dal sindacato si scrive che…
Si tratta di 14 piccole e medie imprese che impiegano oltre 300 operai a Catania e 900 più l’indotto in Sicilia e Calabria
Cisl e Fim hanno già chiesto l’intervento chiarificatore delle direzioni regionale e nazionale dell’Enel e attivato le istituzioni locali
Non bastano le rassicurazioni sugli investimenti che si realizzano in STMicroelectronics: il settore metalmeccanico etneo rischia di veder chiudere 14 imprese del Consorzio Con.Si.El che lavora per l’Enel, mettendo a rischio un servizio essenziale alla collettività e con la perdita centinaia di posti di lavoro, a causa dell’ostruzionismo dell’azienda committente.
Lo denunciano Maurizio Attanasio (nella foto al centro), segretario generale della Cisl etnea e Piero Nicastro, segretario generale della Fim Cisl catanese, che allertano le istituzioni per evitare l’ennesima perdita di posti di lavoro e di opportunità d’impresa nel territorio.
«Siamo molto preoccupati – affermano Attanasio e Nicastro – perché si tratta di un consorzio di 14 piccole e medie imprese, con sede nel Catanese, che gestiscono per conto dell’Enel le reti di distribuzione e che impiegano sul territorio etneo oltre 300 operai e, complessivamente, sul territorio regionale 900 lavoratori, oltre all’indotto».
Il consorzio intrattiene con l’Enel un rapporto fiduciario decennale che per un contenzioso si è interrotto, impedendo la partecipazione a gare d’appalto, bloccando di fatto la continuità lavorativa e mettendo a rischio, tra gli altri, il servizio di intervento in caso di guasti nella rete elettrica.
«La Cisl e la Fim hanno già chiesto un intervento urgente delle direzioni regionale e nazionale dell’Enel – dicono Attanasio e Nicastro – perché si arrivi a un chiarimento, rientri l’emergenza e si sblocchi l’attività: in gioco ci sono posti di lavoro altamente qualificati e costosi macchinari, oltre a un ingente patrimonio di conoscenze aziendali».
«In attesa di un riscontro positivo alle nostre richieste – concludono – abbiamo attivato i tavoli di confronto nelle sedi istituzionali, perché vogliamo che si porti serenità a tanti lavoratori e alle loro famiglie, e si scongiuri l’ennesimo colpo al mondo del lavoro catanese e a un settore che con fatica tenta di uscire dalla crisi».
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