Oasi del Simeto, Legambiente lancia l’allarme: “il progetto Prusst e’ devastante”


Pubblicato il 18 Aprile 2012

Al di là di ogni ragionevole immaginazione. Questo il giudizio dell’associazione ambientalista.

Ecco cosa scrive il Presidente Renato De Pietro….

Riportiamo fedelmente la dura presa di posizione….A cura di Iena Ecologica

Legambiente ha presentato ieri al Comune di Catania una formale opposizione al progetto incluso nel PRUSST “Le Economie del Turismo” dell’A.T.I. Portnall Italiana S.p.A.- Oasi del Simeto s.r.l.Il progetto, nonostante il titolo rassicurante “Vivere la natura nell’Oasi del Simeto” e l’adozione di accorgimenti “ecologici” delle costruzioni che si intenderebbe realizzare, si configura come una pesante speculazione edilizia, frutto di logiche che pensavamo ormai abbandonate, che mortifica le norme di tutela e non risolve assolutamente il vero problema della riserva e dell’assetto del territorio dell’area rappresentato dall’abusivismo edilizio.Il progetto presentato dal raggruppamento di imprese individua quattro vaste “aree risorsa” nell’area di preriserva e prevede interventi edilizi che, anche tralasciando gli alberghi sino a 30 – 40 piani, vanno al di là di ogni ragionevole immaginazione (v. allegato per i dettagli). La preriserva di una delle più importanti aree protette siciliane è stata scelta per concentrare edificazioni turistiche impensabili anche in territori non sottoposti ad alcuna tutela. Persino un centro cinofilo e un ippodromo (complessivamente oltre 40 ettari!) vanno realizzati, secondo i progettisti, in un’area costiera di pregio ambientale ed in mezzo alle zone umide.Alcuni semplici dati servono a dimostrare la totale incompatibilità del progetto presentato con la tutela della riserva naturale ed il contrasto con la vigente normativa.La zona B di preriserva della riserva naturale ha un’estensione di circa 960 ettari e si sviluppa a contorno (a protezione) della zona A; il progetto in esame prevede la trasformazione di ben 588,3 ettari dell’area di preriserva, la maggior parte dei quali a ridosso con la zona di massima tutela (zona A). Considerato che gli agglomerati abusivi occupano una superficie di oltre 190 ettari, le aree urbanizzate della preriserva ammonterebbero, qualora venisse attuato il progetto, ad oltre l’80% del territorio; se si tiene conto che alcune aree agricole appaiono compromesse in quanto situate all’interno o nelle immediate vicinanze degli agglomerati abusivi, pressoché la totalità della zona B risulterebbe urbanizzata e verrebbe meno la funzione prioritaria dell’area di protezione.Va sottolineato che la trasformazione del territorio riguarda i territori liberi dell’area di preriserva mentre per le aree trasformate abusivamente sono semplicemente previsti interventi di “riqualificazione” soltanto per non contrastare esteticamente con le nuove edificazioni che si intenderebbe realizzare. A tal fine il Comune di Catania dovrebbe contribuire, nell’ambito del medesimo piano del PRUSST “Le Economie del Turismo”, con un ingente finanziamento previsto in oltre 10 milioni di euro per realizzare le “Opere di Urbanizzazione all’interno dei villaggi dell’Oasi del Simeto”. La vera valorizzazione turistica che andrebbe invece fatta nella riserva è la eliminazione delle costruzioni abusive incompatibili sotto gli aspetti ambientali e paesaggistici.

