamo da anni nel volontariato ed il fronte della solidarietà è il nostro pane quotidiano, così da subito ci siamo attivati per aiutare queste famiglie a recuperare l’immobile rendendolo abitabile. La nostra idea però – racconta l’identitario etneo – è anche quella di svolgere iniziative solidali, culturali e di promozione sociale dando una nuova destinazione d’uso al complesso immobiliare.”
Alcuni spazi comuni infatti sono già in corso di allestimento per avviare delle iniziative di volontariato.
“In questa stanza allestiremo un banco alimentare – dichiara una delle volontarie del centro – così da sostenere altre famiglie in difficoltà; quest’altro spazio invece vorremmo destinarlo ad una palestra popolare, abbiamo anche i tempi per lavorarci date le momentanee restrizioni; ogni corridoio invece può diventare una mostra fotografica o artistica; quest’altra stanza invece avrà la funzione di ufficio per uno sportello di consulenza legale gratuita ed anche per accogliere richieste di sostegno per beni di prima necessità. Non dimentichiamo assolutamente i bambini: qui – prosegue la ragazza indicando un vano comune nel corridoio – ci sarà una grande biblioteca e verrà utilizzata come aula studio con doposcuola gratuito, il giardino invece – conclude affacciandosi sul cortile – allieterà le loro giornate primaverili ed estive con giochi e divertimento.”
Il C.E.A. dunque può assumere tutte le funzioni di un vero e proprio “centro di vita” dove le giornate sono già scandite dal giocare dei bambini che hanno, fortunatamente, ritrovato una casa.
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