Occupazione, Catania, “ricchi e poveri”: la Sigenco va avanti, i lavoratori indietro


Pubblicato il 08 Aprile 2013

Protesta degli operai impegnati nei cantieri della metropolitana. Ma la cassa integrazione serve ai lavoratori o all’impresa?

di iena operaia

Di recente, è arrivata –per l’impresa- una bella notizia: sblocco dei cantieri entro questo mese di aprile. Ufficialmente, sulle sorti dei lavoratori impegnati a Catania con l’impresa Sigenco nei lavori della nuova metropolitana c’erano novità positive: messa in pagamento diretto della cassa integrazione ordinaria (Cigo) scaduta, accordo per rinnovare la Cig. Questi i risultati dell’incontro tra le organizzazioni sindacali di Cgil e Cisl, delle federazioni di categoria Fillea e Filca, con la Prefettura e i vertici di Fce e Sigenco sui cantieri della metropolitana di Catania.Tutto risolto? Ma nemmeno per idea. I lavoratori attendono ancora lo stipendio di novembre “congelato” in sede di concordato preventivo. E non solo: ma peggio ancora attendono la cassa integrazione. Per questo protestano (nella foto). Una protesta sacrosanta. Peccato che per l’ennesima volta –di fronte ad un problema sociale che riguarda centinaia di persone e di famiglie- non si vedano i “nuovi rivoluzionari” dell’ “urlo facile” fare qualcosa. Magari un pirito.Invece, i lavoratori raccontano di promesse, di quelle sentite in Prefettura. Insomma, la voce dello Stato che tante volte fa “rima” con la voce del padrone. Attendiamo risposte anche noi e seguiremo la vicenda. Da soli, come sempre.

 


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