L’evidente incompatibilità del suddetto progetto con le esigenze primarie di conservazione dei valori naturali tutelati dalla riserva naturale avrebbe dovuto indurre il Consiglio Comunale a rigettare, nel 2005, anche a seguito di una superficiale lettura e senza un basilare accertamento sull’evidente contrasto con l’attuale normativa, una simile proposta progettuale. Infatti, se in ogni area naturale protetta può essere individuata un’area dove localizzare strutture per l’accoglienza di visitatori e fruitori della riserva, nel caso in esame la previsione di vastissime edificazioni e di una completa trasformazione ed antropizzazione del territorio dell’area di preriserva, rende il progetto semplicemente inaccettabile sulla base di criteri minimi di tutela del territorio adottati in qualunque paese civile.Il contrasto con la stessa esistenza della riserva naturale è fin troppo evidente. L'”Oasi del Simeto” è stata istituita con D.A. Territorio e Ambiente del 14/03/1984 al fine di “favorire ed incrementare le condizioni per la sosta e la nidificazione della fauna e il restauro della vegetazione psammoalofila e mediterranea”. Queste basilari finalità verrebbero irrimediabilmente compromesse dalla realizzazione delle opere del progetto in quanto la massiccia antropizzazione del territorio in aree limitrofe o confinanti con le zone di maggiore interesse naturalistico determinerebbe, in primo luogo, un inaccettabile e non mitigabile disturbo alla fauna già soltanto per la massiccia presenza antropica che si verrebbe a creare. Inoltre, il mantenimento di vaste porzioni di aree agricole o di aree in condizioni di naturalità che circondano attualmente la zona A della riserva naturale è fondamentale per mantenere le attuali popolazioni di specie animali in quanto tali aree sono utilizzate da diverse specie, anche di rilevante interesse conservazionistico, sia per le esigenze trofiche sia per la sosta durante i periodi migratori. In molte delle aree circostanti la zona A, quindi, andrebbero invece realizzati interventi di ripristino ambientale sia al fine di creare nuovi habitat sia per il soddisfacimento delle esigenze trofiche e riproduttive della fauna. Tale finalità è indicata, peraltro, nel Piano di Gestione del Fiume Simeto. Una urbanizzazione di aree estremamente delicate, quali l’area tra le foci del Simeto, dove la fantasia dei progettisti ha previsto, tra l’altro, un albergo che raggiungerebbe i 30/40 piani (!), o quella circostante il Canale Benante ed il lago Gornalunga, comporterebbe il drastico depauperamento delle popolazioni di specie presenti nella riserva sia nidificanti che migratrici e la vanificazione delle finalità istitutive della riserva.L’impatto paesaggistico delle strutture previste è tale da comportare il totale stravolgimento dell’attuale assetto dei luoghi tale da annientare anche l’interesse per la visita della riserva da parte di turisti, escursionisti e scolaresche. In definitiva, la riserva naturale verrebbe trasformata in una sorta di area verde a servizio dei clienti delle strutture della speculazione edilizia.Il progetto proposto, oltre a contrastare con il decreto istitutivo ed il regolamento della riserva naturale, risulta in aperto contrasto con le aree S.I.C. e Z.P.S. Ai progettisti sarà probabilmente sfuggito che l’area della riserva naturale, in massima parte, è stata individuata quale Sito di Importanza Comunitario (ITA070001 “Foce del Simeto e lago Gornalunga”) e quale Zona di Protezione Speciale (ITA070029 “Biviere di Lentini, tratto mediano e foce del fiume Simeto e area antistante la foce”) ai sensi, rispettivamente, delle Direttive europee “Habitat” e “Uccelli”.Evidente anche il contrasto con le indicazioni del Piano per l’Assetto Idrogeologico. Infatti, le aree risorsa 2, 3 e 4 ricadono in aree a rischio idrogeologico con livelli di rischio e pericolosità tali da rendere irrazionale la previsione di qualunque edificazione sotto gli aspetti ambientale, urbanistico e di tutela idrogeologica. Infine, la previsione del porto canale e la relativa realizzazione di un molo comporterebbe una modifica alla dinamica con cui si depositano i sedimenti trasportati dal Simeto con il rischio di accentuare i fenomeni di arretramento della linea di costa già in atto.Ulteriori dettagli sulle previsioni del progetto e cartografia sul sito:http://www.legambientecatania.it/index.html


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