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Occupazione…delocalizzata, call center, Cgil Catania: “una imminente catastrofe sociale”
Pubblicato il 24 Aprile 2014
Sempre più critica la situazione di un settore che dà lavoro a decine di migliaia di persone…di iena senza telefono
“Una imminente catastrofe sociale”: questo l’ultimo allarme dal sindacato, la Cgil di Catania, in tema di call center e delocalizzazioni. Analoga posizione dalla Cisl.
In nome del minore costo del lavoro, infatti, i volumi di traffico telefonico si spostano all’estero.Solo a Catania rischiano il posto novemila persone, qualificate e anche over 40 anni: del resto, la Sicilia rappresenta il 30% degli 80 mila addetti del settore impiegati in tutta Italia.In particolare, nel catanese c’ è la realtà di “Almaviva” a Misterbianco, con 2500 addetti: lunedì è prevista una manifestazione degli operatori.”Quando vengono affidate queste commesse si deve tenere conto del costo della manodoperaquindi non possono essere affidate attraverso del meccanismo del massimo ribasso che è catastrofico per le aziende all’interno delle quali i maggiori costi derivano dalla manodopera”-afferma Giovanni Pistorio della segreteria Cgil.
Dopo un incontro con il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano è arrivato il via ad un’indagine conoscitiva sul comparto.
I rischi sono forti: che fare? Pistorio indica la necessità di misure contro le delocalizzazioni in quanto sottraggono occupazione; non solo, ma anche per affrontare il tema del trattamento dei dati personali dei cittadini italiani” che non vengono gestiti in maniera corretta nei paesi laddove non ci sono leggi sulla privacy armonizzate con quelle del nostro paese”.
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