Oasi del Simeto: il “sonno” di comune e provincia. E gli abusivi fanno “festa”


Pubblicato il 27 Agosto 2011

    

  simeNella riserva naturale ancora costruzioni non in regola, ma le demolizioni non arrivano. Nuova denuncia  di Legambiente.

Ma cosa fanno gli enti preposti? Ecco cosa ci dice il presidente di Legambiente Catania, Renato De Pietro.

Legambiente in passato ha più volte denunziato la realizzazione di costruzioni abusive all’interno della riserva naturale “Oasi del Simeto”. Tali denunzie hanno verosimilmente contribuito a ridurre il fenomeno dell’abusivismo edilizio (che in passato dilagava in modo quasi indisturbato) e, in diversi casi, hanno prodotto interventi di demolizione da parte del Comune di Catania.

Gli Enti preposti al controllo e alla repressione degli abusi sono però caratterizzati da alterne fasi di impegno che in determinati periodi, come sembra essere quello attuale, fanno registrare una stasi negli interventi di demolizione previsti e dovuti per legge. Legambiente ha, ad esempio, denunciato gravissimi e vasti abusi edilizi nell’area di Torre Allegra sin dal mese di settembre del 2006 senza che si sia proceduto, malgrado l’insanabilità delle suddette opere a causa del periodo della loro realizzazione, alla demolizione. In tale area si è peraltro continuato a costruire anche in violazione ai provvedimenti di sequestro giudiziario delle aree e, allo stato attuale, nelle aree abusivamente manomesse ed edificate viene svolta attività lavorativa.

Ma gli abusi edilizi  si continuano a consumare purtroppo non soltanto a Torre Allegra ma in tutta l’area protetta (da Nord a Sud e sia in zona B che in zona A) e ciò che appare più grave è che si continua a non procedere alla demolizione di quanto viene realizzato.
Per tali motivi Legambiente ha presentato una denunzia alla Procura della Repubblica e inviato una nota al Comune di Catania e all’Ente Gestore della riserva, Provincia regionale di Catania.

Per comprovare quanto denunciato, Legambiente ha individuato all’interno della riserva, in modo casuale e a campione, senza quindi alcuna pretesa di completezza o esaustività né con lo scopo di evidenziarne alcuni e ometterne altri, alcuni esempi di abusi edilizi.
L’intervallo di tempo prescelto è stato quello compreso tra il 2007 e il 2010, essendo esso relativamente recente e tale, quindi, da non consentire alcuna possibilità di sanare le opere ma, al tempo stesso, tale da aver potuto consentire agli Enti preposti di procedere alla demolizione delle stesse.

Per ciascun abuso è stata allegata alla denuncia una scheda in cui sono state riportate la località, le coordinate geografiche, la zona della riserva e, nel caso in cui l’abuso ricada nella zona B, la distanza dalla zona A, una documentazione fotografica satellitare relativa, rispettivamente, al 2007 e al 2010 e una foto aerea a bassa quota dell’area allo stato attuale al fine di evidenziare, in modo chiaro, la consistenza dell’abuso (non sempre facilmente rilevabile dalle foto satellitari). In alcuni casi è riportata una foto aerea a bassa quota ripresa durante i lavori.

Al responsabile dell’Ufficio Antiabusivismo edilizio del Comune di Catania Legambiente ha chiesto (ai sensi della normativa sull’accesso agli atti amministrativi) di conoscere le motivazioni per le quali non si sia sinora proceduto a demolire le costruzioni individuate nelle schede allegate oltre a quelle relative ai numerosi abusi denunciati da questa Associazione nell’area di Torre Allegra e comunque a tutte quelle per le quali sia già possibile procedere alla demolizione sulla base delle ordinanze emesse negli scorsi anni.

All’Ente Gestore è stato invece chiesto di conoscere quali provvedimenti o azioni (diffide, solleciti, richieste di conferenze di servizio, richieste di collaborazione) abbia intrapreso nei confronti del Comune di Catania per la mancata demolizione di tali costruzioni e quali progetti abbia predisposto per pervenire al restauro ambientale delle aree successivamente alla demolizione degli abusi.
 Alla Procura della Repubblica Legambiente ha chiesto di verificare se sussistano estremi di reato per la grave situazione sopra denunciata.

La denunzia di Legambiente segue la proposta di modificare la perimetrazione della riserva naturale avanzata dall’attuale assessore provinciale alle Politiche dell’Ambiente e del Territorio, Mimmo Rotella, che recentemente ha dichiarato, ai mezzi di informazione, di volere illustrare tale progetto nel prossimo mese di settembre. A tal proposito questa Associazione ha proposto in modo verbale e scritto, in pubblici incontri promossi dall’Assessore, che preliminarmente alla modifica della perimetrazione della riserva debbano essere individuate le costruzioni incompatibili nell’ambito dei piani di sistemazione della zona A e di utilizzazione  della zona  B che dovranno essere redatti, rispettivamente, dalla Provincia Regionale di Catania e dal Comune di Catania. La demolizione delle costruzioni abusive incompatibili con le finalità istitutive delle riserva e con le esigenze di conservazione e di fruizione degli ambienti naturali, a cui dovrà seguire il successivo restauro ambientale, potranno costituire i presupposti su cui impostare un’eventuale modifica della perimetrazione.
È evidente, tuttavia, che qualunque proposta che punti al risanamento ambientale della riserva non possa ignorare, perché diversamente perderebbe di credibilità, l’esigenza di assumere un atteggiamento di rigoroso contrasto e repressione nei confronti dei nuovi casi di abusivismo edilizio.

Nella riserva naturale ancora costruzioni non in regola, ma le demolizioni non arrivano. Nuova denuncia  di Legambiente.

Ma cosa fanno gli enti preposti? Ecco quanto scrive il presidente di Legambiente Catania Renato De Pietro….


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